OSTAGGIO DEL BISOGNO DI ODIO – A.Heller – quell’Europa non solidale –

Quanto avviene in alcuni paesi dell’Est Europa è drammatico e cupo. La scelta coraggiosa di Angela Merkel (vedi in allegato sua intervista e articolo di R.Prodi) ha posto un argine ma non risolto certamente un problema che ha componenti culturali, sociali, storiche, economiche, politiche. L’Ungheria con il governo Orban è il simbolo “nero” di un’Europa che mette paura (vedi i due articoli allegati). Perché alimenta una politica che fa leva su paure e fobie che facilmente si possono trasformare in opinione pubblica, che spesso si cita come “voce del popolo” e qualcuno aggiunge “sovrano”.

Ben altri fatti per fortune dell’Europa si sono registrati e si diffondono in Germania e Austria, con un riverbero oltre questi confini,  dove la solidarietà e la compassione verso chi soffre, hanno mobilitato cittadini e di giovani.

E quanto succede da tempo, senza adeguato riconoscimento, in più comuni del sud del nostro paese, in particolare in Sicilia, dove si susseguono gesti di grande generosità e altruismo purtroppo non sorretti da adeguate scelte del Governo.

Agnès Heller, filosofa ungherese, in "L'Europa dell'Est ostaggio del bisogno di odio" scrive “Mentre la Germania è cambiata, in molti Paesi di questa area i fantasmi della storia non sono mai andati via. E se continua così, tanti rischiano di non poter essere salvati". Commenta anche la marchiatura avviata, nei giorni scorsi, sulle braccia di adulti e anziani, dalla polizia ceca.

È orribile, risveglia i ricordi più atroci, e non solo in me sopravvissuta alla Shoah. L'Europa centro-orientale, con l'eccezione polacca, non si è mai liberata dal suo bisogno di odio, di esclusione del diverso, di ostilità razzista contro i diversi percepiti come nemici necessari. L'altro ieri gli ebrei, ieri i Rom, oggi i migranti. È una ferita profonda nel mio cuore".

E’ un giudizio durissimo quello di Agnès Heller, la grande filosofa, madre storica del dissenso dell'Est che nell'Ungheria di Orbàn è rimasto dissenso. Per continuate aprire l’allegato

Sulla figura del premier ungherese Orban e sull’economia ungherese, elogiata giorni fa da Beppe Grillo sul suo blog,  alleghiamo un articolo – del  2013- per più aspetti ben attuale.

Per conoscere un pò di più aprire i QUATTRO  allegati.

 

Allegato:
agnes_heller_il_bisogno_di_odio.doc
la_vera_politica_economica_di_orban_ungheria.doc
la_svolta_non_basta_lemergenza_e_lafrica_prodi.pdf
colpita_dal_dolore_di_chi_arriva_merkel_intervista.doc

1 commento
  1. Rodolfo Vialba
    Rodolfo Vialba dice:

    Ha detto De Gasperi: “La differenza fra un politico ed uno statista sta nel fatto che un politico pensa alle prossime elezioni mentre lo statista pensa alle prossime generazioni”. Naturalmente di politici dalla vista corta ne conosciamo tutti molti italiani e non (per ovvie ragioni, e pur con tutti i limiti dei politici, in questa categoria non rientra Salvini che, con i suoi accoliti seminatori di paura, appartiene alla categoria degli avvoltoi che speculano sulla morte e il dolore), mentre possiamo convenire che della categoria degli “statisti” sicuramente fa parte Angela Merkel. E la differenza tra lei e molti politici europei ma anche nostrani, non sta tanto nell’economia tedesca che è più sana di quella di molti Paesi, Italia compresa, ma nella capacità sua e del sistema politico tedesco di assumersi responsabilità e rischi dai quali gli altri Paesi rifuggono. Si dica pure che nella decisione della Merkel vi sono ragioni di convenienza economica e di volontà di dominio economico e politico sul resto dell’Europa, ma il fatto positivo dell’accoglienza resta e con essa l’affermazione della Merkel: “La Germania non ridurrà il diritto all’asilo politico, mai, quello è sacrosanto”. Se la Germania sarà ancor più determinante e non solo in Europa, lo sarà, anzitutto, per la debolezza degli altri Paesi, i quali sia per le divisioni interne sia per quelle tra loro, non sono in grado di proporre e condividere un disegno strategico di unità europea e di sviluppo e di indicare una prospettiva credibile per il futuro dell’Europa. Rodolfo Vialba

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