ILVA, HERA, CDP – V.Comito – casi per nuova politica industriale

Aziende, territorio, investimenti, occupazione. Vincenzo Comito in “Acciaio, servizi locali e finanza” esamina il degrado del sistema imprenditoriale italiano che da tempo non reinveste gli utili, o non reperisce risorse, per investimenti ed ammodernamenti degli impianti. Esamina tre casi di aziende che operano in campi molto diversi: l’acciaieria Ilva, la multiutilty Hera  in Emilia e Marche, e la Cassa Depositi e Prestiti. E’ pubblicato sul sito www.sbilanciamoci.info che sepre più si qualifica come laboratorio per un nuovo modello di sviluppo. L’articolo di Comito può essere un pro-memoria per definire una politica industriale che produca innovazione e occupazione.

L’Ilva è stata ceduta ai privati nel 1995 ma il cosiddetto “capitale di rischio” che i privati dovrebbero essere propensi a ben gestire non è stato indirizzato alla modernizzazione degli impianti ed ora la più grande acciaieria d’Europa – oltre ai problemi della sicurezza e della salute – è esposta alla concorrenza di produttori esteri più competitivi. Il problema è lucidamente esposto da Comito.

Il caso Hera, nei servizi pubblici locali è assai diverso ma offre lezioni altrettanto importanti. E’ una multiservizi a controllo pubblico che opera in Emilia Romagna e Marche, costruita aggregando molte aziende municipalizzate locali. La trasformazione dimensionale ha finito per mutare il comportamento seguendo quello “di mercato”, distribuendo utili agli azionisti ( in questo caso Comuni bisognosi di liquidità), trascurando investimenti ed innovazioni, aumentando le tariffe.

Il terzo caso è quello della Cassa Depositi e Prestiti che fino al 2003, con il controllo del Tesoro, svolgeva il suo compito istituzionale di raccogliere i depositi postali ( una quantità ingente di liquidità) e di impiegarli per gli investimenti degli enti locali. Poi il governo decise di privatizzare la struttura, trasformandola in società per azioni, inserendo nel capitale le fondazioni bancarie, mentre allargava i suoi obiettivi di intervento a sostegno di progetti privati, nonché il finanziamento e la partecipazione al capitale delle imprese. La partecipazione al capitale da parte delle Fondazioni è stata poca cosa mentre le stesse hanno ottenuto un potere di co-decisione molto rilevante, spesso frenando l’attività della CDP nel settore dei finanziamenti agli enti locali. La CDP dovrebbe privilegiare gli investimenti che creano occupazione e innovazione tecnologica, oltre ad un suo rientro nella pubblicizzazione.

Comito sottolinea la necessità per i tre casi di radicali mutamenti di strategia che rimandano a progetti industriali che il governo dovrebbe sostenere.

Chissà se la campagna elettorale si misurerà a fondo ( e non per volatili citazioni) per definire la rotta di una politica industriale del paese?

Allegato

Acciaio, servizi locali, finanza: il degrado del sistema Italia Vincenzo Comito su www.sbilanciamoci.info

 

Allegato:
tre_casi_per_una_nuova_politica_industriale_comito.doc

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