LA LEGA E’ XENOFOBA, QUANTO? A.Serafino politica & democrazia 8/4/10

L’ultima puntata de “L’Infedele” del 6 aprile è stata dedicata a chi ha vinto le recenti elezioni amministrative, la Lega che ha conquistato due Governatori ( non ne aveva nessuno) nelle Regioni del Piemonte (Cota) e del Veneto (Zaia). Il tema sul quale Gad Lerner ha chiamto a discutere era davvero intrigante: “ La nuova destra si chiama Lega?”. In studio erano presenti molti interlocutori tra i quali l’ex-sindacato di Milano Gabriele Albertini (1977-2006) , il sociologo Aldo Bonomi, il Governatore della Liguria Claudio Burlando, il sindaco di Verona Flavio Tosi ( eletto con consensi prossimi al 75%, con Chiamparino è in testa alla graduatoria dei consensi).

In studio, per arrichire il dibattito, c’era anche l‘antropologa francese Lynda Dematteo autrice di una ricerca nel bergamasco che descrive come i dirigenti leghisti hanno saputo trasferire in politica le maschere della commedia, così mascherati e fingendosi finti sciocchi autorizzati a profferire verità altrimenti indicibili. Questa tesi è stata fatta propria dal conduttore portando esempi scelti dal suo campionario; è stato però contraddetto non solo dagli esponenti del centro-destra (Tosi ed Albertini) ma sorprendentemente anche da Bonomi ( sulla questione del territorio) e da Burlando ( sul rapporto con la popolazione e l’utlizzo del dialetto).

Per chi scrive, il Gad di quella sera era particolarmente ispirato nel ruolo in cui più si compiace di “radical chic”, al limite dell’indisponenza!

Per chi non ha seguito l’interessante puntata invitiamo all’ascolto sul sito www.infedele.la7.it

Qui limito le citazioni sulla trasmissione televisiva a due rappresentazioni date di quella destra leghista: quanto detto da Albertini sulla xenofobia, e l’utilizzo del saluto di Tremonti ad una recente assemblea elettorale della Lega per annoverarlo nel ruolo dei “finti idioti”.

Albertini per difendere il “popolo leghista” ed il suo elettorato dall’accusa di xenofobia – intesa come “ostilità sistematica e indiscriminata nei confronti degli stranieri, odio oer gli stranieri” – ha chiamato in causa l’etimologia della parola Xenofobia (dal greco ξενοφοβία, xenophobia, ossia "paura del diverso"; composto da ξένος, xenos, "estraneo, insolito" e φόβος, phobos, "paura"), ossia la paura di ciò che è distinto per natura, razza o specie. L’ex-sindaco ha insistito sulla riflessione ( che si ritrova anche su www.wikepedia.it) che il termine è tipicamente usato per descrivere la paura o l’avversione per ciò che è estraneo; il timore per il diverso, diverso di religione, razza o nazionalità, non significa necessariamente razzismo. Le repliche di Tosi, Burlando, Bonomi meritavano maggior attenzione da parte di Lerner che invece ha rilanciato con esempi e linguaggi “truci” tratti da volantinaggi fatti dalla lega in questo o quel mercato rionale.

Gad Lerner ha inoltre proposto l’immagine del “finto idiota” utilizzando il saluto portato dal “dotto ed erudito” Ministro Giulio Tremonti ad un appuntamento elettorale leghista.

Calandosi nel clima elettorale il ministro ha così salutato: “Passavo di qua per caso….ho visto un pò di gente ma non immaginavo un casino così ….io sono qui a dire per Cota sono in conflitto d’interessi , perche se viene Cota Presidente qua, poi viene tutti i giorni a Roma a rompermi le palle. La Bresso non l’ho mai vista e devo dire che con Marazzo mi è andata bene.

Noi siamo gente semplice poche volete ci capita di leggere un libro ma c’è un libro importante che dice se quello che dici ad un amico, ad un tavolo davanti ad un bicchiere di vino, viene trasmesso per radio vuole dire che sei in un campo di concentramento.

La sinistra vuole più immigrazione, noi vogliamo più tradizione; loro sono per lo “ ius soli” … noi pensiamo che la cittadinanza si merita imparando la nostra lingua, rispettando le nostre leggi, le nostre tradizione, e soprattutto la nostra religione.

Siccome la campagna elettorale è anche allegria la differenza delle differenze è un pò questa: loro mangiano il couscu, noi preferiamo gli agnolotti”.

Nel filmato si sentono ripetuti applausi ad ogni affermazione ed il coro “Giulio, Giulio” alla fine del breve intervento.  Il “Giulio Leghista” nel dividere tra “noi” e “loro” manda diversi messaggi all’interno della stessa maggiranza. Nei “loro” si può anche includere l’amico-nemico Gianfranco Fini a proposito, ad esempio, della cittadinanza con lo“ius soli”. Anche su questa parte della trasmissione il conduttore ha “tirato dritto” sulla sua convinzione e dimostrare cosa sia il ruolo del dotto che si trasforma in “finto idiota”.

Ma è proprio così? Il trinomio Dio-patria-famiglia può essere declinato in molte versioni. E’ certamente una bandiera della destra, non necessariamente xenofaba e fascista.

Il linguaggio comiziale di Tremonti cattura solo chi è “xenofobo-razzista”, chi “nostalgico di tradizioni”? E’ un efficace e sintetico ( requisiti rari) linguaggio per “lisciare il pelo” ad un ruvido elettorato?

Le granitiche certezze del Conduttore hanno fatto perdere un’occasione per approndire questioni complesse ed importanti che sono nel “sentire popolare” di questo paese, che fanno parte delle mancate risposte dei partiti che si pongono in alternativa al centro-destra. Indagare di più nella complessità delle opinioni popolari servirebbe a capire la debolezza del voto del centro-sinistra.

Osservando anche l’altra faccia della medaglia, il voto del centro-destra.

Comprendere se la Lega che vince in queste elezioni ha un’anima prevalentemente xenofobia popolare (nel senso etimologico sopra richiamato) oppure xenofaba razzista? Oppure se prevale un’anima socio-economico liberal che mette come priorità la difesa di quanto possiede la famiglia come lavoro ed identità. Una chiusura egoistica? Un realismo?

Per proporre, in politica, alternative credibili sul piano economico e sociale l’etichettatura morale di questo o quel comportamento non è la strada più convincente;  per la troppa faziosità ed il “doppio peso” che oggi esiste nel giudicare l’amico e l’avversario.

 

 Allegato. Le maschere del Carroccio di Gad Lerner su La Repubblica del 3/4/10

Allegato:
Le maschere del Carroccio.doc

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