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MEZZE VERITA’, MEZZE BUGIE – A.Serafino – accordo produttività –

Chi è ritornato indietro? Una delle accuse principali formulate a Susanna Camusso, alla Cgil, è quella di essere ritornata sui suoi passi dopo l’assenso di massima dato al documento Confindustria-Confederazioni del 17 ottobre. Lo hanno affermato autorevoli esponenti: in modo implicito il presidente di Confindustria, in modo esplicito i segretari generali Cisl e Uil. E’ così? Susanna Camusso ripete ”Così si compromettono i minimi contrattuali non garantendo il potere d’acquisto”. Gli schieramenti sembrerebbero tetragoni. Proponiamo un percorso di lettura per favorire un franco dibattito sperando che da questo si possano rimettere insieme i cocci di un’unità d’azine confederale nuovamente  gambe all’aria.

Un accordo contiene sempre un certo tasso d’ambiquità da gestire. Una dose di populismo e di retorica è sempre presente nel difendere le posizioni assunte. Se le ambiguità sono troppe si entra in un altro campo in cui due-tre mezze verità danno corpo ad una grande bugia che falsa la finalità dichiarata di un accordo: nel nostro caso far crescere i salari, far riprendere l’economia e l’occupazione.

Nel caso si ripropone anche la questione dell’abbaglio, dell’analisi e di talune specifiche proposte errate. Come già si è verificato attorno alla riforma del lavoro ed in particolare sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che sarebbe stato il vero ostacolo per attirare investimenti in Italia. Non era certo questa tra le principali cause!

Le aziende in Italia chiudono, perdono commesse, mettono i lavoratori in Cig e mobilità per una prima causa: non innovano e non hanno crediti dalle banche per farlo. Il Governo dei tecnici, esperti di finanze e banche, non ha saputo fare di meglio di scegliere come analisi e proposta “ detassare gli accordi di produttività”, un paio di  miliardi in due anni. Questo accenderebbe i motori dell’economia!! Neppure ha proposto ai sindacati una  fase due: firmate per la produttività e sarà subito liberato il credito selettivo per le aziende che investono in innovazione e sviluppo dell’occupazione. Neppure l’ombra. L’accordo in se sarebbe la chiave di volta.

Abbiamo pubblicato in questi giorni più articoli che trattano sulla produttività aziendale, su quella economica, sul clup, sull’efficienza ed altro. Consigliamo una rilettura per “pesare” quanto avvenuto con l’accordo governo-sindacati e non firma della Cgil.

Vi invitiamo inoltre a rileggere queste due parti – che si dice essere uguali – dei documenti definiti il 17 ottobre ed il 16 novembre. Sono quelle che riguardano la definizione dei minimi contrattuali tali da salvaguardare il potere d’acquisto.

Testo definitivo

 il contratto collettivo nazionale di lavoro – superato definitivamente con il Protocollo del 1993 il sistema di indicizzazione dei salari – avendo l'obiettivo mirato di tutelare il potere d'acquisto delle retribuzioni, deve rendere la dinamica degli effetti economici, definita entro i limiti fissati dai principi vigenti, coerente con le tendenze generali dell’economia, del mercato del lavoro, del raffronto competitivo internazionale e gli andamenti specifici del settore;

Testo del 17 ottobre

il contratto collettivo nazionale di lavoro, tenendo conto di quanto già definito in specifici comparti produttivi, ha la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori rientranti nel settore di applicazione del contratto e deve perseguire la semplificazione normativa, il miglioramento organizzativo e gestionale, una chiara delega al secondo livello di contrattazione delle materie e delle modalità che possono incidere positivamente sulla crescita della produttività, quali gli istituti contrattuali che disciplinano con il protocollo del 1993 il sistema di indicizzazione dei salari, avendo l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni deve rendere la dinamica degli effetti economici, definita entro i limiti fissati dai principi vigenti, coerente con le tendenze generali dell’economia, del mercato del lavoro, del affronto competitivo internazionale e degli andamenti del settore;

E’ uguale o analogo l’inciso la chiama in causa del protocollo 1993? E’ Susanna Camusso che ha dubbi amletici oppure è Raffaele Bonanni a leggere male perché abbagliato, folgorato, non sulla strada di Damasco ma su quella di Todi2 e d’Italia Futura?

Leggendo alcuni commenti all’accordo – di note firme, che alleghiamo – potete approfondire la vostra valutazione e trarne le conseguenze sul fatto può finire in soffitta anche parte dell’accordo delle nuove regole per i rinnovi contrattuali del 2009 ( governo Berlusconi) non sottoscritto dalla Cgil di Eugenio Epifani, sempre per un disaccordo sul reale recupero del potere d’acquisto ( Indice Ipca considerato troppo filo governativo, perchè non tutela dal caro petrolio, dal caro benzina ). Ora quello stesso Ipca non è più garantito, ma è il tetto massimo a cui si può aspirare, con molti se e ma.

Se ne accorge la sola Cgil? Si può recuperare, con gli interessi con i contratti di produttività come declama la Cisl, Bonanni in testa? Teoricamente sì: in pratica no, perché in Italia la contrattazione di secondo livello è pratica – con la crisi in atto – non più dal 10-15% delle imprese. E’ qui che troviamo le mezze verità e le mezze bugie di Bonanni! Nella Cisl i tanti dirigenti – focalizzati oggi sulla riforma organizzativa e sul Congresso di primavera –  hanno forse auricoli speciali per interpretare i messagi di Bonanni? Non si accorgono di quanto percepiscono i tanti iscritti della Cisl ed i lavoratori? Tutti dietro il capo che corre per il Monti bis che tanti sacrifici unilaterali ha imposto ai lavoratori senza intaccare gli interessi speculativi delle Banche? Anche la Cgil pensa alla politica, a rimettere in piedi un cìgoverno con una maggoranza politica vera, di centro sinistra. Ma gratta gratta ora c'è maggore autonomia nella Cgil che nella Cisl: un fatto inedito. Non c'è mai stata una Cisl, prima di Bonanni con tanta predisposizone a firmare prima di costruire vere piatatforme unitarie tra i sindacati e poi negoziare tenendo fermi i "paletti", consultando organismi, Rsu e lavoratori.

In periodi di grande iniziativa del sindacato e di tenuta dell’occupazione la contratatzione di secondo livello, un temo definita integrativa ai contratti nazionali e non sostitutiva, ha raggiunto il 30%. Ora nel territorio e nelle aziende si siglano prelaventemente verbali e protocolli sulla Cig, sulla mobilità. La causa della Cig che segna questa recessione economica è sempre la stessa: aziende con i rubinetti chiusi del credito, aziende che chiedono come priorità l’apertura di questo e per ora non propongono intese per la produttività; certo c’è chi lo può fare ma sono mosche bianche.

Luigi Angeletti, a margine del quinto forum dei giovani imprenditori di Confcommercio a Venezia, dice: "Leggete il testo si tratta di temi già visti 10, 20 volte, è la stessa proposta che la Cgil aveva scritto a ottobre, nel merito non cambierà nulla, forse servirà solo a farsi dare dal Governo i soldi previsti per gli sgravi dei salari di produttività".

Non sembra proprio così. Leggiamo bene, più volte se necessario sia il testo ed ora anche i commenti che interpretano i periodi più criptici, involuti, o volutamente indeterminati. Il punto chiave dei due testi ( riguardanti minimi contrattuali-Ipca) è già diverso come scritto e molto diverso in fieri, in divenire. Non sono le stesse cose e soprattutto saranno profondamente diverse le conseguenze: un po’ di soldi in più per una minoranza a fronte di maggior lavoro prestato, un po’ di meno per la grandissima parte dei lavoratori.

E per l’occupazione? Senza altri provvedimenti si restringe senz’altro.  Detto questo ci sono semppre altre ragioni di contesto, di analisi sui rapporti di forza che possono far scegliere l'opportunità o meno di sottoscrivere un accordo con le controparti. Ma anche per questo è decisivo un linguaggio più fedele ai fatti, dire "pane al pane ed acqua all'acqua".

Per farti un'opinione più documentata apri e leggi i 12 allegati

Allegato:
servira_ad_alzare_i_salari_bonanni_22-11-12.doc
via_paletti_su_orari_e_mansioni_mana.pdf
la_cgil_non_firma_sebastiani.doc
ventanni_buttati_sodano.pdf
serve_molto_di_piu_boeri.pdf
cosi_riducete_i_salari_camusso.pdf
ora_tagli_sul_salario_pirani.pdf
minimi_salari_a_rischio_repubblica.pdf
volantino_fim_su_accordo_produttivita.doc
comunicato_del_governo_21-11-12.doc
i_commenti_allaccordo_del_21_novembre.doc
i_punti_chiave_del_doc_16-11-12.pdf

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