Stop alla delega fiscale

Verso il voto del 25 settembre – Ultima seduta al Senato per questa legislatura: la delega fiscale resta al palo – Il tema del fisco è presente in tutte le piattaforme dei partiti con proposte molte diverse e anche antagoniste, ma non è diventato uno dei problemi centrali del dibattito per comprendere le differenze su come finanziare – non in debito – le varie proposte di riduzione delle tasse.

Non è certamente al centro del dibattito elettorale il fatto clamoroso che smentisce l’impegno assunto dai partiti dell’ex-maggioranza prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, ovvero approvare a settembre la legge per la delega fiscale. La seduta del Senato che ha approvato il decreto Aiuti-bis è stata l’ultima di questa legislatura, così decadono  una serie di provvedimenti già approvati in prima lettura alla Camera. Tra questi, il più importante, la legge di delega fiscale ricercata con determinazione dal premier Draghi – un impegno solenne anche verso la Eu per il via libera ai finanziamenti del Pnnr – ma ostacolato e boicottato da partiti del centro-destra, e altri che sono stati alla “finestra”, compresa una larga parte del Pd.

Quella delega fiscale conteneva, tra l’altro, la riforma del catasto portata avanti con un braccio di ferro tra Mario Draghi e partiti della maggioranza con il compromesso di eliminare dalle tabelle il valore patrimoniale, lasciando un richiamo implicito, ma con un iter complesso, a quello di mercato. Quella legge delega per la revisione del sistema fiscale, delineava altri punti:  ridurre le aliquote Irpef a partire dai redditi medio-bassi, confermare le cedolari, introdurre il cashback fiscale (con priorità alle spese socio-sanitarie), superare l’Irap e razionalizzare l’Iva. Anche i sindacati confederali, a causa delle loro divisioni, hanno inciso molto poco, ma ciò non è ancora diventato oggetto di vera riflessione critica nelle Confederazioni.

Cosa scrivono i programmi elettorali: da quello del centrodestra (con distinguo tra i tre partiti) che  punta sulla flat tax, a quello del Pd sullo ”stipendio in più” . Pubblichiamo la sintesi fatta da Giampiero Guadagni su Conquiste del Lavoro (14-9-22)

Fisco tema centrale nei programmi elettorali – Il fisco è un tema centrale nei programmi elettorali dei partiti. Il centrodestra sceglie la Flat tax come misura bandiera; le altre forze puntano su misure come lo ”stipendio in più” del Pd, la cessione dei crediti strutturale del M5S, l’introduzione del ”minimo esente” per il Terzo Polo, la riforma delle imposte patrimoniali dell’Alleanza Verdi-Sinistra.

Fisco – Italia Oggi

Centrodestra. Punta sul taglio della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, flat tax, pace fiscale e taglio del cuneo. No secco a qualsiasi forma di imposizione sui patrimoni. Tra le misure principali nel programma comune la pace fiscale, con un accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso. E ancora: semplificazione degli adempimenti e razionalizzazione del complesso sistema tributario. Nella coalizione i sono alcune sfumature diverse su alcuni temi del programma fiscale. Forza Italia propone un deciso taglio del cuneo fiscale che vada per 2/3 ad aumentare il netto in busta paga dei lavoratori e per 1/3 a ridurre gli oneri a carico delle imprese. Nel capitolo flat tax, gli azzurri propongono una aliquota 23% per tutti, famiglie ed imprese. La Lega propone di eliminare tutte le tasse su beni di prima necessità a partire da pane, riso, latte, pasta, frutta e verdura. Così come sui premi sugli straordinari e sugli aumenti di stipendio. Per quanto riguarda la flat tax, il Carroccio punta all’estensione dell’attuale regime del 15% da un fatturato di 65mila fino a 100.000 euro. Poi entrerebbe in funzione un meccanismo in tre fasi: flat tax incrementale; flat tax per famiglie fiscali (accorpando i redditi dei componenti il nucleo) con limiti di reddito crescenti a seconda del numero dei componenti; fino ad arrivare all’estensione della Flat Tax a tutte le persone fisiche e giuridiche, senza limiti di reddito.

Pd. Il punto centrale è il cosiddetto ”stipendio in più” rappresentato tecnicamente dall’introduzione progressiva di una franchigia da 1.000 euro sui contributi Inps a carico dei lavoratori dipendenti e assimilati. Lo sconto sarebbe riconosciuto ad invarianza di computo ai fini dell’assegno pensionistico e sarebbe finanziato con il recupero di evasione fiscale già fissato come obiettivo dal Pnrr entro il 2024. No alle flat tax, sì ad un sistema ”equo e progressivo” semplificato drasticamente. Per le partite Iva, gli autonomi ed i professionisti prevista un’opzione di autoliquidazione mensile delle imposte in alternativa al sistema saldo-acconto. Estensione della detrazione Irpef del 50% a tutte le tipologie di start-up per le persone fisiche under 35. Il Pd punta a ridurre drasticamente l’evasio ne, estendendo la tracciabilità dei pagamenti, incrociando le banche dati, potenziando le Agenzie fiscali, premiando maggiormente i contribuenti leali. E ancora: riduzione del carico Irpef, a partire dai redditi medi e bassi e una razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, trasfor-mando quelle di valenza sociale (spese sanitarie, scolastiche, etc.) in erogazioni dirette ai contribuenti, compresi gli incapienti. Tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia. Zero contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni. L’Irap va progressivamente superata, garantendo l’integrale finanziamento del fabbisogno del sistema sanitario e la partecipazione di tutti i redditi al finanziamento del welfare universale. L’Ires va rimodulata in modo da premiare le imprese che reinvestono gli utili.

M5S. Stabilizzare la cessione dei crediti già utilizzata per il Superbonus. Nel programma pentastellato il cashback, con l’introduzione di un meccanismo che permetta l’im mediato accredito su conto corrente delle spese detraibili sostenute con strumenti elettronici con l’o biettivo dichiarato di semplificare la vita dei contribuenti e contrastare l’evasione. Cancellazione definitiva dell’Irap a beneficio di tutte le imprese. Taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori. Maxirateazione delle cartelle esattoriali.

Terzo Polo. Introduzione del minimo esente, pari ad al reddito necessario per vivere con al fianco una ”tassazione negativa” che aiuti a raggiungerlo. Abolizione dell’Irap e riordino dell’Iva. Introduzione del minimo esente come maxi deduzione dell’importo essenziale per sopravvivere; rimborso diretto di tutte le spese fiscali; unificazione della detrazione tra lavoro dipendente ed autonomo; detassazione per i giovani totale fino a 25 anni e al 50% fino ai 29 anni; tassazione negativa fino al raggiungimento del minimo esente. Detassazione solo per il 2022 di una mensilità fino a 2200 euro che le aziende potranno decidere di erogare ai dipendenti. Completamento dell’abolizione dell’I rap anche per società di persone, tra professionisti, di capitale ed enti non commerciali. Detassazione dei premi di produttività ed aumento a 2000 euro dell’importo dei fringe benefits per i dipendenti. Scivolo biennale con tassazione agevolata per chi rientra nel regime ordinario dalla flat tax avendo superato i 65.000 euro di ricavi annui.

Alleanza Verdi-Sinistra. Lotta all’evasione fiscale e all’elusione. E ancora: riforma dell’Irpef con l’aumento della quota esente e l’ali quota mobile, imposta sui patrimoni oltre 5 milioni di euro e tolleranza zero per l’elusione delle multinazionali e sui paradisi fiscali. Tassazione al 100% degli extraprofitti dei colossi energetici.

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