Lula for president
Il 2 ottobre si vota per la presidenza del Brasile. Inacio Lula, dopo la revoca nel 2021 delle condanne subite, è in campo con una coalizione di nove partiti contro Bolsonaro. I sondaggi davano scontato un successo al primo turno ma ora il presidente in carica, grazie ad un decreto d’urgenza, distribuisce soldi e sostegni, che durano fino a dicembre, come mai si era visto. Così è risalito nei sondaggi rendendo problematica la vittioa di Lula al primo turno. Alleghiamo tre articoli che offrono un quadro di riferimento compreso il rilevante ruolo degli evangelici brasiliani pro Bolsonaro.
Il Fatto Quotidiano pubblica una articolo di Albertini che ricostruisce la storia di Inacio Lula. Così inizia < Alcune migliaia di sostenitori del partito dei Lavoratori (PT) si sono radunati allo stadio di Natal, nel nord-est del Brasile, il 16 giugno scorso, per assistere al comizio di Luiz Inácio Lula da Silva, o semplicemente Lula. “È il miglior presidente che abbiamo mai avuto. Per chi, come me, vive in una baracca, Lula è simbolo di speranza. Se Dio vuole, ci tirerà fuori da questa situazione complicata. Dopotutto, l’ha già fatto una volta”, osserva Aracina, che è venuta allo stadio con i due figli.
La traiettoria politica di Lula si fonde con quella del PT, che l’ex presidente brasiliano, 76 anni, ha co-fondato nel 1980, a San Paolo, diventandone la figura centrale. Lula “occupa un ruolo indiscusso di primo piano nel partito, anche grazie al legame di fiducia che ha saputo instaurare con gli elettori più poveri”, spiega André Singer, portavoce del primo governo Lula, docente di Scienze politiche e autore del libro “Os sentidos do Lulismo”, in cui ha definito il “lulismo” come la promessa di uno Stato sufficientemente forte per ridurre le diseguaglianze senza rimettere in discussione l’ordine stabilito.
Secondo lo studioso, questo rapporto privilegiato con le classi più modeste si deve alle politiche sociali portate avanti da Lula durante i due mandati presidenziali (2002-2006 e 2006-2010), ma non solo. Si deve anche alla sua storia personale.
Lula è un analfabeta diventato presidente: “Un caso unico nella storia brasiliana. La maggior parte degli uomini politici in Brasile proviene dall’élite”, continua Singer. È nato a Caetés, nello Stato di Pernambuco, il 27 ottobre 1945. In questo piccolo borgo dell’est del Brasile, per rendere omaggio al presidente, visto che la casa in cui è nato è andata in rovina, ne è stata costruita una copia: una catapecchia di tre stanze minuscole comunicanti tra loro e una sola finestra. Il progetto è stato realizzato da un cugino di Lula, Eraldo Ferreira, che spera di trasformare Caetés in un luogo di pellegrinaggio.
Ma è tutta la vicenda personale di Lula a alimentare il mito politico: il padre assente, la passione per il calcio, il dito perso in un incidente sul lavoro, la fede cattolica, in un Paese dove la religione ha il suo peso anche in politica, la morte della moglie durante il parto. Secondo Fernando Morais, autore di una biografia di Lula, il calcio e il sindacalismo lo hanno aiutato molto a superare il lutto.
In particolare, è stata l’esperienza sindacale a spingere Lula ad entrare in politica, soprattutto dopo gli scioperi del 1978-1980, in piena dittatura militare. Nella regione industriale di San Paolo, l’importante mobilitazione sociale sfidava il regime militare, al potere dal colpo di Stato del 1964, per la terza volta in tre anni. Lula, leader del movimento, che appena alcune settimane prima aveva partecipato alla creazione del PT, fu arrestato e trascorse trentuno giorni in prigione.
Zé Dirceu, la vendetta. Venti anni dopo aver diretto la campagna che portò la sinistra brasiliana per la prima volta al governo – e il fondatore della Centrale unica sindacale Lula da Silva, alla presidenza della Repubblica – il mitologico José Dirceu (l’inventore politico di Lula, il suo stratega, l’uomo che mise la cravatta all’ex tornitore Lula e lo presentò agli imprenditori di San Paolo) è tornato. Ed è tornato cattivo. (..) per proseguire aprire l’allegato “E’ tornato Dirceu, lo stratega di Lula”
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