I LEADER E LE GUERRE – R.Prodi – i politici spingono alla guerra e i militari frenano…-

Romano Prodi in Quando i politici scatenano le guerre mentre i militari frenano, su il Messaggero e sul suo blog, riflette su I leader e le guerre, la democrazia non può fondarsi sull’emozione. Così inizia. Pasqua è festa di pace ma non sembra che questo sia oggi il sentimento dominante. Abbiamo guerre dappertutto e ne abbiamo di tutti i tipi. (…) Se non si pensa alle loro conseguenze, le guerre non finiscono mai. Nella politica tradizionale erano soprattutto i militari a preferire le soluzioni conflittuali.

Oggi stiamo assistendo ad un inatteso cambiamento: proprio coloro che hanno esperienza delle cose militari e della realtà dei conflitti spingono i politici alla prudenza. Si rovesciano cioè le tradizionali posizioni che vedevano i leader politici più riluttanti ad entrare in conflitto rispetto ai responsabili militari. Questo cambiamento si è accentuato negli ultimi tempi, da quando sono arrivati al vertice dei governi persone che non avevano mai avuto esperienza diretta della guerra e delle sue conseguenze. Non è un caso che Bush senior, che aveva personalmente vissuto la guerra, abbia arrestato l’allargamento del conflitto Iracheno mentre Bush junior l’abbia proseguito fino alla catastrofe. E nemmeno è un caso che Clinton si sia spinto nei Balcani  più avanti di quanto non lo consigliavano i suoi consiglieri militari e che i leader francesi e inglesi abbiano  sottovalutato così pesantemente la dimensione dell’ impegno militare in Libia (…) per proseguire aprire l’allegato

 

Allegato:
quando_i_politici_scatenano_le_guerre_mentre_i_militari_frenano_prodi.doc

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