Lo slogan “Pace fiscale” e la flat tax hanno come sottotitolo in codice “evasori e elusori di tutt’Italia unitivi, piccoli e grandi!” sotto le bandiere della destra e specificatamente della Lega. La campagna dello schieramento progressista, e in particolare quella del PD, non è certo partita con il piede giusto. Insistere sul passato giovanile di Giorgia Meloni, sulla fiamma nel logo di Fratelli d’Italia, oppure su Putin amico della destra, sul presidenzialismo ricordando Mussolini,  rivela l’altra faccia della medaglia ovvero lanciare slogan privi di reali programmi su come realizzarli.

Sfidare la destra sul terreno dove la stessa acquisisce tanti consensi (immigrati e pace fiscale) facendo leva su un’antica ostilità di molti italiani verso lo Stato, DEVE ESSERE L’ALTERNATIVA del polo progressista: uno di questi punti è la “pace fiscale” in versione Matteo Salvini, verso la quale il Pd, nei fatti, da tempo “strizza l’occhialino” anziché – con coraggio politico e controcorrente – affermare che il potenziamento e la qualità di servizi universalisti (in testa la salvaguardia della salute e della formazione) sono erogabili a TUTTI solamente se si dispone di adeguate risorse finanziare, che provengono dalla fiscalità generale, con un maggior contributo (progressività) dei  ceti abbienti che ne hanno possibilità senza intaccare il loro livello di vita.

Anche la Cassazione parla di sanatoria ma in termini ben diversi dalla “pace fiscale” di Salvini. La Cassazione prevede che sono sanabili solo le controversie in cui il contribuente ha avuto ragione in entrambi i gradi di giudizio o almeno in parte. Si paga il 5 o il 20%, al fine di deflazionare il carico delle cause giacenti presso la Suprema corte. Secondo i più recenti dati, il 42,6% delle controversie civili prendenti presso la Cassazione è di natura tributaria (47.364 su un totale di 111.241). Da qui la necessità di prevedere una sanatoria. Per saperne di più aprire l’allegato

Gran bel posto! Come lo classifica oggi il catasto?

Alleghiamo QUATTRO articoli. Il primo:Quali paesi hanno la Flat Tax? Quanti l’hanno abbandonata?” del Centro dei Conti Pubblici Italiani (CPI) di Carlo Cottareli che offre un quadro sulla flat tax in Europa che così inizia < In Europa il sistema fiscale basato su un’aliquota fissa per tutti i contribuenti, la c.d. flat tax, esiste solo nei paesi dell’Est. In generale è stata adottata perché in precedenza questi paesi non avevano un vero e proprio sistema fiscale né un’amministrazione fiscale. L’esigenza di semplicità era quindi molto forte. In alcuni paesi la flat tax è stata adottata con aliquote marginale uguali alle aliquote massime del previgente sistema progressivo e dunque con l’esplicito obiettivo di aumentare il gettito. Negli ultimi vent’anni quasi tutti questi paesi hanno abbandonato quel sistema, in generale per aumentare il gettito fiscale e migliorare l’equità. Gli studi disponibili suggeriscono che la flat tax non abbia avuto effetti positivi sulla crescita e, per questa via, sul gettito fiscale. Il caso della Federazione Russa è quello in cui la flat tax sembra aver dato i risultati migliori. Tuttavia diversi studi suggeriscono che l’aumento di gettito che si verificò in seguito all’adozione della flat tax sia stato in realtà dovuto a profonde riforme nell’amministrazione fiscale e nella riscossione...> per proseguire aprire l’allegato o utilizzare questo link https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-quali-paesi-hanno-la-flat-tax-quanti-l-hanno-abbandonata?mc_cid=32bbd129d2&mc_eid=eafdbb123e

Il secondo e il terzo riguardano la riforma del catasto e la tassa sugli immobili che le norme di trent’anni fa hanno determinato una grave distorsione e ingiustizia. Le imposte che su di esso si basano cioè Imu, registro e successione favoriscono le aree più ricche del paese, il centro rispetto alle periferie, il nord rispetto al sud, le aree turistiche rispetto a quelle interne. I primi pagano meno del dovuto, i secondi invece pagano troppo. E poi milioni di locali,alloggi, case “fantasma” sfuggono alla registrazione! Giuseppe Pisauro, economista, in “ Le tasse sugli immobili sono un motore di diseguaglianza: eco come riformarle”, sulla punta n.7 che il quotidiano Domani dedicata al programma elettorale, offre un sintetico quadro della situazione attuale a avanza proposte, come si può leggere nell’allegato.

Il quarto. Antonio Zucaro, su Il Manifesto, in “Tassare i ricchi non è solo necessario ma possibile” così inizia < Da molti anni, nel nostro Paese le proposte di tassazione progressiva delle grandi ricchezze incontrano due obiezioni di fondo, anche a sinistra. La prima è l’impossibilità di superare il senso comune. Quel senso comune per cui le tasse sono un furto di Stato. Radicato anche nei ceti popolari, alimentato dal neoliberismo e dalla propaganda di destra, questo orientamento consolidato ha creato un fronte comune anti-tasse dai miliardari al popolo minuto. In particolare, nei confronti della tassazione delle grandi ricchezze si è diffuso il timore che si cominci dalle grandi per arrivare alle piccole, ovvero alla propria ricchezza..> (…) per proseguire aprire l’allegato.

Le dieci puntate del programma di Domani, diretto da Stefano Feltri, le potete trovare con questo link https://www.editorialedomani.it/programma

Articoli correlati sono quelli, già pubblicati su questo sito, sul Dataroom di Milena Gabanelli https://sindacalmente.org/content/battaglie-non-date/ e sulla “Riforma del catasto” di Stefano Olivari, su CPI, un clic qui https://sindacalmente.org/content/la-riforma-del-catasto/; e quello (allegato)La pace fiscale del centro-destra” di Niccolò Cattarelli su La Stampa.

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