Sotto la pelle dell’accordo Fiat Mirafiori. Gli accordi sindacali vanno studiati a fondo e letti diverse volte prima di esprimere con prudenza un giudizio. Il dispositivo scritto dell’accordo separato proposto da Fiat e accettato solo da una parte dei sindacati rappresenta una radicale discontinuità rispetto alle relazioni sindacali in Italia. In questo caso è sufficiente una prima lettura per accorgersi quale sia il modello di relazioni sindacali che pro/impone Marchionne con questo accordo.
Tra i diritti che sono stati ceduti, uno dei più importanti riguarda la regolazione e il governo del tempo di vita da parte dei lavoratori: con la cessione all’azienda di governare i turni e lo straordinario quasi unilateralmente, i lavoratori avranno molte difficoltà a governare il proprio tempo di vita e di relazione. E’ noto che la "perdita della possibilità di governare il tempo di vita" anche parziale da parte di una persona è alla base di molte patologie psicosociali di quest’epoca.
Ritmi e carichi di lavoro regolati dalla metrica "ergonomica ergouas", assunta come un mantra che non ammette critiche in quanto "scientifica", rischiano di divenire insostenibili in un periodo molto breve. La rinuncia agli strumenti di contrattazione delle prestazioni lavorative rischia di divenire una cappa soffocante. La Commissione "paritetica" di conciliazione nel caso di mancata risoluzione riconsegna all’azienda il potere di decisione, l’ultima parola…
La stessa rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza viene "domesticata" lasciando alle sole sigle firmatarie dell’accordo la designazione dei RLS che andranno a comporre la Commissione Prevenzione e Sicurezza del lavoro. I lavoratori non potranno scegliere rappresentanti di fiducia tramite il voto. Questa Commissione Prevenzione e sicurezza sul lavoro non avrà alcuna voce in capitolo rispetto ai temi della organizzazione del lavoro che hanno influenza sulla salute e sicurezza del lavoro, non potrà intervenire sulla effettività ergonomica del metodo ergo uas.In buona sostanza la chiusura del cerchio è data dal fatto che i lavoratori non sceglieranno con il voto i propri rappresentanti che saranno designati dalle segreterie territoriali dei sindacati firmatari dell’accordo.
I lavoratori, sottoposti forzosamente al vincolo della "clausola di responsabilità" e alle relative sanzioni in caso di comportamenti difformi, non potranno esprimere qualsivoglia forma di dissenso : i delegati assumeranno oggettivamente il ruolo di filtro silenziatore funzionale alla "clausola di responsabilità"
Purtroppo vengono alla memoria le diverse forme organizzative dei sindacati di regimi autoritari ( come quello sovietico e altri ) ove più che di rappresentanti dei lavoratori nelle fabbriche il sindacato era presente con propri "fiduciari"..
Queste prime riflessioni a caldo fanno comprendere come sia importante un approfondimento sul significato dirompente di questo accordo anche per gli aspetti che riguardano la promozione e la tutela della salute dei lavoratori.
Alcune prime considerazioni di prospettiva.
L’immagine che deriva da questa "operazione" è quella della programmazione di un sito produttivo che potrebbe avere un ciclo di vita massimo di una decina d’anni, pari al ciclo di vitaattiva dei lavoratori chiamati a lavorarci. Infatti con i tempi, i carichi di lavoro e i turni e lo straordinario gestiti come prevede l’accordo è assai improbabile che un lavoratore ora quarantenne possa resistere allo svolgere con le performances richieste lo stesso lavoro fino ai cinquant’anni o sessant’anni. In ogni caso la presenza di lavoratori con ridotte capacità lavorative non sarebbe competitiva: chi si farà carico tra qualche anno degli inidonei ?
Nella logica dell’economia dei flussi è palese che l’opportunità offerta dal Marchionne è basata sui tempi corti, strettamente subalterna al disegno della Chrysler-Fiat: gli interessi del territorio-città di Torino in questo contesto , con buona pace del sindaco uscente Chiamparino, pesano meno di una piuma al vento.
Marchionne ha dichiarato che Fiat o meglio Chrysler Fiat non ha chiesto nè vuole nulla dallo stato italiano per questo investimento.
Anche questa affermazione è inesatta e non vera: con questo modello di organizzazione del lavoro nella newco migliaia di lavoratori anche molto giovani bruceranno il loro patrimonio biologico e di salute in un tempo molto accelerato. Dopo dieci o quindici anni di lavoro alle condizioni previste da quest’accordo è purtroppo verosimile prevedere che molti di loro saranno inidonei al lavoro. Molti dei lavoratori poi che riusciranno ad arrivare in discreta salute ai cinquantanni saranno comunque "fuori luogo" rispetto alle performances richieste dal modello organizzativo proposto.
Il costo sociale di questa operazione si diluirà nel tempo, ma ci sarà, pesante, e sarà il territorio-città di Torino, in particolare, a pagarne le spese sanitarie, assistenziali e di malessere sociale indotto. La fabbrica comandata dalle regole da caserma di questo accordo sarà il luogo della produzione di nuovo rancore sociale, di sacche di frustrazione pericolose per la coesione sociale.
In quel momento Marchionne sarà lontano, al territorio rimarranno le ferite e il danno: molte persone con idoneità ridotte, lontane dalla pensione e con gravi difficoltà per il lavoro…
C’è da interrogarsi se queste considerazioni sono state presenti nel pensiero dei dirigenti sindacali che hanno firmato con slancio questo accordo.
Questo è un accordo che lascierà un segno profondo sulla pelle, sui corpi e sulle menti dei lavoratori fiat, ma non solo, e sui sistemi di relazioni sindacali di questo paese.
Una richiesta sommessa ai sindacalisti che lo hanno firmato: per favore evitiamo la retorica del tipo … "non potevamo fare altro" o …"siamo stati responsabili nel cogliere una opportunità".
Si poteva fare altro, si poteva fare meglio.
Gino Rubini èResponsabile per la CGIL Emila Romagna del "Diario Prevenzione"
condivido in tutto le osservazioni fatte da Rubini. Constato amaramente, che la salute e sicurezza dei lavoratori è diventato un opzional non solo per i padroni, ma anche per molti che si definiscono sindacalisti"responsabili e lungimeranti, quindi adattabili a tutte le situazioni e condizioni, come dimostrano le ultime vicende FIAT. Un sindacato responsabile a mio giudizio dovrebbe fare rispettare le leggi e la Costituzione Italiana che preservano il diritto alla salute per tutti i cittadini italiani, compresi i lavoratori, che dice di rappresentare.