INTERCETTAZIONI: LE NOVITA’ IN COMMISSIONE – politiche & democrazia – 25/7/10

La commissione Giustizia della Camera ha concluso il 22 luglio l’esame degli emendamenti al ddl intercettazioni. Ecco la sintesi del disegno di legge, un testo molto diverso da quello licenziato dal Senato. Riproduciamo la scheda di sintesi pubblicata da Rassegna Sindacale del 23/7/10.

Addio legge Falcone. Se si indaga contro reati di criminalità organizzata non mafiosa non si avranno le stesse facilitazioni previste per quelli di mafia. Con il ddl si cancella l’art. 13 della legge Falcone (n. 203 1991). Quindi diventerà quasi impossibile intercettare organizzazioni criminali dedite, ad esempio, a usura o a reati contro la pubblica amministrazione.

Udienza filtro. Cambia il testo del Senato. Si potranno pubblicare le intercettazioni considerate rilevanti ai fini delle indagini dopo un’udienza tra il gip e i legali delle due parti. Passano anche alcune proposte dell’Udc e del Pd, come il termine di 45 giorni per l’udienza filtro.

Limiti. Sarà possibile chiedere proroghe di 15 giorni in 15 giorni per allungare la durata degli ascolti, e non più di tre giorni alla volta come diceva il testo uscito dal Senato. Per i reati più gravi il limite è di 40 giorni prorogabili di 20 in 20. Approvata anche la modifica sulle indagini contro ignoti: si potranno intercettare le utenze anche di soggetti diversi dagli indagati se ci sono gli elementi per ritenere che quell’utenza sia attinente ai fatti per i quali si procede.

Obbligo di rettifica per i blog. Confermato l’obbligo per i blog di pubblicare le rettifiche entro 48 ore.

Reati intercettabili e ruolo Pm. Intercettabili tutti i reati più gravi (mafia, terrorismo, sequestro di persona) e quelli puniti con più di cinque anni di reclusione, compresa la corruzione. È compreso anche lo stalking. Ogni volta che il pm chiederà l’autorizzazione a intercettare sarà il Tribunale distrettuale del capoluogo in composizione collegiale a dover decidere. Solo sulla richiesta dei tabulati telefonici basterà il via libera del Gip. Prevista la sostituzione del pubblico ministero che farà dichiarazioni sul procedimento a lui affidato o se svelerà segreti.

Talpe. Chi passa ai cronisti atti del procedimento coperti da segreto rischia fino a 6 anni di carcere, diventando a propria volta intercettabile.

“Cimici’. Si potranno piazzare microfoni anche in automobili o uffici. Torna il concetto di ‘privata dimora’: il divieto di mettere ‘cimici’ varrà solo per le abitazioni private, a meno che non si sappia che lì si stia svolgendo un reato. Cade il termine dei tre giorni per le proroghe.

Sanzioni. Un mese di carcere o una multa fino a 10mila euro per i giornalisti che violano la legge. Gli editori dovranno invece rispondere solo della pubblicazione delle intercettazioni ‘irrilevanti’ di cui è stata ordinata la distruzione. Ma la sanzione sarà inferiore rispetto al Senato: dalle 50 alle 200 quote, cioè una pena massima di 300 mila euro. Le intercettazioni ‘rilevanti’ potranno essere pubblicate dopo l’’udienza-filtro’ (quella nella quale si fa la selezione tra gli ascolti ‘rilevanti’ e ‘non’). Quelle irrilevanti resteranno custodite in un archivio.

Cade privilegio parlamentari. Eliminato ogni privilegio per i parlamentari ascoltati per caso su utenze di terze persone. Al Senato era stata inserita la norma secondo la quale sarebbe stata necessaria l’autorizzazione delle Camere di appartenenza anche per ascoltare parlamentari intercettati su utenze intestate a terze persone

Casi Iene e D’Addario. Fino a tre anni di carcere per chi fa registrazioni in maniera fraudolenta come la escort Patrizia D’Addario o come le Iene. Il testo del Senato cambia: la pena era dai sei mesi ai quattro anni.

Clero. Se ad essere ascoltato è un sacerdote, il pm deve avvertire la diocesi. Se è un vescovo, la segreteria di Stato vaticana

 
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