IL VERO RITARDO DELL’ITALIA – F.Fubini – poca ricchezza prodotta nonostante più ore lavorate-

Il vero ritardo dell’Italia? Il lavoro crea poca ricchezza. Federico Fubini, su Economia del  Corriere delle Sera, commenta i dati di “Penn World Table”, che raccoglie e compara i dati dal 1961 al 2017 sul  prodotto annuale per ogni lavoratore attivo. Se i leader vari dedicassero mezza giornata alla Penn World Table, forse capirebbero quello che serve e non serve per risalire dal fondo alle classifiche, consapevoli che oggi in Italia un occupato in media lavora in ogni anno l’equivalente di oltre due mesi in più di un collega tedesco per produrre poco meno di lui.

La Penn World Table è una banca dati che racconta quante persone lavorano, quante ore e quanto prodotto interno lordo viene generato in ciascun Paese da decenni. Se i politici la leggessero, vedrebbero che non parlano mai (eccezioni, poche) di quel che davvero non va: un anno di lavoro di una persona in Italia produce sempre meno valore rispetto a tutti i principali concorrenti; eravamo nettamente davanti oltre trent’anni fa, siamo stati superati o stiamo per esserlo oggi. (…)

Siamo a un punto tale che ormai, in media, un’ora di lavoro in Germania genera in media 65 dollari di prodotto lordo, una in Francia 60 ma una in Italia appena 50: tedeschi e transalpini sono rispettivamente più efficienti del 30% e del 20%, a costi orari simili. La debolezza dei redditi e condizioni di lavoro così sgradevoli da far sognare (e votare per) le pensioni anticipate: tutto nasce da qua. E non c’è “decreto dignità”, o flat tax, o bonus 80 euro in grado di sciogliere questo nodo che tiene prigioniero il Paese. Quelle misure sono costose aspirine per un male diverso, e più serio.

(…) Ma il percorso dal quale si è arrivati qui dovrebbe sollevare sospetti: l’Italia è il solo Paese del gruppo dove un anno di lavoro di una persona produce meno valore rispetto all’inizio del secolo; l’apertura a miliardi di nuovi consumatori nel mondo, il digitale e l’automazione, tutto è passato senza effetti. O addirittura con effetti negativi, ma solo in un Paese. Dal Duemila gli altri hanno aumentato il prodotto annuo per addetto di 11 mila dollari (Francia, Germania) o dieci mila (Gran Bretagna, Spagna). Noi lo abbiamo diminuito di duemila.

Difficile pensare sia colpa dell’euro, e non solo perché fanno meglio tutti gli altri Paesi con la stessa moneta. In realtà l’Italia era in vantaggio in termini di dollari prodotti all’anno per ciascun lavoratore trent’anni fa (più 16 mila sulla Germania, più 6.700 sulla Francia), ma già dal 1990 inizia a perdere terreno fino a subire il sorpasso in questi anni.(…) Tutto questo ha ricadute per la qualità della vita,

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