La Cisl accetta la “coperta corta”

La Cisl prosegue nella filastrocca dei “vedremo”. Luigi Sbarra, prima si è sottratto dalla mobilitazione con Cgil e Uil dichiarando di volere “vedere” la conclusione dei tavoli tematici con il governo senza spostare un piede nelle piazze (una dichiarazione perlomeno stravagante per un sindacalista), poi ha proseguito con il  volere “vedere” le decisioni del Consiglio dei Ministri, quindi ha insistito per “vedere” il testo (che ha tardato giorni per scontri nella maggioranza) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Intanto Cgil e Uil constando i tanti NO del governo alle principali richieste presentate a suo tempo  unitariamente da Cgil,Cisl, Uil hanno avviato gli scioperi nazionali con manifestazioni regionali. Luigi Sbarra ha operato un tardivo risveglio convocando una manifestazione Cisl a Roma per il 25 novembre.

La Cisl ha dichiarato di non unirsi a Cgil e Uil negli scioperi perché attende e auspica miglioramenti alla Legge di bilancio nel dibattito parlamentare. E’ però ben noto che il governo ha impegnato la sua maggioranza di centro-destra a non presentare emendamenti. Le richieste che Luigi Sbarra rilancia pe r”migliorare” la manovra che ritiene con “molte luci” richiedono di allargare la “coperta corta” di molto, tanti tanti miliardi. Il Governo sembra disponibile a presentare un proprio maxiemendamento per rimodificare il calcolo della pensione nella PA, in particolare per i medici in rivolta, purchè le modifiche siano a costi invariati per la legge di bilancio, ovvero tagliare da altre parti. Perché Luigi Sbarra rilascia interviste (vedi allegato) non rimarcando queste cose ben pubblicizzate dalle fonti di governo? Solo un vuoto di memoria o una pubblicità ingannevole della Cisl, che chiede tante cose in più pur accettando abtoto collo la “coperta corta”?

Savino Pezzotta, presidente del’Associazione Prendere parola, in “La strategia attendista della Cisl…aspettando Godot”, sollecita la Cisl a “cambiare passo e registro” con questo articolo, pubblicato su http://www.prendereparola.it, e sulla pagina di Fb, anche sul sito https://www.laportadivetro.com/post/24-novembre-sciopero-regionale-sindacato-confederale-debole-pesa-la-governite-della-cisl

<< Sono uomo di altra generazione, come presidente dell’associazione Prendere parola esprimo in questo articolo un sentire comune manifestato nell’incontro di sabato 11 novembre a Milano.

Debbo pertanto confessare che non sempre riesco a comprendere le ragioni di certe posizioni del mio sindacato e pertanto mi sento in dovere di avanzare osservazioni con il preciso scopo che si pervenga a un chiarimento. Non solo a non capire poiché mi capita sovente di incontrare iscritti, lavoratori e lavoratrici che mi esprimono lo stesso sconcerto.

…aspettando Godot

In questi giorni, leggendo le cronache sindacali su diversi quotidiani ho avuto la sensazione che la Cisl abbia, fatto nuovo nella storia del sindacalismo, elaborato la strategia dell’attesa. Questo ha portato alla mia mente la pièce di Samuel Becket, che è incentrata sul tema dell’attesa e principalmente dell’attesa vana. Infatti, rappresenta l’attesa di due, Estragon e Vladimir, di un certo Godot, che ha dato loro appuntamento. Il luogo e l’orario dell’appuntamento sono vaghi.

Come sembra si stia svolgendo il confronto con il Governo mi chiedo ma la Cisl aspetta …Godot?

Questa strategia dell’attesa potrà creare delle simpatie da parte del governo, ma dubbi tra i lavoratori e le lavoratrici. Soprattutto, oggi che è in atto un duro attacco al diritto di sciopero. Di cui il ministro “del fare” è il più accanito sostenitore. Oggi tocca a CGIL e Uil ma non è detto che domani non tocchi alla CISL.

Modestamente consiglio alla Cisl di cambiare passo e registro!

Anch’io sono convinto che è sempre importante tenere un piede al tavolo del confronto con il governo ma credo che sia altrettanto necessario spostare l’altro piede nelle piazze con Cgil, Uil e le tante Associazioni.

Quando si è conquistato un posto al tavolo non significa  “inchiodarsi ai tavoli” perché l’inchiodarsi fa perdere la necessaria flessibilità che è l’elemento importante del confronto con le controparti, il riferimento non può essere esclusivamente il tavolo a cui si è seduti ma valutare se dal confronto emergono interventi su ciò che i lavoratori e le lavoratrici ritengono siano le priorità del paese e i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori e dei poveri. Con al centro la sanità pubblica, e il sistema di Welfare che resta l’unica politica che pratica il principio di uguaglianza.

Quando si sta a tavolo di confronto con le Istituzioni non bisogna mai dimenticare che si è a quel tavolo perché si rappresentano persone concrete e non per meriti personali. Apprezzo molto che si richiami il principio di responsabilità ma questo non può essere una nube che copra ritardi e volontà di non cogliere le richieste sindacali e rinviare nel tempo le soluzioni perché il governo dichiara che la “coperta è corta”.

Si lanciano strali contro l’austerità ma nel contempo la si pratica nel concreto. Inoltre, si svuota il riferimento alle priorità indicate, a luglio 2023, nell’interessante documento programmatico della Cisl “La cura della persona e la priorità del lavoro”.

La Cisl continua ad aspettare e sollecitare risposte dal governo ma inspiegabilmente si sgancia dall’unità d’azione con Cgil e Uil per ottenerle. Non mi sembra una buona strategia. Se esistono differenze di orientamento con Cgil e Uil va aperto un confronto e soprattutto con i lavoratori e le lavoratrici.

Dopo mesi di confronto bisogna prendere atto che le risposte del Governo auspicate, sollecitate e attese da Luigi Sbarra sono come  Godot, si annuncia il loro arrivo ma non arrivano. Quelle che arrivano sono di tutt’altro tono.>>.

articolo in progress da completare in giornata con allegati

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