I 20 anni dell’euro
Gas e luce guidano i rialzi dei prezzi dal 2002 a oggi – Michela Finizio, su Il Sole, raccoglie e commenta i dati relativi a 20 anni di euro: confronta i prezzi espressi in valori attuali dalla bolletta (+35%), del pane, casa, sigarette, colazione al bar e carburante per l’auto. Dalla nascita dell’euro ai giorni nostri è sempre stata l’energia a tenere banco sul fronte dei prezzi. È questo il trend che emerge dall’analisi del Sole 24 Ore per quanto riguarda il mercato di gas e luce, oltre che sul complesso di beni e servizi.
Negli ultimi dodici mesi si sono impennate in particolare le tariffe dell’energia. Infatti, le offerte di gas naturale per un utenza domestica standard, sono cresciute del 60% e quelle dell’elettricità del 20 per cento. Il Governo sta definendo misure per tutelare maggiormente le famiglie a basso reddito e le imprese energivore, ricercando le risorse finanziare che non contempli un nuovo indebitamento pubblico. Nel dettaglio la spesa media annua proposta sul mercato tutelato per un’utenza domestica standard è passata da 980 a 1.578 euro da gennaio a dicembre 2021 per il gas naturale. E da 523 a 592 euro per l’elettricità. Per quanto riguarda il mercato libero a prezzo fisso, si è passati da 1.191,5 a 1.916 euro per il gas naturale e da 635 a 807 euro per un’utenza elettrica standard.(vedi allegato con tabelle e grafici).
Poche sono a tutt’oggi le scelte per contrastare il rialzo dei prezzi dove si originano più per ragioni speculative finanziarie e molto meno per ragioni economiche. I profitti delle grandi imprese energetiche e degli intermediari delle vendite a futuro sono ancora un tabù per le scelte politiche e sono spesso considerati come positivo lievito per il mercato libero (che libero non è per nulla!).
Perché vendere l’energia da fonti rinnovabili con lo stesso incremento di prezzo delle energie fossili (gas, petrolio) che sono la causa dell’innesco iper-inflattivo? Perché non utilizzare le scorte (acquistate con prezzi pre-inflazione) con prezzi calmierati?
Sono ancora poche le voci su questi cruciali problemi. Elsa Fornero in “Crisi energetica, tassare i profitti” riassume brillantemente una lezione di economia e finanze suggerendo alla fine di tassare i profitti “straordinari” senza però indicare con quali criteri si potrebbero certificare gli “straordinari”. (vedi allegato)
Il sindacato è sempre (!!!) impegnato sulla priorità per le uscite anticipate dall’età pensionistica, mentre appare più logico, per una questione sociale, scegliere la priorità per una rivalutazione consistente ( non già di pochi euro ma di molte decine di euro) delle pensioni minime, inoltre è urgente correggere il grave errore operato con l’Accordo interconfederale del 2009 (Confindustria, Cisl e Uil) con la definizione dell’Ipca, l’indicatore dell’Indice Prezzi Comparato Armonizzato) depurato dall’inflazione importata, che regola la contrattazione nazionale che ha contrastato in minima parte l’erosione del potere d’acquisto dei salari. (vedi alleagti)
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