CRISI, DEMOCRAZIA E DITTATURA DEI MERCATI – redazione – globalmondo Eu 10/12/11

La crisi mette in evidenza, in maniera clamorosa, l'errore di aver sottovalutato l'integrazione politica europea insieme a quella finanziaria. L’accordo in sede Ue del vertice del 8-9 dicembre è un passo in avanti ma ancora parziale. I contenuti dell’intesa escludono ancora un ruolo della BCE di garante dei debiti sovrani (Eurobond) in sostituzione dei titoli di stato nazionali. L’intesa è stata caratterizzata dall’asse Francia-Germania, hanno aderito 23 paesi e altri tre si accingono a farlo. Secco no della Gran Bretagna per proteggere le norme più vantaggiose ( speculative) delle sue banche.

Non è il caso spolverare le tesi care ai sostenitori dei complotti tecnocratici o rileggere le risoluzioni delle Bierre, degi anni 70, sullo STATO Imperialista delle Multinazionali (SIM), come ci ricorda Lanfranco Pace su Il Foglio, per avvertire che esiste ai giorni nostri il dominio impersonale di tecnici senza nome e senza volto che manovrano per ottenere effetti  schizofrenici sul mercato internazionale della finanza, dove con un clic si spostano in pochi secondi miliardi di scommesse e di flussi finanziari.

Torna così d’attualità una questione cruciale a cui il mondo occidentale scosso dal precipitare dei mercati pensava di aver già dato una risposta affidandosi alla virtù taumaturgica dei mercati. Il pensiero politico ritorna ad interrogarsi su chi spetta decidere, e in rappresentanza e con il consenso di chi. “In realtà questo processo che ha portato a una progressiva cessione di sovranità – spiega al Mese Nadia Urbinati, professoressa di Teoria politica alla Columbia University di New York e opinionista de la Repubblica – è in atto da tempo.

In Europa è iniziato nella fase in cui si è proceduto a costruire l’integrazione del mercato e quella monetaria, ottenuta anche con una devoluzione della sovranità dei singoli Stati a un livello continentale di decisioni in materia di regole e norme in alcuni settori importanti dell’economia. Si è trattato di una politica basata sul consenso dei singoli paesi: ciascuno ha autonomamente deciso questa strada perché la riteneva conveniente per l’interesse proprio e di tutti”.

Il mercato, le bestie feroci del mercato come li ha denominati il premier Monti,  può essere placato solo da un recupero straordinario di comando politico che è possibile soltanto a livello di istituzioni europee. Per questo è un errore politico fermarsi all’interno della cornice nazionale.

L'Europa è più unita senza la Gran Bretagna? Forse. Al vertice europeo di Bruxelles, Londra si è opposta a un rafforzamento della governance economica, l'Ungheria l’ha seguita per poi prenderne le distanze. Non c'e' accordo a 27, ma si va avanti a 17 ( eurozona) + 9 ( membri della Ue).

 

I 26 sono concordi per nuove regole su unione fiscale, riforma del fondo salva Stati e prestiti all'Fmi. La questione  eurobond è invece rinviata di sei mesi. Il Fondo Salvastati viene potenziato di 200 miliardi, tramite richiesta di disponibilità al Fondo monetario internazionale. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy. "La leva per potenziare il fondo salvastati Efsf sarà utilizzata in tempi rapidi – ha detto- e abbiamo anche raggiunto l'accordo sull'anticipo dell'entrata in vigore del fondo permanente Esm, dal luglio 2012". 

 

In assenza di unanimità pe deliberare in sede di Commissione Europea, i 26 Stati hanno deciso di adottare le nuove misure anticrisi "attraverso un trattato internazionale che deve essere firmato a marzo o prima", con l'obiettivo di "incorporare questi provvedimenti nei Trattati dell'Unione il prima possibile".

 

Allegati per saperne di più

Allegato:
Crisi e democarzia_Urbinati.doc
Per salvare l’Italia_Prospero.doc
Accordo per patto fiscale senza Gran Bretagna.doc
La dittatura dei mercati e i cittadini disarmati_Viale.doc
La miopia di Francia-Germania_Prodi.doc

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