Fca sceglie la piattaforma Psa per la Polonia – Indotto in crisi in barba ai 6,3 mild ricevuti- Fca produce mascherine e la Miroglio chiude a Govone.

Foto LaPresse – Linee di montaggio

La scelta della piattaforma francese Psa per lo stabilimento di Tichy in Polonia mette in stand-by l’indotto italiano. Tutte le city car di Fiat «saranno targate» Psa. In crisi anche ricambi e assistenza . Fca invia una letter, in inglese, all’indotto italiano dicendo di smettere le produzioni per la Polonia. Fca produrrà mascherine e la Miroglio chiude una fabbrica. C’è qualcosa di paradosso in questi fatti dei primi giorni d’Agosto.

Il primo. Fca che nelle settimane scorse ha ricevuto il prestito di 6,3 miliardi da Intesa San Paolo, con garanzia dello Stato, con la garanzia che sarebbe stato utilizzato a protezione dell’occupazione della filiera auto motive italiana, cambia rotta e invia una lettera, in inglese, ai fornitori dell’indotto italiano (in Piemonte occupa circa 58.000 lavoratori, per un ricavo superiore ai 18 miliardi di euro), in cui si legge del raggiungimento di un accordo tra FCA e PSA per la produzione all’interno del medesimo impianto polacco di utilitarie che sfrutteranno come base la già nota piattaforma Psa – CMP. La stessa da cui prendono vita Peugeot 208, Citroen C3 e C4 e la Opel Corsa sfruttando una concreta modularità che permette l’installazione di motori tradizionali ma anche elettrici. (per più notizie aprire gli allegati)

Il secondo. Trema l’occupazione per l’automotive (non dimentichiamo che la “promessa” dell’auto elettrica se implementata implica con il nuovo motore una consistente riduzione di particolari meccanici e di mano d’opera, stimata fino al 30% di una linea motori tradizionali) ma nel contempo Fca annuncia l’avvio, agosto-settembre, l’allestimento di linee di produzione per mascherine chirurgiche a Mirafiori e a Pratola Serra (Avellino) per una produzione giornaliera di 29 milioni e circa 600 lavoratori. (vedi allegati)

Il terzo – Chi ben possiede le conoscenze e l’esperienza per produrre le mascherine di protezione per il Covid-19, come l’antica azienda tessile piemontese, la Miroglio di Alba mette in liquidazione il suo stabilimento di Govone (stamperia tessile) con 150 dipendenti. (v.allegato)

Che significato avevano i tanti comunicati delle scorse settimane? Quelli dei sindacati, della Regione, del Comune, della maggioranza dei partiti, di consenso alla strategia annunciata in questi mesi sia da Elkan e Gorlier (la fusione con Psa e poi per avere i 6,3 miliardi), sia verso la scelta operata dalla Miroglio di Alba, con la riconversione di alcuni reparti per l’avvio della produzione di mascherine (nel periodo di piena emergenza, quando mancavano!). Quei fiduciosi comunicati, alla luce dei fatti, esprimevano forse più desideri che il voler indagare a fondo la realtà. Un atteggiamento politico-culturale che continua? Sarebbe più comprensibile e convincente produrre le mascherine chirurgiche in aziende tessili e dare certezze di crescita produttiva-occupazionale nel settore auto motive.

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