STECCHE E TRABALLAMENTI GOVERNATIVI – redazione – politica & manovra 10/12/11

Stecche e traballamenti del governo per l’equità e la crescita. Erano tre le gambe ( rigore, crescita,equità) che dovevano sorreggere la manovra del governo Monti per mettere i conti pubblici sotto controllo e togliere l’Italia dalla mannaia dello spread sui titoli di stato. Nel decreto governativo del 4 dicembre quelle tre gambe sono squilibrate ed il tavolo traballa, di molto, tanto da far ritrovare l’unità delle tre Confederazioni sindacali sulle richieste di modifica e sulla mobilitazione, proclamando – dopo sei anni – uno sciopero generale unitario di tre ore per Lunedì 12 dicembre. L’equità è stata annunciata ma non praticata. E ciò consente alla destra populista che ha governato l’Italia fino a qualche settimana fa di ritornare a galla agitando un repertorio tanto pericoloso quanto accattivante, com’è accaduto nel cosiddetto Parlamento Padano convocato giorni fa dalla Lega , a Vicenza.

La manovra varata, l’orchestra governativa diretta da Mario Monti, è incappata in clamorose stecche. Le più clamorose: la non salvaguardia del potere d’acquisto alle pensioni minime e medio-basse ( per intenderci 1.400 € netti), l’annullamento delle quote per l’andata in pensione d’anzianità (scalone anziché scalini); le insufficienti detrazioni per l’ICI per la prima casa, la non progressività della stessa sulla seconda casa, nessun intervento a favore della famiglia come nucleo sociale.  Sono rimandati ancora i veri provvedimenti di equità e giustizia che i cittadini italiani attendono ormai da troppo tempo:

  • L’imposta patrimoniale, intesa come strutturale e non come fugace “una tantum” e applicata con i criteri della progressività previsti dalla Costituzione;
  • La riduzione secca di quelli che impropriamente sono stati definiti giornalisticamente “costi della politica” nei due sensi della diminuzione secca degli emolumenti di parlamentari, Presidenti, assessori e consiglieri regionali, Sindaci, assessori dei Comuni superiori a 50.000 abitanti. Rispetto ai Parlamentari, Presidenti, assessori e consiglieri regionali va contemplata anche l’abolizione dei privilegi in materia pensionistica, abolendo i vitalizi e allineando tutti al sistema contributivo. Approntamento di termini di “tetto” limitante stipendi, prebende, liquidazioni di manager pubblici e privati;
  • Avvio di piani straordinari per l’occupazione giovanile nei settori strategici dell’intervento pubblico a partire dall’assetto del territorio e del risparmio energetico ( green economy);
  • Piano per l’abbattimento, a breve, di una quota rilevante del  debito pubblico.

Grande discussione si è aperta nell’area che ha votato il governo Monti ma non è una maggioranza programmatica. Discussioni di tono e contenuti diversi tra area di centro-destra e di centro-sinistra.

 

Qui alleghiamo alcuni interessanti articoli che riguardano l’area del centro-sinistra e riproduciamo un comma del decreto governativo in cui esiste un impegno preciso a ridurre sensibilmente l’indennità dei parlamentari e dei manager pubblici.

 

Allegati

Allegato:
L’azione riformista_Letta.doc
Convergenze per modifiche su pensioni, Ici_Baretta.doc
Cancellare quella norma_Merlo.pdf
Cinque nodi dell’equità_Boeri.pdf
Di Pietro accusa il governo.pdf
E’sbagliato dividere il centro sinistra_Vendola.doc
Intervista a D’Alema_9-12-11.doc
la-sfida-dei-montiani-del-pd_Il Foglio.pdf

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