Conoscere e “maneggiare” i numeri serve per accrescere la partecipazione, la democrazia reale; in periodo elettorale è doppiamente importante per non seguire “i canti di sirene” o “slogan strillati” oppure, altra faccia della medaglia, comunicati Istat apparentemente oggettivi stilati in 20 righe, che per i loro omissis diventano anch’essi messaggi ingannevoli, volutamente o in buona fede. La matematica per molti è noiosa,  ma consente di accrescere la conoscenza e la responsabilità in particolare quando le promesse e i programmi elettorali debbono essere definiti nei loro tempi di attuazione e nelle necessarie coperture finanziare.

Ma che c’entra la matematica? <…Credevo che la matematica e la democrazia avessero in comune solo calcoli semplici, come la somma tra i voti a favore e i voti contro (anche nella versione anti rappresentativa, che è l’uno vale uno). Sbagliavo. “L’elemento fondamentale che accomuna la matematica e la democrazia – mi spiega Chiara Valerio, scrittrice e autrice de “La matematica è politica” (Einaudi) – è che entrambe sono fondate su un  sistema di regole condivise. Norme accettate collettivamente, ma non assolute, e che dunque possono essere sempre ri-discusse e modificate…>.

Per proseguire nella lettura un clic qui https://www.huffingtonpost.it/entry/imparare-la-democrazia-con-la-matematica-chiara-valerio-ad-huffpost_it_5f706956c5b6cdc24c1a6108/ 

I messaggi ingannevoli sono promossi per orientare l’opinione – volubile – dei cittadini, gli slogan liberano dalla responsabilità di come realizzare un determinato obiettivo, ricercano l’adesione ponendo il focus sulle emozioni. Per contrastare un simile comportamento politico, assai diffuso è indispensabile un tipo di giornalismo che bandisca la spettacolarità dei titoli e il “doppio standard” per valutare i fatti e il comportamento dei politici e rappresentanti istituzionali. E’ una caratteristica ancora rara nel nostro panorama. Le comunicazioni, gli slogan ingannevoli si possono contrastare solamente con adeguate campagne di “controinformazione” caso per caso. Noi ci impegniamo a fare la nostra parte..prendendo esempio dalla metafora del “Colibrì e la foresta ch brucia”. Cosa significa “controinformazione”? Prendere una notizia ingannevole e fare il “controcanto”; ci spighiamo meglio con i due esempi che seguono.

Un clic per ascoltare Francesco De Gregori in “Mondo politico”, composta da Bob Dylan, https://www.youtube.com/watch?v=qVCoG-IB9mM In allegato il testo.

sito www.istat.it

Il primo riguarda il problema centrale del lavoro e dell’occupazione e i commenti al Report di Luglio dell’Istat, pressoché uniformi nel sottolineare <…Occupazione record a giugno 2022. È cresciuta soprattutto tra i giovani… e il numero degli occupati è tornato sopra quota 23 milioni…>. Il Report Istat si chiude con questo commento: <…A giugno 2022, dopo il calo registrato a maggio, il numero di occupati torna ad aumentare per effetto della crescita dei dipendenti permanenti, superando nuovamente i 23 milioni..Rispetto a giugno 2021, l’incremento di oltre 400mila occupati è determinato dai dipendenti che, a giugno 2022, ammontano a 18 milioni 100 mila, il valore più alto dal 1977, primo anno della serie storica. Il tasso di occupazione sale a 60,1% (valore record dal 1977), quello di disoccupazione è stabile all’8,1% e il tasso di inattività scende al 34,5%.>. Vedi il Report Istat con questo link https://www.istat.it/it/archivio/273511  e in allegato alcuni articoli di commento.

Perché consideriamo ingannevoli queste comunicazioni sulla crescita occupazionale? Per il semplice fatto che non si  fa nessuno riferimento e non si da alcuna spiegazione di come incida su quei dati occupazionali il nuovo metodo di conteggiare i lavoratori in Cig dopo l’adozione delle norme del Regolamento Eu in vigore da Gennaio 2021.  Prima di quella data <..“era classificato come occupato anche il dipendente assente da oltre 3 mesi che manteneva una retribuzione pari almeno al 50%”. Una casistica che nell’anno della pandemia ha un peso maggiore rispetto al normale, se si pensa a chi è in cassaintegrazione…>.  Dopo Gennaio 2021, invece  <..il lavoratore assente dal lavoro da più di tre mesi viene considerato non occupato – a prescindere dalla retribuzione se dipendente o dalla conclusione dell’attività se indipendente – a meno che non si tratti di lavoratori stagionali (con determinate caratteristiche) oppure assenza per maternità, malattia, part time verticale, formazione pagata dal datore di lavoro, congedo parentale se retribuito>.  Questo, come si legge in note precedenti dell’Istat, vuol dire che sia i lavoratori in Cig sia i lavoratori autonomi non sono considerati occupati, se l’assenza supera i 3 mesi. “In sintesi, la durata dell’assenza dal lavoro (più o meno di 3 mesi) diviene il criterio prevalente per definire la condizione di occupato”.

La Cig nei mesi primaverili di quest’anno ha subito una significativa flessione (un buon segnale di ripresa economica). L’INPS nel suo  “Osservatorio CIG” di Luglio 2022, comunica che a Maggio 2022 sono state autorizzate 54,7 milioni di ore per cassaintegrazione, il 19,8% in meno rispetto al precedente mese di marzo e il 74,8% in meno rispetto a maggio 2021. A Marzo 2022 il 26% delle ore di cassaintegrazione erano richieste a causa Covid.

Molti lavoratori che sono rientrati al lavoro come erano classificati? Quanti di essi sono stati conteggiati come aumento dell’occupazione? E’ eccessivo se consideriamo una “mezza bufala” alcune di quelle cifre di crescita occupazionale?

Andrea Garnero, economista dell’Ocse, su Twitter ha scritto che la differenza di rilevazione ha un grande peso sui risultati, nell’ordine di centinaia di migliaia di posti di lavoro: fa diminuire o aumentare il numero di occupati, aumentare il numero di inattivi in modo virtuale, ovvero cambiando il codice di classificazione ma non la realtà..

Il secondo esempio della nostra controinformazione riguarda gli slogan ingannevoli, in questo caso di Matteo Salvini, sull’immigrazione e sull’Italia porto dell’Europa (Lampedusa) chiamata a sopportare il maggior peso e disagio dell’immigrazione del medio oriente e area africana.

Blocco navale? Lo prpone il Centro-destra…

Maurizio Ambrosini in “Basta slogan incendiari”, su L’Avvenire, a proposito di immigrazione, realtà e propaganda scrive <Non stupisce che l’immigrazione sia assurta rapidamente a tema incendiario della campagna elettorale ormai avviata: lo conferma la visita del leader leghista Matteo Salvini a Lampedusa, con le dichiarazioni lunari, ruvide e infiammate che l’hanno accompagnata …..È bene partire dai dati per chiarire i termini della questione. Sono 42.324 le persone che quest’anno sono sinora sbarcate sulle coste italiane in cerca di asilo. Un dato un po’ più alto di quello del 2021 alla stessa data (30.180), ma da porre in rapporto con uno scenario mondiale in cui i rifugiati hanno raggiunto la cifra di 100 milioni, secondo le stime dell’Unhcr: il picco massimo da quando esistono statistiche sistematiche.

Non va mai dimenticato inoltre che altri Paesi della Ue accolgono più rifugiati di noi: nel 2021 la graduatoria delle prime domande di asilo (Eurostat) ha visto ancora una volta al primo posto la Germania (148.200), seguita dalla Francia (103.800) e dalla Spagna (62.100).  L’Italia era quarta (43.900), davanti alla piccola Austria (36.700). È singolare come la narrazione vittimista di un’Italia subissata dai profughi a fronte di un’Europa indifferente continui a riscuotere un notevole successo, anche al di fuori del fronte sovranista (…) per leggere l’articolo un clic qui  https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/basta-slogan-incendiari

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *