LA VAL SUSA NON E’ VALLE GIULIA – A.Sofri – società & politica

Adriano Sofri dice la sua a proposito del tanto discusso confronto, ripreso dalle telecamere, tra un giovane No Tav arrabbiato e offensivo  e un mutissimo e immobile carabiniere. In seguito quel giovane di 28 anni ha dichiarato che quello suo modo di esprimersi, di reagire è conseguente al senso di paura che prova quando si trova di fronte alle forze dell’ordine in assetto  di sommossa. Sofri ricorda Pasolini, più volte citato da più parti e a sproposito, riguardo la sua famosa difesa ( era il primo marzo del 1968) dei poliziotti attaccati dai giovani sessantottini "figli di papà". È tutto cambiato, dice Sofri, ma un consiglio, citato letteralmente, resta valido: "In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori".

L'articolo di Sofri così inizia:

"Meglio lasciar stare Pasolini, era un'altra cosa, un altro tempo. Si chiamano valle tutte e due, Valle Giulia e la Val di Susa: ma la differenza è chiara, no? E poi non l'hanno mai letta la famosa poesia del "Pci ai giovani", se no non citerebbero sempre quei quattro versi, e sbagliando anche la citazione.

Era parecchio lunga, quella poesia, e se la leggessero per intero si stupirebbero di quello che dice. E comunque i manifestanti della Val di Susa non hanno per lo più "facce da figli di papà", e i poliziotti non sono più soltanto, per fortuna, "figli di poveri", venuti dalle periferie, "i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa…".

Poliziotti e militanti si assomigliano molto di più adesso, e non so quali siano andati più assomigliando agli altri, né quale conferma ne caverebbe Pasolini. Il giovane militante (dall'accento meridionale, che non è un addebito, si deve poter manifestare in qualsiasi lingua in qualsiasi punto del mondo, gli addebiti riguardano solo i comportamenti) che fronteggia sfotte e insulta il carabiniere muto è un'altra cosa anche e specialmente perché c'è una telecamera che li riprende.

Il manifestante parlava già a un destinatario di cui non vedeva la faccia, ed era inevitabile che da un certo punto in poi regolasse il suo gergo sulla telecamera che le registrava. L'episodio è stato irreparabilmente degradato dall'aggressione di ieri alla troupe del Corriere che l'aveva ripreso."

In allegato

Allegato:
gli_insulti_del_manifestante_e_il_silenzio_del_carabiniere_sofri.doc
la_poesia_di_pasolini_1968.doc

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