EMERGENZE SOCIALI – guardare la realtà – isteria o invasione? – Piano B del no profit –

Emergenze sociali. Negli ultimi tre anni in Turchia, nazione di 75 milioni di cittadini, i rifugiati arrivati dalla Siria e dall’Iraq sono stati oltre due milioni, 200.000 arrivati in pochi mesi da Kobane. In Libano, paese di 4 milioni di abitanti,  si sono rifugiati 2 milioni di siriani. Sono dati citati da Mario Calabresi nel suo editoriale “Il coraggio di guardare la realtà” (allegato). L’Italia è per davvero invasa da profughi e clandestini? Da gennaio in Italia sono arrivate 56mila persone, solo il 10% in più del 2014 e, dicono autorevoli osservatori, il conflitto in Libia (dove Maroni insiste nel voler aprire campi profughi) e la paura di finire nelle mani delle belve dello Stato islamico, sempre più padrone della costa, sta spostando i flussi verso Egitto e Grecia. Il Mediterraneo è in movimento a sud, le carovane dei «migranti per forza» in arrivo dall’Africa subsahariana e dal Sahel e dal Vicino Oriente si stanno dirigendo in altre direzioni. E’ quanto sottolinea Paolo Lambruschi in “L’isteria e la realtà” editoriale dell’Avvenire che così prosegue “ I profughi  sono al momento "spiaggiati" nelle stazioni di Roma e di Milano e bloccati al confine di Ventimiglia dai flic francesi e al Brennero perché la Francia li respinge e la Germania ha sospeso la libera circolazione di Schengen (e l’Austria si adegua). Prevedibilmente la situazione si sbloccherà quando Bruxelles e gli Stati Ue refrattari all’accoglienza troveranno un punto di equilibrio”.

Altri due articoli "Non basta il buon cuore" di G.Severgnini e "L'innesco pericoloso" di Chiara Saraceno  completano l'analisi di quanto avviene, da anni, nel nostro paese. (vedi allegati)

Il nostro paese prospera di tanti legulei politici che si accapigliano nei talk show, in perenne campagna elettorale. I fatti sono inversamente proporzionali! Eppure disponiamo di risorse e strutture: per le emergenze nazionali c’è pur sempre la Protezione Civile, reparti appositi dell’esercito. Allestire in poche ore sevizi igienici, ricoveri provvisori dove riposare, distribuire pasti per qualche centinaio di persone che si coagulano qua e là per eventi logistici irrisolti non dovrebbe essere impresa tanto ardua, se venisse meno il fatidico  scarica-barile ben noto alle nostre istituzioni.

Di contro assistiamo a fatti di grande generosità e di solidarietà che dovrebbero avere più scenario sui media, sia quando i protagonisti sono singoli cittadini, sia  associazioni o  parrocchie, oppure quando sono Comuni e altri enti locali. Storie come quelle Lemie in Val di Viù (vedi allegato) c’è ne sono state e continueranno ad esserci in Piemonte e in Italia, dove per l’ospitalità ricevuta i profughi hanno contraccambiato con il loro volontariato  per lavori utili alla comunità, al Comune.

Si parla di un piano B, il premier Renzi l'ha menzionato senza molto precisare, sul sito Redattore Sociale è illustaro cosa può essere un piano B già messo in campo dal settore no profit (vedi allegato)

Per qualche dato e conoscenza  in più aprite i 7 allegati

Allegato:
il_coraggio_di_guardare_la_realta_calabresi.doc
listeria_e_la_realta_lambruschi_avvenire.doc
il_buon_cuore_da_solo_non_basta_severgnini.pdf
linnesco_pericoloso_saraceno_13-6-15.doc
cosi_laccoglienza_funziona_lemie.pdf
il_piano_b_del_no_profit_redattore_sociale.doc
guerra_alla_poverta_e_guerra_ai_poveri_morlicchio.doc

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