IL CASO ITALIANO DELLA P.A. – G.Melis – dopo il voto del Senato riforma in porto –

La Pubblica Amministrazione è il vero caso italiano. A giudizio della Ue, degli invesitori di altri paesi e di moti italiani. Dopo le “battaglie” parlamentari, molto identitarie per i rispettivi partiti, e le critiche dei sindacati,  la riforma della PA sembra giungere in porto. Guido Melis, sul Il Mulino, traccia un bilancio nell’articolo “Molte luci e qualche ombra..”  (allegato). Tra le luci indica quattro punti, definiti pilastri. Scrive Melis:

  1. il primo è l’intervento sulla dirigenza, che mira a realizzare come in altri Paesi un’élite, cioè un corpo snello, moderno, responsabile, ringiovanito, dotato di poteri effettivi, valutato e soprattutto mobile nelle funzioni e nel territorio.
  2. Secondo pilastro è il reclutamento del personale, la riforma dei concorsi. Il concorso in Italia è legge dal primo Novecento (1908, prima che in Francia, 1946), ma spesso è vanificato dalla cooptazione, seguita dalla inevitabile stabilizzazione.
  3. Terzo pilastro, l’informatica negli uffici e la piena realizzazione della cittadinanza digitale
  4. Quarto pilastro, infine, la semplificazione diffusa, cominciando dalla eliminazione di realtà parassitarie, come certe società partecipate degli enti locali create solo a uso della politica delle spoglie e finendo con la riforma del procedimento, della prassi, del linguaggio persino.

Prosegue. Ci sono poi le semplificazioni sulle conferenze di servizi, l’introduzione del silenzio-assenso (in parte corretta da un emendamento alla Camera), la riforma delle camere di commercio, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro degli impiegati (con soluzioni interessanti), le misure su trasparenza e lotta alla corruzione ecc. Molte le deleghe (troppe): e qui vedremo se la riforma godrà, nei palazzi, del necessario consenso di chi quelle norme attuative dovrà mettere su carta.

Conclude. La riforma, come sempre è accaduto, avrà molti nemici. Magari, come ci insegna la storia, sin nelle stesse stanze del potere. Perciò, a conti fatti, la responsabilità maggiore, come sempre, starà in capo alla politica. Di bei progetti irrealizzati sono pieni gli archivi.

Allegato

  • Molte luci e qualche ombra sulla riforma della PA  Guido Melis Il Mulino 21-7-15

 

 

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