IL GIOCO DELLE TRE CARTE – redazione – sindacato & democrazia 8-12-09

Abbiamo già segnalato in altre occasioni il “lavoro di sponda” fatto dalla Cisl -con gli articoli su Conquiste del Lavoro, e le numerose interviste di Raffaele Bonanni – a sostegno di scelte governative. Gli indirizzi programmatici governativi (in particolare sul fisco, welfare e occupazione) sono ripresi – con metodico sincronismo – e messi in evidenza in prima pagina come fossero le scelte della Cisl. Rari i distinguo.  

Un tourbillon di titoli e di dichiarazioni, di promesse e di assicurazioni. Se avete tempo e curiosità per navigare cinque minuti sull’archivio di www.conquistedellavoro.it di novembre-dicembre, troverete di tutto un po’, cose anche condivisibili, ma soprattutto gli input che accostano la strategia cislina post congresso 2009 a quella governativa. Anche questqa è autonomia, sostengono non pochi nella Cisl. Riportiamo alcuni di questi titoli a cinque colonne: lo schema Italia resiste alla crisi; più aiuti alla famiglie meno tasse su stipendi e pensioni; imprese più fiduciose per il 2010, stipendi in difficoltà senza il secondo livello: il governo vara sconti tasse per le famiglie; parte la lunga marcia della Cisl per il fisco.

Addirittura un titolo quale “Contro la crisi collaborazione politica” (24 novembre) dal significato variamente interpretabile anche come una sorta di “fidanzamento pubblico” con le controparti nazionali (una volta si usava questo termine) naturali del sindacato: la confindustria ed il governo.

 

Il segretario generale della Cisl, nelle tante sue interviste, ha trovato tempo e bruschi toni per bacchettare il linguaggio della Fiom e di Epifani ma mai quello ( in alcuni casi ben più grave) del premier Berlusconi e dintorni.. Questione di…fidanzamento?

Andiamo avanti. La Finanziaria è stata impostata in modo semplice (light) e la Cisl ha dato un sostanziale via libera affermando però che il governo “deve o dovrebbe fare di più”.Va ben. In quella linea governativa non rientra certamente “la lunga marcia per il fisco” di cui gli iscritti hanno sentito ripetere e ne hanno ormai piene le …orecchie! Poi ci sono stati tanti “casini” tra i ministri ed i partiti della maggioranza. La Finanziaria è stata riscritta (era di tre articoli) con un maxi-emendamento di 250 commi ( cioè articoli chiamati diversamente). Per le richieste sindacali nulla o briciole. La Cisl è ora alla finestra, con la sua piattaforma virtuale…a guardare, come le stelle di Hemingway. Osserva e non reagisce neppure quando si annuncia un drastico peggioramento per le pensioni future con l’entrata in vigore, da gennaio 2010, dei nuovi coefficienti ( più bassi) che taglieranno di parecchi punti percentuali le pensioni in maturazione ( vedi articolo specifico).

 

La Cisl  confida  ancora nei sermoni di Tremonti e di Sacconi che ripetono “…non lasceremo soli nessuno” intendendo con ciò un modesto allargamento degli ammortizzatori sociali. La Finanziaria è passata da 4 a 9 miliardi per far fronte agli interessi elettorali ed alle lobby che sostrengono questo governo; la Cisl è finita fuori dal gioco, ed alle sue giuste richieste ( fisco, occupazione) è stato messo il silenziatore. Esageriamo esprimendo un giudizio tanto secco? Facciamo il gioco del “Re di Prussia” come ci rimproverano antichi amici? Chi sarebbe, di grazia, questo re? Nella Cisl, di tradizione laica, ha preso piede, non certamente da ieri, quel comportamento da “chierici” della gran parte dei dirigenti nazionali e territoriali, ed il fenomeno si va estendendo alle RSU. I chierici nelle organizzazioni confessionali sono rigorosamente rispettosi del cerimoniale, delle gerarchie. La curia è un ambiente ove molto si mormora e ben poco si dibatte.

 

Anche in Cisl con una frase allusiva, però sempre attenta a non contestare chi sta più in alto nella gerarchia rappresentativa, ci si mette il cuor tranquillo convinti di aver manifestato libertà di pensiero, di aver esplicitato un distinguo, anche di aver sollecitato una revisione di strategia. Purtroppo di tutto ciò nessuno se ne accorge o sobbalza per l’interesse delle parole udite. La prassi clericale, o gesuitica che di si voglia, può servire solo ai pochi aspiranti “delfini” di questa o quella carica che dispongono di apposito decodificatore per un linguaggio tanto ermetico e cauto.

 

Ci sbagliamo? Il dibattito in corso nelal Cisl  è ben vivo, comprensibile per un iscritto? E poi. Poco si è detto e riflettuto su quell’incontro tra “ vertici” (Berlusconi, Tremonti, Letta, Bonanni, Angeletti). Anche Conquiste del Lavoro ( 26 novembre) ne ha dato annuncio in poche righe forse per l’imbarazzo di spiegare che ( pur avendo escluso nuovamente la Cgil) non si era conseguita alcuna contropartita significativa per i pensionati e per l’irpef del lavoro dipendente. Il ministro Tremonti nell’occasione avrà certamente rispiegato che non ci sono soldi e pertanto ci si deve accontentare di….. un “pugno di mosche” dove aver dato via libera all’allungamento dell’età lavorative delle donne nella Pubblica Amministrazione senza alcun intervento per facilitare il lavoro delle donne ( su tutti asilo nido e scuola a pieno tempo), all’introduzione di una sorta di scala mobile per l’innalzamento automatico dell’età pensionabile (uomini e donne) in rapporto (indice) all’aumento dell’aspettativa di vita, infine non aver obiettato per l’applicazione dei coefficienti riduttivi delle pensioni da gennaio 2010. Ciò è avvenuto dopo mesi e mesi di annunci di questo o quel dirigente Cisl su possibili accordi con il governo a cui regolarmente sono seguite….gelate da parte del governo. E’successo prima con per la Social Card, poi per il Dpef, poi per le due Class Action depotenziate, ora con la Finanziaria light diventa maxi.

 

Finora il governo ed in particolare il sacconipensiero hanno convinto la Cisl ad accontentarsi di segnali, di provvedimenti urgenti per i più bisognosi. Le richieste presentate dalla Cisl per i lavoratori ed i pensionati si sono sgonfiate ai primi niet del governo; anziché decisioni per dare più potere d’acquisto a  tutti i lavoratori e pensionati con livelli di reddito medio-bassi, sono arrivate  concessioni assistenziali riguardanti una parte degli “ultimi degli ultimi”, come nel caso del social card e la sua inaccettabile restrizione ( 40 € per meno di mezzo milione di persone).

 

Per queste aree della povertà sarebbe più efficace che al tavolo del negoziato confederale ( se esiste) con il governo fossero presenti associazioni quali la “Caritas” ed altre  del Volontariato civile. Ne sanno di più, sono più radicate nel contesto e probabilmente porterebbero a casa maggiori risultati. Analoga cosa vale quando si discute di pensionati, ma la Cisl ha favorito le “dimissioni spintanee” del Segretario generale dei Pensionati Uda anziché portare al tavolo dei negoziati che contano una rappresentanza unitaria dei pensionati. Sono favole o fantasie? Sono osservazioni di chi ama quel tipo di sindacato che sa negoziare mobilitando nella partecipazione i lavoratori, i pensionati e ( udite, udite) i giovani. Che tenga rapporti anche con gli studenti? Sì. Anche se contestano?Sì.

 

Ora, dopo la Finanziaria maxi blindata si dovrebbe ripartire da capo? Solito rituale e menù: un’altra mobilitazione, da soli! Perché così fa la Cgil? E la Uil? Un battibecco più che un confronto vero, che ricorda l’azzuffarsi dei polli di Renzo Tramaglino nei “Promessi Sposi” del Manzoni. 

L’incontro di Bonanni e di Angeletti con  il gota governativo è stato un doppio errore perché separato e perché privo di risultati. Insistere sarebbe diabolico.

 

Se oggi c’è divisione sindacale le colpe sono da ripartire, certo in misure diverse, tra le organizzazioni sindacali, ma ciò non significa che non si possa e non si debba ricostruire un minimo di unità d’azione su basi chiare definendo anche i criteri della rappresentanza. 

Nessun interrogativo nella Cisl? La nostra autonomia ci porta a convergere con la responsabilità del governo che afferma di non saper dove reperire risorse per le nostre richieste? Questa sarebbe la coesione nella responsabilità? Eppure è certo che nella Ciusl non pochi avranno già capito che la piattaforma unitaria con Epifani non è per ora possibile perché il quartier generale della Cisl non intende ( per responsabilità si dice) avanzare la richiesta di abbassare le aliquote Irpef per tutto il lavoro dipendente per la fascia medio-bassa. La Cisl insiste per le detrazioni per carichi numerosi famigliari senza generalizzare troppo. E’ giusto oppure così anche i consumi ristagneranno ancora per molto e si finirà in recessione aperta.

 

Il 2009 è stato caratterizzato da molti annunci governativi a cui la Cisl ha fatto, in molti casi, eco con disinvolta solerzia. Alla fine il Governo ha sempre fatto una sorta di gioco delle tre carte e la Cisl è rimasta ….con il cerino in mano e puntualmente ha dirottato l’attenzione su fatti e contrasti con la Cgil.  Nel “gioco delle tre carte” c’è la seduzione dell’illusionismo, ti pare di aver capito gli artifici degli spostamenti….ma non ci azzecchi, la carta indicata è sempre quella sbagliata!  Al governo finora il gioco è riuscito verso la Cisl in particolare: la carta che è stata girata non è mai stata quella ricercata dal sindacato (occupazione e sostegno a tutti i redditi medio-bassi e bassi) ma quella riguardante l’assistenza per una parte della povertà, cosa doverosa che sta all’interno di una ben diversa richiesta sindacale.

 

Gli iscritti, i lavoratori, i pensionati hanno bisogno di altro, anche di cose elementari come l’unità d’azione tra i sindacati confederali. Ed occhi in più potrebbero meglio seguire il gioco delle carte tre carte, sconfiggere l’illusionismo degli annunci governativi.

 
1 commento
  1. noname
    noname dice:

    Credo che per porre fine al mancato dissenso della CISL verso questo Governo, si potrebbe trarre spunto dalle dichiarazioni aberranti fatte ieri dal Presidente del Consiglio alla riunione del PPE. Senza mai confondere l’azione sindacale con quella politica, e’ comunque doverosa una dichiarazione della CISL che sia di presa di distanza da tali esternazioni che ledono la Costituzione, le Istituzioni e tutto lo Stato italiano. IL sindacato e’ un presidio della democrazia e non puo’ rinunciare a tale ruolo. Roby M.

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