REGOLE CONTRATTUALI E CONFLITTUALITA’ – G.Bianchi – sindacato 4/5/11

L’attuale contesto di conflittualità tra sindacati non giova a nessuno ed aggiungendosi alla deriva che sta lacerando le altre istituzioni rappresentative in reciproche delegittimazioni, allontana ulteriormente le condizioni per una crescita in grado di fornire risposte ai gravi problemi occupazionali in atto. In precedenti situazioni di crisi le parti sociali hanno dimostrato capacità nel concordare soluzioni contrattuali coerenti con le esigenze di sviluppo del paese, sostenute da un impegno unitario dei sindacati e da una forte legittimazione rappresentativa.

Il paese ora propone problemi non meno impegnativi ma le condizioni di competizione tra i Sindacati rendono erratica la capacità di giungere a soluzioni condivise. Nello stesso settore metalmeccanico le contrapposizioni esasperate del caso Fiat convivono con il raggiungimento di soluzioni unitarie, come nel caso Electrolux, in presenza di analoghi problemi di riorganizzazione nell’utilizzo degli impianti, per non parlare poi dei molteplici e pacifici rinnovi dei contratti nazionali in presenza di casi insoluti che inquinano i rapporti intersindacali.

Questi elementi contraddittori non chiamano tanto in causa la cassetta degli attrezzi contrattuali, che non sono mutati nell’alternarsi delle diverse stagioni contrattuali.

L’assetto contrattuale in Italia ha mantenuto nel tempo una sua continuità strutturale, aprendosi ad un uso bilanciato sia del contratto nazionale che del contratto aziendale, di cui si è sempre saputo fare buon uso, accentuando, a seconda delle esigenze, il ruolo dell’uno o dell’altro polo contrattuale.

Ciò che è venuto meno è una condivisa percezione degli interessi dei lavoratori nelle condizioni eccezionali provocate dalle tensioni competitive del nuovo capitalismo globale, che da un lato spostano l’asse a favore della contrattazione aziendale e dall’altro pongono problemi inediti di ricontrattazione dei cosiddetti “diritti acquisiti” a sostegno dell’interesse primario dell’occupazione.

Non è la prima volta che si è posto il problema della disponibilità dei diritti dei lavoratori all’interno di una strategia di scambio volto alla ricostruzione delle tutele che tenga conto dell’evoluzione dei contesti entro i quali tali diritti sono stati costruiti. Il realismo contrattuale, orientato da una trasparente valutazione costi/benefici, ha indotto i Sindacati a trovare soluzioni condivise, anche nelle condizioni più sfavorevoli, sapendo che l’interruzione del gioco contrattuale avrebbe indebolito la tutela del lavoro e la legittimazione delle rappresentanze collettive.

Non diversamente stanno facendo i Sindacati in altri paesi e in altre aziende coinvolte in situazioni in crisi. Si pensi alla Germania o alle aziende automobilistiche USA, dove i Sindacati non hanno rinunciato ad assumere un forte ruolo istituzionale che è stato pagato con sacrifici ma che ha assicurato agli stessi sindacati una forte continuità rappresentativa. La mancanza in queste esperienze di condizioni di pluralismo sindacale non ha escluso faticose mediazioni tra le diverse anime presenti nelle stesse Organizzazioni unitarie.

Ciò che può essere richiesto nell’attuale situazione sindacale italiana è la convergenza su qualche principio unitario con cui dare agibilità ad un assetto contrattuale che offre sufficienti margini di flessibilità. Si tratta di prevedere alcune regole con cui validare i contratti stipulati, non unitariamente, e di assicurare l’esigibilità di quanto pattuito nei confronti di tutti i lavoratori, una volta ratificato dalla maggioranza degli interessati. Regole attraverso le quali attivare una competizione non distruttiva tra i Sindacati e che potranno favorire future convergenze a vantaggio delle piattaforme contrattuali che risulteranno più efficaci nel sostenere nuova occupazione, soddisfacendo un obiettivo primario proposto dal  mondo del lavoro.  

In allegato la Nota N.17 dell’ISRIL “Regole contrattuali e conflittualità intersindacli”

Allegato:
Nota ISRIL N. 17-2011 – Regole contrattuali e conflittualità intersindacali.doc

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