OCCUPAZIONE AUTO E MONOPOLIO FIAT – redazione – economia & lavoro 9/2/10

Dopo la decisione della Fiat di non produrre più auto nello stabilimento di Termini Imprese ( 1650 dipendenti + indotto) a partire dal 2012 sono seguite le reazioni dei lavoratori e dei sindacati ( scioperi) e molte dichiarazioni (partiti, sindacati, opinionisti, ministri ) che hanno un dato comune, quello di accusare la Fiat di aver “pompato” miliardi e miliardi dalla Stato ed ora – per una scelta strategica di mercato – decide di chiudere, in Sicilia, non solo uno stabilimento ma la speranza sociale di un polo industriale. Abbiamo scritto questa scheda, con più allegati, per documentare i nostri lettori.

In un file “Hanno detto” abbiamo raccolto le contestazioni più secche rivolte alla Fiat in ordine ai tanti sostegni ed aiuti economici ricevuti da Governi ed Enti Locali nel corso della sua storia, le repliche del Presidente Luca Cordero di Montezemolo che afferma cose diverse per il periodo della sua gestione con l’Ad Sergio Marchionne.

In un secondo file “Il governo ora prende atto” sintetizziamo le affermazioni del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scaiola  rispetto le 8-10 ipotesi alternative alla produzione Fiat.

In un terzo file troverete due lunghi articoli: il primo è l’intervista di Mario Calabresi a Sergio Marchionne (La Stampa del 4 febbraio) nella quale l’amministratore delegato della Fiat e della Chrysler afferma di non aver mutato strategia verso gli stabilimenti italiani ma il reale cambiamento sta nel mercato e nella recessione produttiva; il secondo è l’articolo di Fausto Bertinotti ( Il Manifesto del 4 febbraio) nel quale si contesta “il testa coda” di Marchionne rispetto quanto dichiarato nel 2006.

Nel quarto file allegato "La patria dell’auto elettrica" “ abbiamo raccolto gli articoli dell’inserto “Affari & Finanza” (La Repubblica del 8-2-10) sull’ipotesi della riconversione ( vera o un bluff?) di Termini Imprese per produrre un’auto elettrica.

 

Infine, nel quinto file l’articolo " Anzichè polemizzare iniziamo a studiare" sul  “Il Manifesto” di domenica 7 febbraio, con finestra in prima pagina che propone un’analisi di Claudio Mezzanzanica con questo inedito annuncio “ Fiat o Stato? Rompiamo un tabù a sinistra e torniamo a parlare di produzione e non solo di distribuzione”.

 

Abbiamo scelto questi articoli per sollecitare alla riflessione ed alla “critica di come oggi si critica la Fiat”. Non pochi commenti fanno di “ogni erba un fascio” mettendo la multinazionale Fiat sullo stesso piano della multinazionale Alcoa ( alluminio) individuando comportamenti analoghi dettati dalla stessa logica del “mordi e fuggi”. E così? Altri non vedono differenze tra la multinazionale Telecom di Tronchetti Provera ( in procinto di cedere tutto alla società spagnola Telefonia). E’ così?

 

Pochissimi hanno detto che la vera grande “regalia” fatta alla Fiat da parte dello Stato, dei vari governi, della stragrande maggioranza dei partiti governativi e di opposizione, dei sindacati, degli economisti, degli autorevoli editorialisti, è stata quello di assicurare  alla casa torinese il monopolio produttivo in Italia, dove la Fiat in Italia produce auto senza reali concorrenti.

 

Ricordiamo al riguardo come si concluse la scelta di sbarrare la strada alla Ford per consentire, allora, l’assorbimento ( e poi la graduale scomparsa) dell’Alfa Romeo nelle fauci del “monopolista” Fiat.

 

la Redazione di Sindacalmente

Allegato:
hanno detto.doc
Scaiola prende atto dello stop Fiat_8-2-10.doc
Intervista a Marchionne_Calabresi_4-2-10.doc
La patria dell’auto elettrica.doc
Anzichè polemizzare iniziamo a studiare.doc

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