APPIATTITI, SUBALTERNI O VENDUTI? – V.Rieser – sindacato & storia – 5/4/11

Vittorio Rieser invia la lettera in allegato a proposito della nota La Cisl contro il sindacato giallo di  Avonto,Ferigo,Serafino,Tridente pubblicata sul sito il 27 marzo, inviata a “La Repubblica”  ed al Segretario Nazionale della Fiom Giorgio Airaudo per le falsità storiche contenute in  un articolo del giorno precedente. La nota è stata pubblicata con una precisazione di Paolo Griseri, alla quale Toni Ferigo ha replicato sul sito. La lettera di Rieser derubrica, a nostro avviso con troppa generosità, ad “inesattezze filologiche”  quelle affermazioni di Airaudo che per noi sono suonate come “ falso storico”. Rieser si sofferma anche  su  alcune affermazioni di Toni Ferigo usando un pungiglione per nulla leggero. Per meglio farvi un’idea, con lo scritto di  Rieser alleghiamo quello di Ferigo, già presente nella cartella “commenti”.

 

Cari compagni,

                         avevo letto a suo tempo su Repubblica il pezzo di Griseri con Airaudo e Bellono, e non vi avevo visto nulla di scandaloso: anzi, mi pareva un "richiamo unitario" a una Cisl del passato, che non era certo estremista, ma piuttosto democristiana, ma che sapeva prendere decisioni coraggiose come quella del 1958. Certo, avevo notato anch’io le inesattezze "filologiche" (dato che, pur essendo un ragazzino, seguivo già allora le vicende Fiat): sapevo bene che quel vergognoso volantino non era della Fim, così come conoscevo le motivazioni "formali" della rottura coraggiosa tra la Fim e 100 dei suoi 113 membri di Commissione Interna Fiat nel 1958.

 

Le "inesattezze filologiche" sono state opportunamente corrette dalla vostra lettera. Ma a questa tu hai voluto aggiungere un commento che mi sembra francamente spropositato (cioè "non a proposito").

 

Al di là delle motivazioni formali (che certo sono importanti, perchè riguardano il rapporto tra Commissione Interna e sindacato, che fu al centro del dibattito degli anni ’60, e da cui nacque poi l’idea dei delegati), mi sembra chiaro che la rottura con la maggioranza dei  suoi membri di C.I: fu decisa dalla CISL perchè questi erano subordinati alla Fiat. "Subordinati" non significa necessariamente "venduti". Quando l’attuale FIM si appiattisce sulla linea Marchionne, essa è subordinata – nessuno pensa che sia "venduta". Quindi, se vogliamo, è "autonoma", perchè "autonomamente" si appiattisce sulle posizioni della Fiat – anche se ci sarebbe da riflettere su quale grado di autonomia abbia rispetto al proprio centro confederale…

 

Mi pare che, dall’articolo "incriminato" di Griseri, venisse fuori una questione di fondo. Negli anni ’50, la CISL, nei suoi organi confederali centrali, appoggiò la rottura con un settore locale della FIM giudicato subordinato al padrone. Oggi, il meccanismo sembra funzionare in senso inverso: è la CISL centrale che spinge le sue articolazioni di categoria ad accettare i vari "modelli Marchionne", "modelli Sacconi", ecc. E voi, nella vostra quotidiana e meritoria battaglia contro questi "modelli contrattuali", lo sapete meglio di me.

 

Termino con un’osservazione maligna. Toni attribuisce alla replica di Griseri la dignità di un’argomentazione da "gesuiti del Seicento". Forse è troppo onore, per una banale replica giornalistica. Ma, nella replica di Ferigo, io vedo, non uno stile gesuitico del ‘600, quanto lo stile del PCI stalinista di molti anni passati: dove gli "eretici" venivano costretti (o si sentivano in dovere) di difendere, con "eccesso di zelo", il proprio partito, anche sulle cose più indifendibili.

 

Del resto, purtroppo, la CISL – anche quella torinese, a partire fin dalla "gestione Manghi" degli anni ’80 – si è caratterizzata per un’applicazione burocratico-repressiva del centralismo assai vicina a quel vecchio "modello"…

con immutato e fraterno spirito unitario

                                                            vittorio rieser

 

 

Caro Vittorio,

                        è bene augurarsi "polemiche" con questo tono. Un sano non essere d’accordo è il sale per una sana unità. Una battuta per dare il senso dell’atmosfera. Lo scontro tra gesuiti del 600 , ammirati da Vittorio, e lo stalinismo di Ferigo, che non lo ha mai ammirato, è simpaticamente titanica. Anche perchè sia i gesuiti che Stalin andarono in seminario e impararono bene!

Con affetto    Toni Ferigo

 

Allegato:
Ignoranza, insulti e malainformazione_Ferigo.doc

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