LO STATUTO, UN’OPERA STAORDINARIA. ORA? redazione sindacato&democrazia 23-5-10

Lo Statuto dei Lavoratori, approvato il 14 maggio 1970, è passato alla storia come un’opera straordinaria per l’interesse dei lavoratori e la democrazia del paese. No era questa la percezione di parte della società di allora. Neppure per la sinistra storica ed i nuovi movimenti politici a sinistra del PCI, che non aderirono o si opposero a quell’intervento legislativo. Scrive Guglielmo Ragozzino su il Manifesto del 21 maggio “… La sinistra era contrariata, tanto che Pci e Psiup si astennero nel voto finale. La legge 300 non tutelava i lavoratori delle imprese minori e dava troppi poteri al sindacato. L’idea stessa di una legge «ingessava» le lotte. Nelle fabbriche però solo i «gruppi» come Lotta Continua erano contro la legge. Prosegue con un’affermazione sempre attuale: “In Parlamento l’astensione della sinistra rispondeva poi alla scelta di non dare mai ragione al governo: il compito di ogni opposizione”.

Le motivazioni di quell’astensione furono diverse, tant’è che Pci e Psiup non presentarono emendamenti, accogliendo l’invito del Ministro del lavoro per facilitare l’iter parlamentare. Ci ritorneremo per approfondire un tema che è nuovamente d’attualità con la proposta di riforma ( o controriforma?) del ministro Maurizio Sacconi, il quale molto stranamente non vorrebbe integrare la parte che rigurda la rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali  e le rappresentanze sindacali, che lo stesso Donat Cattin riteneva, già allora, generica in caso di tendenza non unitaria tra le Confederazioni.

La memoria o le celebrazioni ( a secondo il taglio che si è voluto dare) del quarantennale sono state poche. Anche al Salone del Libro di Torino ( 13-17 maggio) non un solo incontro, non un seminario è stato dedicato a questo evento, a questa memoria. Nessuno ha scritto?

Il sindacato confederale ha ricordato lo Statuto dei Lavoratori con manifestazioni ed iniziative separate. Non abbiamo notizie di iniziative unitarie neppure a livello territoriale.Un preoccupante segno dei tempi. Non è neppure il caso di consolarci vedendo la bottiglia mezza piena affermando che  “…tre manifestazioni sottolineano che il sindacato italiano è pluralista ed è il più forte in Europa per numero di iscritti..”.  

Lo Statuto dei lavoratori è una legge particolare, predisposta per attuare la Costituzione in luoghi di lavoro dove fino ad allora non aveva avuto accesso o molto scarso. Così sottolineava il ministro Carlo Donat Cattin nel suo discorso conclusivo alla Camera quarant’anni fa Questa esperienza ci ha portati, attraverso una fase di discussione e di elaborazione, a concepire la teoria della legislazione di sostegno: cioè non di una legislazione ordinativa del sindacato, la quale desse al potere poli­tico la facoltà di ingerirsi nell’ordinamento del sindacato, ma di una legi­slazione che attribuisse al sindacato dei lavoratori determinate libertà, de­terminati poteri, determinate facoltà….”.

Dedicava quella legge all’on. Giacomo Brodolini e a tutti coloro che avevano pagato un prezzo più o meno alto per l’affermazione dei diritti di libertà e di democrazia che il movimento operaio, rimarcando che “ … non ci soffermeremo tanto sulle manchevolezze e sulle deficienze di questo disegno di legge, quanto sulla volontà di compiere questa svolta effettiva, non sul piano delle ricerche di collaborazione e di comprensione, ma piutttosto sul piano di una affermazione dura e precisa dei diritti dei lavoratori che, come cittadini, partecipano alla costruzione di una repubblica fondata sul lavoro e vogliono che sia riconosciuta la possibilità di organizzazione e di manifestazione dei loro interessi, che essi sanno, autonomamente, inquadrare nel contesto degli interessi nazionali e che, attraverso questo strumento legislativo, vengono sostenuti senza alcuna briglia per l’affemazione di queste esigenze e di questi ideali”.

 

Alleghiamo il testo integrale del’intervento del ministro Carlo Donat Cattin pronunciato a conclusione del dibattito alla Camera dei Deputati nel pomeriggio del 14 maggio 1970. Questo estratto è stato distribuito al recente Convegno del 21 maggio, promosso dalla Fondazione Donat-Cattin, presso la Camera di Commercio di Torino, presieduto da Claudio Donat-Cattin con la partecipazione di Roberto Cota, Maurizio Sacconi, Pietro Ichino, Raffaele Bonanni, Mario Toros, Giuseppe Gherzi.  .

Allegato:
Intervento di Donat Cattin maggio 1970.doc

1 commento
  1. noname
    noname dice:

    Signor Ministro Sacconi,legga con attenzione il discorso del Suo "Maestro" DONAT-CATTIN – capirà che il suo appoggio alla nuova idea della fiat è fuori luogo. Sig.Ministro Sacconi, lei dovrebbe essere sopra le parti e non a favore della fiat.Tutte le volte che noi abbiamo dato miliardi alla Fiat abbiamo posto delle condizioni? Mi Scusi se mi sono permesso.Luigi

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