OTTUSITA’ POLITICA, VIOLENZE, SENTENZE – A.Serafino – Tav & territorio

Fari accesi e sensibilità elevata per i media se il tema è quello dell’ordine pubblico ( violenze nel corso di manifestazioni), riflettori al minimo e disattenzione sulle valutazioni economiche e sociali che stanno alla base delle stesse manifestazioni. I direttori delle testate, come dei TG, con i loro titoli hanno quindi grande discrezionalità per influenzare, in un modo o nell’altro, l’opinione pubblica e la politica. Nel contempo possono aiutare o ostacolare la democrazia partecipata, il favorire o meno l’orientamento di un cittadino con cognizione di causa. Nel nostro paese l’informazione è quella che abbiamo sotto gli occhi. Il caso del SìTav e NoTav è negativamente esemplare.

Anche nella recente intervista a Bruno Manghi, sulle pagine locali de La Repubblica del 29 luglio, il titolo “Così il movimento getta al vento i suoi successi” è stato scelto in alternativa ad altre frasi – ben più significative – che ribadiscono “…che ormai è tutto chiaro: il Tav non è utile o poco utile come opera”. Manghi afferma che i sostenitori del SìTav si fanno scudo di affermazioni generiche “..c’è lo chiede l’Europa” o peggio ancora si scade nella retorica indimostrabile del “ Cavour l’avrebbe fatta..”, quest’ultima è un’affermazione ripetuta alla noia dagli ultimi due sindaci del centro-sinistra torinese (Sergio Chiamparino e Piero Fassino). Manghi per le stesse affermazioni pubblicate sulla rivista Il Mulino, con altri contributi di economisti critici sulla grande opera, subì il veto del Pd regionale e della Presidente Mercedes Bresso per la candidatura alle elezioni politiche del 2008. Finì come sappiamo:male! Se non cambia la qualità dell’informazione non può crescere la responsabilità popolare alle scelte ed il populismo ( anche il "viva Cavour", arruolato d’autorità a Sì Tav) trova ampie praterie.

L’informazione torinese e quella made Italy preferisce tenere in primo piano gli episodi di violenza, di questo o quel gruppo antagonista al fine di decretare il fallimento del movimento NoTav che non sarebbe più in grado di mantenere il controllo del variegato movimento che è sempre più, per ragioni obiettive, antagonista anche con gruppi attratti dalla violenza. Eppure fin dal suo sorgere i NoTav hanno bandito la violenza e grazie ad una solida matrice contestatrice gandhiana non sono soliti ad arretrare. Negli ultimi mesi debbono però fare i conti con altre anime antagoniste, e questo quadro è ben descritto dall’intervista (allegata) resa da Sandro Plano, presidente della Comunità Montana, a Carlo Lania ( Manifesto del 24 luglio) che lo incalza con domande per nulla generiche sulla violenza e su chi guida nei fatti il movimento.

Ricordiamo tanti titoli gridati o meno sulla violenza, sulle pietre, sull’invocazione di leggi speciali e dell’utilizzo dell’esercito ma molto pochi sono stati e sono gli articoli con titoli che rimandino all’ottusità della politica, al suo arroccamento per dimostrare chi comanda, alle metafore che sollecitano a schierarsi. In altre parole alla povertà di analisi e di proposta della politica locale come di quella nazionale del governo dei tecnici e degli”esperti”.

Nel mese di Luglio sono accaduti fatti importanti per la Valle Susa.

Si è pronunciata la magistratura con quattro diverse sentenze (allegate) che in gran parte hanno derubricato i pesanti addebiti ricostruiti dalla Digos e dai Pubblici Ministeri.

La politica ha mostrato ancora una volta la corda ed ottusità ( arroccamento e rivalsa) con la decisione del Pd Regionale e Torinese di espellere i leader locali di Avigliana che, in coerenza con il loro mandato, hanno dato sostegno alla lista civica vincente nella recente elezione amministrativa; e poi di commissariare il Circolo Pd di Giaveno perché la grande maggioranza dei loro iscritti sarebbe “fuori linea” rispetto il verbo del Pd Torinese.

In questo contesto segnaliamo il manifesto murale affisso in Torino ed altri Comuni di Esposito-Foietta-Boccuzzi “C’è chi tira le pietre e sfascia il paese. Noi stiamo con chi lavora”. La presa di posizione critica contro i provvedimenti disciplinari resa pubblica da esponenti di primo piano del Pd Torinese e Regionale: Lepri, Merlo, Boeti, Pentenero, Gariglio e Laus”. Ha destato sorpresa per la concomitanza degli eventi, anche se in parte era attesa, l’abbandono di Antonio Ferrentino ( pur mantenendo la carica di consigliere provinciale)  di SeL  per ritornare al Pd.

Sempre in Luglio è montata la campagna contro Livio Pepino per trasformarlo in un anti GianCarlo Caselli cosa che deforma i rilievi critici giustamente sollevati per la tipologia dei reati scelti dalla Procura per giustificare gli arresti in Valle di Susa anziché assumere provvedimenti restrittivi più idonei (es. arresti domiciliari). Per  mettere  in cattiva luce e sminuire le osservazioni di Livio Pepino, l’on. Esposito non ha esitato di utilizzare forme di delegittimazione politica dello stesso sparlando a sproposito ed in modo deformato dell’attività del figlio in altre parti del mondo.

Ancora un’annotazione su informazione e politica. Il dossier della Comunità Montana Valle Susa e Sangone che punto su punto controbatte ai 14 punti che Mario Virano ha inserito, per conto del Governo, sul sito di Palazzo Chigi, ha avuto poco risalto sui media nazionali e torinesi.  Non solo la politica torinese e regionale smentisce se stessa dando il via libera (esplicito o tacito) per utilizzare per il traffico su gomma la seconda canna del traforo del Frejus, in costruzione, progettata per sole finalità di sicurezza e d’interventi d’emergenza in caso d’incidenti, con ciò accentuando la non credibilità della politica e dei suoi rappresentanti.

Mario Virano ha rimpiazzato Rainer Masera nella Commissione Intergovernativa Italia-Francia per la Torino-Lione. La sovrapposizone d’incarichi di Virano (Cig Italia Francia, Commissario governativo  per il corridoio 5, Presidente dell’Osservatorio Torino-Lione, Coordinatore del piano per le compensazioni) è commentato dai sostenitori del Sìtav  come “una coerente unità di comando”, per i Notav “una commistione ed un conflitto d’interessi grave , nonché un verticismo decisionale che mina la partecipazione”. Commistione che vanifica anche la gran mole di studi e ricerche condotte dallo stesso Osservatorio Torino-Lione: come dimenticare l’indicazione di Mario Virano al suo insediamento di “ dare forza ai numeri, condividerli per operare con razionalità…” ed ora sentirlo declamare che “…gli scenari muteranno e questi giustificheranno le scelte operate…”, low cost e megatunnel, anzi megatunnel e stop e viva Cavour!

Anche sul problema sollevato dal governo francese per verificare costi e priorità della Torino-Lione la risposta italiana è, diciamo, disinvolta rifugiandosi nel richiedere più soldi all'Europa, dimostrando di ignorare – da parte di troppi politici – le norme che regolano i finanziamenti per le tratte transfrontaliere e la consistenza del bilancio dell'Unione Europea. Finora il governo italiano, il plurincaricato Mario Viarno hanno risposto alle domande dell'ing Angelo Tartaglia, già esperto nell'Osservatorio, che riproposte nell'articolo in allegato.

E’ per l’antagonismo sociale e quello politico? Cosa è stato detto dal fronte Sì Tav è ben noto, lo abbiamo ascoltato in tutte le versione anche quelle più deformanti della realtà. Non ci ritorniamo per ragioni di spazio. Per il fronte Notav alleghiamo affermazioni tratte dai loro siti, dichiarazioni  di Alberto Perino (per il quale Manghi scomoda il riferimento ad Andreas Hofer dell’epoca napoleonica, vedi nota 1). Nell’allegato “Resistere molto obbedire poco” si può ben cogliere la natura dell’antagonismo di comitati storici valsusini come “spinta dal bass” , mentre nelle dichiarazioni di Alberto Perino ed altri “..le regole d’ingaggio le decidiamo noi” si cela la vera difficoltà del movimento antagonista-non violento della valle di Susa. Difficoltà coperte con un’ambiguità non certamente utile. Meglio sarebbe ammettere che qualche volta si subiscono le iniziative di anime violente il che comporta la necessità di isolarle e se del caso estrometterle.

Abbiamo certamente dimenticato qualcosa, segnalatecelo utilizzando info@sindacalmente.org in modo da aggiornare il presente articolo con una sorta di redazione a distanza.

Seguono14 allegati

 

Nota 1- Chi era Andrea Hofer? «Noi ci batteremo come cavalieri antichi, e Dio e la Santa Vergine ci daranno la loro benedizione » (Paolo Gulisano, Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone, Ancora, p.97) . Andreas Hofer (San Leonardo in Passiria, 22 novembre 1767Mantova, 20 febbraio 1810) è stato un oste, comandante e patriota tirolese. Noto anche come Generale Barbòne[1], fu il comandante delle milizie tirolesi insorte contro la Baviera nel 1809. Fin dal XIX secolo, è considerato come uno dei più eminenti patrioti del Tirolo.    Vedi www.wikepedia.org

 

Allegato:
manghi_su_no_tav_e_vallesusa.pdf
sentenze_e_rinvii_a_giudizio_luglio_2012.doc
intervista_a_sandro_plano_24-7-12.doc
resistere_tanto_obbedire_poco_spinta_dal_bass.doc
lestremismo_ed_i_cronisti_boffano_29-7-12.pdf
giaveno_commissariata_def.doc
assalto_alle_reti_e_campeggio_giaglione_andolfatto.doc
virano_rimpiazza_masera_tav.doc
ferrentino_va_al_pd_repubblica.pdf
francia_potrebbe_rinunciare_ad_alcune_nuove_linee_tgv.doc
commissione_dinchiesta_francese_ok_per_to-lione.pdf
dossier_comunita_montana_18-7-12.doc
manifesto_esposito-foietta-boccuzzi.doc
sconvenienza-to-ly-tartaglia-21-6-11.pdf

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