VIAGGIO AL TERMINE DEL CSM – S.Merlo – da correnti di pensiero a lobby per il potere –
Salvatore Merlo, su Il Foglio, in “Viaggio al termine del Csm”, racconta con le testimonianze di magistrati ultrasettantenni – Maddalena, Colombo, Fassone – la fine di ideologie e culture, la trasformazione delle correnti in lobby di potere che conducono allo scandalo Palamara. Le radici affondano negli anni 90. “Credo che l’obbligatorietà dell’azione penale sia saltata. E’ andata a pallino”, dice Colombo. E senza interventi legislativi. “La politica ha delle colpe. Poteva fare una buona legge elettorale per il Csm. E invece si è fatta orientare dalle correnti”, dice Maddalena
(…) Quello della degenerazione correntizia è stato un fenomeno lento, ma graduale, che probabilmente dalla fine degli anni Settanta, raccontano i magistrati di maggiore esperienza, ha progressivamente infettato l’intero sistema con il quale la magistratura si autogoverna, e sceglie i suoi dirigenti nei tribunali e nelle procure. Negli anni Cinquanta il magistrato viveva dal punto di vista ideale come isolato in una torre eburnea, legato a un’idea persino eccessiva d’imparzialità che lo spingeva a un rapporto quasi burocratico con il diritto e la sua applicazione nel quale comunque era sostanzialmente scontato evitare di guardare nei cassetti del potere. (…)
Poi, venuto meno questo principio, si sono accese le rivalità e la competizione. Sempre di più. E così anche le correnti sono diventate sempre più importanti. Decisive. Bisogna però dire che tutto questo non era mai stato così torbido come adesso. Finché l’accordo tra correnti riguardava comunque persone che certamente erano le migliori, seppur individuate all’interno del loro gruppo di appartenenza, questa logica all’incirca funzionava. Non era il massimo, ma era accettabile.
Poi però si è sempre più diffusa l’idea che per fare carriera bisognasse frequentare, chiedere, rendersi affidabili nei confronti della corrente e dei suoi capi. (…)
Poi però si è sempre più diffusa l’idea che per fare carriera bisognasse frequentare, chiedere, rendersi affidabili nei confronti della corrente e dei suoi capi. Si sono rafforzati i “collegamenti” tra i singoli magistrati e i vertici dell’associazionismo, e poi addirittura tra i magistrati e i politici”, dice Maddalena. “Così di fatto è finito con il preferire probabilmente non il candidato migliore ma il candidato che era in grado di offrire maggiore affidabilità correntizia”. Con un risultato che è quello di oggi. Sotto gli occhi di tutti. Gli accordi, le alleanze e anche gli agguati sono oggi più complessi e indecifrabili, e spesso riflettono convergenze di magistrati di opposto orientamento ideologico. L’unica cosa che rimane è la spartizione secondo rigidi criteri correntizi. (…)
E per conoscere di più aprire l’allegato
NOTA – PS – Nel 2014 Aniello Nappi scrisse il libro "Quattro anni a Palazzo dei Marescialli" (v.allegati) nel quale ritroviamo molte delle cose raccontate nell'articolo di Salvatore Merlo.
Allegato:
viaggio_al_termine_del_csm_merlo_foglio.doc
quattro_anni_a_palazzo_dei_marescialli_nappi_2014.doc
quattro_anni_a_palazzo_dei_marescialli_capponi_recensione.pdf
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!