PER UN SINDACATO LIBERO E AUTONOMO – P.Carniti – promemoria in tre parti –

Pierre Carniti ha inviato un promemoria su alcuni problemi prioritari per il sindacato. E’ composto di tre parti. Le prima: più trasparenza a salvaguardia di un sindacato “libero e autonomo”. La seconda: il futuro del sindacato. La terza: Il lavoro che manca. Carniti inizia così il primo suo contributo. Le notizie su casi clamorosi di retribuzioni abnormi di alcuni dirigenti (per quanto riguarda la Cisl, a cominciare dall’ex segretario generale) hanno creato indignazione, turbamento ed un crescente disamore verso l’impegno sindacale tra iscritti e militanti. Di fatto si è determinata una condizione che ha assimilato sindacato e sindacalisti al disprezzo sempre più diffuso verso la politica ed i politici. Aspetto quest’ultimo che, alimentato da anni, ha ormai superato ogni soglia di tollerabilità.

Indicativo uno sconcertante episodio (sottovalutato dai media e dall’opinione pubblica) che si è verificato a metà agosto 2015. Sara Giudice, giornalista della trasmissione in Onda della 7, è stata aggredita al Luna Park di Tarquinia per essersi presentata con il proposito di dare notizia e fare un commento (probabilmente) critico ad un chiosco di tiro a segno dall’insegna inequivocabile: “Spara al politico e vinci sempre”. Sappiamo tutti che negli ultimi anni gran parte delle forze politiche e dei politici hanno fatto del loro meglio per essere giudicati impresentabili a causa del malaffare, delle tangenti imposte sulla spesa pubblica e della diffusa corruttela. Me questo avrebbe semmai dovuto essere ritenuto uno stimolo ad una radicale ricambio (con il voto) della classe politica. La reazione prevalente si è concretizzata invece in giudizi populisti, qualunquisti ed astensionisti

Fino ad alcuni anni fa la situazione del sindacato appariva diversa. Pur non sollevando brividi di entusiasmo tra i lavoratori per la manifesta incapacità a reagire con una appropriata iniziativa contrattuale alle conseguenze della crisi economica ed occupazionale, per la inettitudine delle organizzazioni nello stabilire rapporti costruttivi e di cooperazione, per la progressiva burocratizzazione dei quadri dirigenti, malgrado tutto riusciva a mantenere un forte insediamento tra i lavoratori attivi ed i pensionati.

Oggi, anche a causa degli scandali esplosi e delle polemiche che ne sono seguite, la condizione risulta assai diversa. La denuncia di Fausto Scandola (ex dirigente della Cisl del veneto, incomprensibilmente minacciato di espulsione, quando i provvedimenti da prendere avrebbero semmai dovuto essere di segno opposto) che dava conto del trattamento retributivo immorale (in certi casi arrivati a superare i 300 mila Euro lordi all’anno) di alcuni dirigenti di primo piano dell’organizzazione ha suscitato le reazioni indignate di migliaia di iscritti.

Non solo della Cisl, obbligando i leader sindacali a correre ai ripari, promettendo tetti ai compensi e divieti di cumulo. La promessa forse arriva tardi. Soprattutto assomiglia troppo alle leggi delega del governo, che per diventare provvedimenti effettivi, hanno bisogno di qualche decina di decreti attuativi e quindi (se non ci sono intoppi) mesi di attività legislativa. Ad esempio, per quanto riguarda la Cisl alla fine di luglio l’esecutivo ha approvato un regolamento retributivo che però diventerà operativo solo all’assemblea organizzativa prevista in autunno. Soprattutto, allo stato, non è chiaro con quali strumenti si pensa di renderlo cogente. (…) per continuare aprire l’allegato

Allegati

  • più trasparenza per un sindacato autonomo e libero
  • il futuro del sindacato
  • il lavoro che manca

Allegato:
piu_trasparenza_per_un_sindacato_autonomo_1.doc
il_futuro_del_sindacato_2.doc
il_lavoro_che_manca_3.doc

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