Festa in famiglia…

I Congressi della Cisl da tempo sono diventati eventi per presentare un’immagine ai media (sempre meno interessati a seguire, tranne nei casi in cui intervengo grandi nomi del governo e della politica) e per ratificare scelte di segretari generali già definite poco prima dei congressi. Lo Statuto materiale della Cisl è questo, assai lontano dallo spirito delle norme. Anche da quanto  indicato nella presentazione qui https://www.cisl.it/cose-la-cisl/. E’ un metodo che garantisce un elevato controllo sulla definizione delle segreterie territoriali e categoriali da parete dei vertici nazionali e/o regionali. Funziona, ma i prezzi collaterali diventano sempre più elevati: disattenzione e bassa partecipazione dei delegati al dibattito congressuale, bassa presenza anche in sala e molti “chiacchiericci” e malumori espressi nei corridoi.

Ai delegati si offre un buon pranzo e si chiede la presenza per i voti finali di ratifica. I congressi sono sempre meno eventi per i media, per la città, e per gli stessi iscritti. Si sono trasformati in una “Festa in famiglia”, per pochi, e il salone congressuale si ripopola quando prende la parola un segretario confederale o nazionale o tavole rotonde con esponenti di spicco..

Anche il congresso di Torino e Canavese ha seguito questo cliché. Il neo segretario generale dell’unione territoriale Giuseppe Filippone, eletto nell’incarico alcune settimane fa, è stato confermato a pieni voti dal nuovo Consiglio Generale (95 su 96, come nella precedente votazione). Confermati anche i due segretari Paolo Ferrero e Davide Provenzano che saranno affiancati dalla neo eletta Tiziana Tripodi, 41 anni, già segretaria territoriale e regionale della Cisl Funzione Pubblica.  Al Congresso hanno partecipato203 i delegati in rappresentanza di 99mila iscritti.

Per quanto riguarda lo spazio per gli interventi dei delegati lo potete dedurre dal programma dei due giorni qui allegato. Poco per davvero!

Il segretario generale Filippone, a nome della segreteria, ha presentato la relazione (vedi allegato), un testo scorrevole di 16 cartelle suddivise in due parti con questi capitoli

1 – IL CORAGGIO DI PARTECIPARE

  • premessa
  • lo scenario in cui ci muoviamo
  • il contesto nazionale
  • la scommessa della partecipazione
  • la sfida dei salari
  • salute e sicurezza, primo comandamento
  • la scelta della bilateralità
  • rappresentanza e ruolo del sindacato
  • i rapporti con cgil e uil  8 e mezzo non come vota ma le poche righe
  • giovani, i protagonisti della nostra speranza
  • il voto per le rsu nelle amministrazioni pubbliche

2. PARTECIPARE AL RILANCIO DEL TERRITORIO

  • le metamorfosi” di torino: il manifesto-appello cisl per l’area metropolitana
  • produttività e competitività
  • la risorsa immigrati
  • necessità di una assistenza territoriale più efficace   8 righe
  • i tempi di attesa nella sanità pubblica    6 righe
  • investimenti ospedalieri
  • la contrattazione sociale
  • le politiche abitative
  • la vicenda giudiziaria della filca territoriale
  • rivitalizzare il progetto delle zone e salvaguardare il sistema dei servizi
  • la crescita del tesseramento
  • informare e comunicare ai tempi dell’ai
  • la formazione
  • le politiche di genere
  • ringraziamenti
  • conlusioni

Dalle lettura dei capitoli, alcuni snelli di 10 righe, 17 per la “difesa dei salari” non si ritrovano mai domande per sollecitare una riflessione, per risvegliare il senso critico. Anche sul clamoroso caso della Filca Torinese (edili) infiltrata salla ‘ndraangheta poca analisi e poche parole, aspettando che la Magistratura faccia il suo corso; vedi link https://sindacalmente.org/content/filca-cislriferimento-della-ndrangheta/. E poi, com’è possibile  quando si ripropone giustamente la contrattazione come l’attività primaria del sindacato, anche per la difesa dei salari, non dare una risposta a quanto più ricercatori hanno evidenziato da un po’ di anni sulla perdita del potere d’acquisto in Italia.

Confrontarsi, ad esempio, con quanto scritto da  Leonello Tronti (Università degli Studi Roma Tre) nella Nota Isril n. 39-2020 dedicata a “ Il decreto di San Valentino e la stagione della concertazione”. L’Isril è stato promosso dalla Cisl nel 1962. Si legge a pag. 7/13:

<< 2. I patti di luglio e il real wage cap – Il biennio 1984-1985 risulta cruciale per comprendere i successivi sviluppi della società e dell’economia. La fragilità dell’unità sindacale, esplosa allora in tutta la sua evidenza, condiziona infatti il successo della stagione della concertazione e con esso la storia sociale ed economica del Paese. Alla disdetta della scala mobile da parte della Confindustria fanno seguito i due patti trilaterali di luglio, di nuovo a gran fatica unitari. Quello del 1992, condotto in porto da Giuliano Amato con forti resistenze della CGIL, sancisce la definitiva abrogazione della scala mobile ma assume in cambio la tutela del potere d’acquisto dei salari come priorità politica del governo, che promette di proporre a breve alle parti sociali un nuovo modello contrattuale.

Il successivo presidente del Consiglio (Carlo Azeglio Ciampi) si adopera con determinazione per ottenere, il 23 luglio 1993, la firma di tutte e tre le confederazioni a un ulteriore accordo trilaterale che vara un nuovo modello contrattuale (il doppio livello negoziale che permane, con qualche modifica, ancora oggi), istituzionalizza la concertazione sociale tripartita della politica dei redditi e dell’inflazione programmata, con due incontri annuali, uno in primavera e uno in autunno, e vara un programma di politica industriale e del lavoro che traccia un disegno (mai realizzato) di ammodernamento dell’intero sistema produttivo. (…)

(…)  Col senno di poi si può constatare che il modello contrattuale a due livelli disegnato  dal protocollo del ’93, rimasto in questo inalterato fino ad oggi, data la limitata diffusione della retribuzione decentrata impone alla dinamica salariale dei lavoratori italiani un real wage cap (ndr. un reale tetto salariale): un vero e proprio tetto alla crescita delle retribuzioni reali. Il vincolo causa per la larga maggioranza un risultato di stagnazione del potere d’acquisto significativamente al di sotto della crescita della produttività che dura ormai da un quarto di secolo e non trova paragone alcuno in altri paesi avanzati, né nell’area dell’euro né altrove, con gravi ripercussioni sulla crescita dei consumi e quindi degli investimenti e dell’intera economia. (…) Tuttavia, nell’immediato la stagnazione salariale è una carta vincente. Infatti, è proprio grazie ad essa che l’Italia riesce dal 1991 al 1999 a frenare significativamente l’inflazione (dal 7,1 all’1,9%) nonostante l’ultima, grande svalutazione della lira del settembre ’92 (-30% sul marco), ottenendo di entrare nell’euro alla prima chiamata.(…).>>.

Ovvero il rientro dall’inflazione e la conseguente entrata nell’area euro ha gravato totalmente sui sacrifici dei lavoratori che hanno perso potere d’acquisto reale, che continua in forza della clausola sull’IPCA che regola gli aumenti contrattuali, l’Ipca è un indice dell’inflazione che non conteggia la quota d’inflazione dovuta all’importazione ( es. energia).  Vedi Basta con darsi all’IPCA un clic qui link https://sindacalmente.org/content/basta-con-il-darsi-allipca/

La Cisl si affida all’influncer di giusti slogan, come ad esempio “Il coraggio della partecipazione” e all’immagine della Legge di partecipazione che è stata votata dalla Camera e attende la discussione e il voto del Senato. Quella Legge è già diventata una bandiera un’immagine sbiadita a causa degli emendamenti peggiorativi proposti e votati dalla maggioranza governativa. La relazione di Filippone è stata muta su questo capitolo. Come pure la Seg.Gen.Fumarola che ha invece sollecitato un voto rapido trasversale al Senato, definendo questa legge “una conquista storica”.

Per un’ informazione sui contenuti di questa leggebandiera della Cisl – potete leggere l’allegato che fa la comparazione tra gli originali articoli della proposta Cisl con quelli votati dalla Camera. Le modifiche più significative, in peius, sono di Tiziano Treu (con fondo giallo).

La conclusiva del IV Congreso dell’Ust Torino-Canavese, a nostro avviso, è stata la tavola rotanda dove è stato presentato e discusso un MANIFESTO con DIECI TITOLI, tutti interessanti per migliorare la vita dei lavoratori, ma sono solamente titoli! Anche se definiti sfide. “Questo – ha concluso il segretario Cisl Filippone – è ciò che vogliamo per la nostra area metropolitana e ci apprestiamo a raccogliere quante più disponibilità possibili a lavorare concretamente per il completamento delle metamorfosi di Torino e del Torinese”. Sono titoli senza alcuna definizione di richieste, di percorsi per come reallizzarli, e anche con poca analisi. Vedi con un clic qui https://www.cislpiemonte.it/torino-canavese/gestire-le-metamorfosi-di-torino-e-della-citta-metropolitana-lappello-manifesto-della-cisl/ – I DELEGATI HANNO SI’ PARTECIPATO, MA DA SPETTATORI. E’ UN METODO CHE ALLONTANA LA VERA PARTECIPAZIONE!

Altre cose avremo da dire, anche sulla Filca Cisl e l’infiltrazione ‘ndranghettista. Siamo già stati lunghi, quindi continueremo con il prossimo aggiornamento.

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