LA MANOVRA DEL DRAGONE – redazione – Bce & globalmondo 20/12/11

Il banchiere centrale europeo come un idraulico. Se ne discute troppo poco, eppure è cosa della massima importanza. In questi giorni si è ritornato un modo di discutere simile ai mesi passati, tanti argomenti sollevati, aprirne uno nuovo lasciando a metà quello del giorno prima. Rischio calderone. Il problema affrontato da Mario Draghi è quello nodale per l’economia, il credit crunch, la stetta crediizia. Il governatore della Bce, anziché inondare l’economia di denaro liquido, stile Ben Bernanke con la Federal Reserve, preferisce sturare i condotti intasati dei vasi comunicanti per riportare in equilibrio i flussi monetari. Lo ha spiegato ieri al Financial Times, alla vigilia della manovra alla quale il presidente della Bce affida un ruolo cruciale. Si tratta di operazioni a lungo termine attraverso le quali le banche possono finanziarsi all’uno per cento per 36 mesi, senza limiti. In Italia hanno già acceso un dibattito che divide gli esperti. Da martedì prossimo, 20 dicembre, la Banca Centrale Europea darà avvio all’enorme manovra che dovrà sostenere l’Euro ed i suoi mercati. Le banche dell’Eurozona potranno accedere ad ingenti prestiti (al modico tasso 1%) della durata di 36 mesi, rinnovabili, presso la Bce e le Banche centrali dei rispettivi Paesi. La sola BCE ha reso disponibile un plafond fino al tetto di 2.000 miliardi di Euro.

Le “garanzie” che le banche dovranno offrire potranno consistere in:

  •  titoli di debito sovrano al loro valore di rating,
  • obbligazioni emesse dalle stesse banche che accedono al credito,
  • crediti cartolarizzati da parte di clienti dalle medesime banche.

Lo scopo dichiarato di questo enorme intervento? La Bce si aspetta di ottenere i seguenti risultati:

  • sblocco del credito interbancario,
  • ripresa del credito alle imprese,
  • sblocco della segmentazione nazionalistica del mercato dei titoli pubblici,
  • buon andamento delle aste dei debiti sovrani in scadenza a marzo.

In parole povere, oltre a consolidare l’Euro, Mario Draghi spera di “convincere” le banche dei paesi del Nord Europa ad investire di nuovo in titoli pubblici del Sud Europa.

Basti dire che, dal 2007 ad oggi, i capitali investiti in Italia e Spagna si sono letteralmente dimezzati (44%).

 

Allegati

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La strategia di Draghi_Cingolani su Il Foglio

European Bank scheda grafica

 

 

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