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PIL GIU’ SOLO EUROZANA – N.Cacace – Globalmondo

Il Pil del pianeta riparte. Giù solo l’eurozona.Guardando le ultime stime disponibili sul Pil mondiale nel 2013, di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, si ha l´ennesima prova della stoltezza delle politiche europee, di cieco rigore. I dati mostrano uno scenario del Pil a tre velocità, paesi emergenti veloci, paesi industriali che hanno ripreso a marciare ed una sola eccezione negativa, l´Eurozona il cui Pil è in recessione per il secondo anno consecutivo. Se cercavamo un´altra prova del fallimento delle politiche economiche europee basate sull´austerità e sul rigore, fini a se stesse, senza alcuna attenzione a cresci ta ed occupazione, i dati ce la danno "ad abundantiam".

Quest´anno il Pil mondiale crescerà del 4%, malgrado la crisi dell´eurozona, mentre il Pil del mondo senza i 17 paesi dell´euro crescerà del 5%. I dati parziali stimati per la crescita del Pil nel 2013 sono i seguenti: Cina 9%, altre grandi economie emergenti asiatiche 6%, Asean (Indonesia, Malaysia, Filippine, Tailandia, Vietnam) 5%, America latina, 4%. Africa 3,5%. Europa centrale ed orientale, 3%. Australia 2,6%. S.U. 2,5%. Giappone, 1,5%. Eurozona – 0,5%. Italia – 1,5%. Dopo l´anno di crisi mondiale del 2009, col Pil che scese quasi il 15%, la ripresa mondiale c´è stata, dapprima lenta sino al 2012, col Pil cresciuto poco più del 3% annuo e poi più sicura quest´anno, con Pil previsto crescere più del 4%.

Va detto però che questa ripresa è stata sinora Jobless, senza occupazione, soprattutto senza occupazione per i giovani. Come sempre capita in periodi di crisi, si bloccano prima le assunzioni prima di licenziare. E così i paesi industriali dell´Ocse lamentano 26 milioni di giovani (15 – 25 anni) disoccupati, mentre la Banca mondiale parla di 262 milioni di giovani inattivi, quasi la popolazione degli Sati Uniti (311 milioni). Naturalmente l´Italia che partiva già svantaggiata da livelli occupazionali più bassi, solo 56% di occupati rispetto alla popolazione in età da lavoro 15 – 65 anni, rispetto al 65% europeo ed al 72% del nord Europa, ha sofferto di una disoccupazione giovanile più alta, del 38%, seconda in Europa solo a Grecia e Spagna.

La crisi mondiale innescata da una finanza predatrice si è subito trasformata in crisi economica da domanda, che le diseguaglianze crescenti degli ultimi decenni hanno alimentato. La scintilla partita dai pacchetti velenosi costruiti da una finanza senza controlli ha subito innescato le fiamme di un calo di domanda delle popolazioni impoverite da politiche redistributive della ricchezza profondamente sbagliate, quelle che hanno creato la società dei due terzi, un terzo sempre più ricco a spese dei due terzi sempre più poveri. È il dato delle diseguaglianze con il conseguente calo della domanda delle masse impoverite, che spiega la giustezza di politiche monetarie di manica larga, come quelle della Fed in America e della banca centrale giapponese che non hanno prodotto inflazione affatto.

Politiche opposte a quelle di stretto rigore monetario e fiscale seguite da una Europa guidata dai tedeschi che pretendono di guidare oggi la macchina come fossero ancora ai tempi della repubblica di Weimar.

Sono queste politiche sbagliate che stanno portando l´Europa, soprattutto l´Europa dell´euro, in un cammino senza sbocchi. Oggi siamo l´unica macchina del mondo, tra quelle più ricche e quelle meno, che va a marcia indietro e condanna i suoi giovani, e meno giovani, ad un brutto destino. Dobbiamo chiedere con forza che il nuovo governo porti a Bruxelles i dati dell´eccezione negativa di eurozona, unica area in recessione nel mondo, li sbatta sui tavoli della contrattazione, per chiedere che politiche monetarie e fiscali di solo rigore, quelle dettate da politici incolti che si fanno guidare da sondaggi che guardano alla Weimar degli anni trenta più che a Roma, Parigi e Berlino di oggi, sono da cambiate, e senza neanche aspettare i tempi delle elezioni tedesche.

Nicola Cacace    sul suo Blog

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