Partecipazione politica
La partecipazione politica in Italia – Rielezione di Sergio Mattarella: sconfitta e schiaffo per i partiti – L’indagine su “La partecipazione politica in Italia” pubblicata dall’Istat a metà del 2020, richiamata da Sabino Cassese nella trasmissione “1/2 ora”, fornisce alcuni dati che possono fare comprendere il nodo centrale della crisi dei partiti e della loro clamorosa sconfitta nella vicenda della riconferma di Sergio Mattarella, con una marea di voti che lo colloca come il secondo presidente più votato dopo Sandro Pertini. Ricordiamo due soli dati, rinviandovi alla lettura dell’allegato: il 74,8% delle persone (da 14 anni in su) partecipa alle vicende della politica solamente in modo indiretto (informandosi e parlandone in diversi modi e con diversi strumenti), solamente l’8% partecipa in modo diretto e attivo (comprendendo manifestazioni e cortei).
Il testo integrale del Messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Parlamento in seduta comune nel giorno del giuramento. Palazzo Montecitorio, 3 febbraio 2022. Allegato
In Italia, in questa legislatura, sono stati messi in campo tre governi con maggioranze diverse tra partiti che si erano definiti all’ultimo appuntamento elettorale (2018) “alternativi”, senza mai ricorrere alla partecipazione diretta del voto elettorale dei cittadini, e senza neppure adeguare una legge elettorale che tenga conta della riduzione dei seggi elettorali per il Parlamento. Problema che permane come “scusante” per non consentire ai cittadini di esprimersi ma dipendere dal “teatrino” insopportabile ormai della politica sui social e talk show vari. In Portogallo, 24 ore dopo la tormentata vicenda del Quirinale che ha lasciato pesantissimi strascichi, una crisi politica molto grave (rottura dell’alleanza di governo di centro sinistra guidata dal socialista Costa) è stata risolta con un coraggioso ricorso al voto popolare che ha conferito la maggioranza assoluta parlamentare al premier dimissionario.
Illustrazione di Marilena Nardi su Domani del 30-1-22
Oltre alla partecipazione negata (mancato voto dei cittadini perchè non si VUOLE modificare una legge strampallata e inidonea rispetto la riduzione dei seggi parlamentari) esiste da tempo anche il problema dell’informazione corretta negata e di quella offerta in modo caricaturale, se non addirittura menzognera, rispetto alla realtà delle dimaniche politiche.
Il ruolo dei leader politici e del loro modo di utilizzo dei social, quello dei garndi media (e loro direttori) che vogliono non già raccontare i fatti della politica ma condizionarla con le loro interpretazioni, è accompagnato dall’agonia del vero senso critico, che per essere tale deve essere accompagnato dal senso della misura delle parole evitando così le deformazioni della realtà al limite dell’ingannevole .Anche una informazione dimezzata può alla fine diventare menzognera. Ogni diverso parere è sempre classificato sui media come rottura, spaccatura o malpancismo: alla faccia del pluralismo delle idee e delle proposte. E’ una scelta grave e tragica per la democrazia partecipata…In un’epoca in cui il dibattito moderno è stato cancellato è assai più facile proporre una serie di cornici vuote, o tutt’al più riempite di petizioni di principio, dopo le quali si approda a qualche solenne e generica banalità. Nella politica abbondano non tanto le doppie strategie per questo o quel partito (piano A o B che sia, cosa del tutto logica) ma la doppiezza del’agire che è tutt’altra cosa. E si è ampiamente visto nelle vicende del Quirinale.
La rielezione di Sergio Mattarella nella situazione data del degrado politico italiano può anche essere una “boccata d’ossigeno” (Marco Tarquinio sull’Avvenire sotiene qualcosa in più https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ecco-il-vero-patriottismo) utile e necessaria, ma tale rimane per una realtà politica che rimane grave e debole per affrontare le tre emergenze (sanità, economia e sociale) richiamate dal Sergio Mattarella al momento del suo “rimettersi al servizio” in rispetto alla volontà del parlamento. In attesa del rinnovamento della politica, di nuovi e affidabili leader politici, sottolineiamo che le principali cariche istituzionali (Premier del governo, Presidente della Repubblica, Presidente della Corte Costituzionale) sono ricoperte da over 75 e over 80, maschi, e formuliamo un grande augurio che conservino buona salute. Gli impegni per il 2022 sono molti e difficili: solo per l’attuazione del Pnrr il nostro paese deve realizzare 100 obiettivi per ottenere la seconda e terza rata di prestiti e finanziamenti a fondo perduto per un totale di 45,9 miliardi lordi. Anche per questo è positivo che Mario Draghi continui ad essere premier. Molta strada dobbiamo percorrere per un rinnovamento…per questo tutti dobbiamo metterci in marcia. Una domanda? Dove sta il sindacato? Ora è focalizzato su congressi (Cisl) o assemblee organizztive (Cgil) … e sulle pensioni. Anche su questo versante del sindacalismo molte cose sono da rimettere in discussione perchè si possa fare evolvere la democrazia partecipata per una strategia che risponda alle grandi priorità di questo periodo.
Guido Melis in una classe politica fallimentare (un clik per aprire il collegamento) in un severo articolo esprime il suo giudizio su un ceto politico imbelle: incapace di trovare un accordo per eleggere la più alta carica dello Stato, si è ritrovato costretto ad arrendersi, ricorrendo alla figura carismatica del presidente uscente
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