TRECENTO PARLAMENTARI TRANSFUGHI – M.Ainis – voltagabbana o esegeti dell’art.67? –
Dopo le tante iperboli verbali, con abuso dei termini golpe e dittatura; dopo le barricate parlamentari, incomprensibili forme di boicottaggio con milioni di emendamenti; dopo troppi voti di fiducia, lo scontro a difesa delle proprie identità politiche (partiti al governo e quelli all’opposizione) prosegue con indomita fermezza e ciò non consente neppure di essere adeguatamente informati su cosa sia il merito sostanziale dei testi discussi che determina tanto antagonismo verbale. Della migliaia di emendamenti cosa si conosce? Come si fa a capire quale sia davvero importante? Più che grandi battaglie parlamentari sono dispute sono baruffe, prossime alla rissa al pari di fans fanatici nei derby calcistici Dopo la riforma del Senato, ritorna al centro delle iniziative il controverso Italicum per il quale è iniziata una raffica di ricorsi ai Tribunali puntando diritto alla Consulta, in quanto a parere di più costituzionalisti quella legge elettorale violerebbe punti della Sentenza della Consulta che bocciò il Porcellum allora vigente.
Ma il nostro Parlamento è davvero così difendibile come potrebbe apparire dalle parole utilizzate per contrastare le riforme costituzionali e elettorali avviate con le nuove leggi?
Michele Ainis, critico anch’esso su più aspetti delle leggi in attesa del completamento del lungo iter previsto dalla Costituzione, pone sotto la lente il grave fenomeno italiano dei tanti, tanti transfuga parlamentari. I cosiddetti voltagabbana nel linguaggio popolare. Un problema che chiama in causa l’art.67 della Costituzione (il non vincolo di mandato e il suo reale significato) sul quale sono espressi giudizi altalenanti. Beppe Grillo, ad esempio, nell’arco di dieci anni ha invocato soluzioni opposte (valorizzarlo e abolirlo). Il contenuto, brevissimo, dell’articolo 67 “Ogni membro del Parlamento la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” è un architrave di democrazia liberale non facilmente modificabile con il sistema di partiti e dei collegi elettorali del nostro paese, che non consentono l’attivazione del recall (richiamo-revoca) che esiste in parecchi paesi sul modello elettorale anglo-sassone.
Nella vigente legislatura i deputati transfughi sono arrivati a quota 300, un anno fa erano 170. Per risolvere questo gravissimo problema della nostra democrazia non è necessario porre mano all’articolo 67 ma, semplicemente, al Regolamento di Camera e Senato. Un piccolo codicillo che vieti la costituzione di gruppi parlamentari oltre a quelli che si sono costituiti dopo il voto elettorale per Senato e Camera, oppure un codicillo che dimezzi l’indennità parlamentare e connessi a chi lascia il gruppo parlamentare per il quale è stato eletto. Anche su questo migliaia di emendamenti e forme di boicottaggio? Possibile ma a questo punto è altrettanto pensabile e possibile una rivolta del popolo sovrano. O no?
Alleghiamo due articoli di Michele Ainis. Il primo “Al deputato transfuga dimezziamo lo stipendio” pubblicato su L’Espresso n.43 del 29 ottobre 2015; il secondo “ E’ colpa nostra se il deputato tradisce” pubblicato il 12 dicembre 2014.
Alleghiamo inoltre “Dispositivo art 67 pro e contro” con commenti del prof .Mario Unnia (tratto dal Web), di Beppe Grillo 2005 e Beppe Grillo 2013
Allegato:
al_deputato_tansfuga_dimezziamo_lo_stipendio_ainis.pdf
e_colpo_nostra_se_il_deputato_tradisce_ainis_2014.doc
dispositivo_dellart_67_pro_e_contro.doc
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