DOPO QUEI FENDENTI… – una pensione d’oro alla presidenza – Eur, congresso Cisl –

Annamaria Furlan ha preso bene la spinta del Papa “Ci ha detto che siamo sulla buona strada e ci ha spronato a fare di più, indicandoci come migliorare il nostro impegno”. Questa è la dichiarazione raccolta da Luigi Accattoli su Il Corriere della Sera. La nostra valutazione sulle parole di Francesco è un'altra: una spinta al sindacato per imboccare un’altra strada, per contribuire a fare cambiare strategia e per costruire un  rapporto con chi sta “oltre le mura” di tutele. Ne abbiamo discusso, ieri con intenso impegno ma eravamo nel numero minimo per un confronto, che vogliamo allargare al più presto. Quelle parole di Francesco sono state "pietre" e "fendenti" sullo stato quo sindacale, della Cisl. Questa è la nostra interpretazione. Ben diversa, pensiamo, da quanto circola o verrà detto dal palco del Congresso all’Eur, che non ha neppure “pensato” che sia stato contradditorio prima applaudire con convinzione il discorso di Francesco e, poco dopo, insediare alla presidenza del Congresso una delle “pensioni d’oro” della Cisl, Bonfanti seg nazionale Fnp. (v.allegato con articolo sito Il9marzo)

Ricordiamo che non tutto ciò che rientra nella legalità è equo e eticamente compatibile con ciò e con chi vuole rappresentare il sindacato, che il contenzioso sollevato asuo tempo da Fausto Scandola è stato messo a tacere dalla Cisl con un nuovo regolamento (utile) che nel contempo è stato anche utilizzato come un condono tombale a costo zero”.

Francesco Riccardi, nell’editoriale de L’Avvenire (allegato), così inizia. «Profezia» e «innovazione » – le due parole che il Papa ha consegnato alla Cisl – possono davvero essere le chiavi con le quali cercare di aprire la porta di un futuro diverso e migliore rispetto a quello, incerto e fosco, che si staglia oggi all’orizzonte? E come si coniugano nella realtà? Il discorso che Francesco ha rivolto ieri ai delegati sindacali, quasi una seconda catechesi fondamentale sul lavoro dopo quella pronunciata all’Ilva di Genova, potrebbe apparire paradossale. Di fronte a profezie economiche sempre più negative, a un’innovazione che mina le certezze sull’occupazione e la nostra stessa vita, il Papa chiede al sindacato proprio di essere profetico e innovativo, sprona a gridare sui tetti le ingiustizie e ad uscire dalla cittadella fortificata dei garantiti per andare nelle periferie a raccogliere chi è fuori, chi è precario, chi diventa imprenditore di se stesso ma si ritrova solo, per dargli protezione. La profezia, dice Francesco, è «la vocazione più vera del sindacato», che «nasce e rinasce tutte le volte che denuncia… i potenti che calpestano i diritti dei lavoratori più fragili, difende la causa dello straniero, degli ultimi, degli scarti». (..) per proseguire aprire l’allegato

Altri commentatori (allegati) sono critici verso le analisi e le considerazioni economiche formulate da papa Francesco, ricordando i passati dell'era industriale e delle sue rivoluzioni. Neppure troppo velatamente lo contestano per la sua presunta "incompetenza economica" mentre ne accettano l'esortazione etica e morale. Però, però …..questi economisti e/commentatori (come pure molti sindacalisti) poco o nulla dicono sulla grande diversità di questa rivoluzione digitale, industria e servizi punto 4, che – per la prima volta nella storia – possiede tecnologie che possono far aumentare di molto la produttività (e la crescita) senza per questo dover ricorrere ad un aumento dell'occupazione, anzi spesso la riducono.

La rivoluzione digitale porta con sè tecnologie che possono sostituire molte funzioni (controllo e utilizzo) dell'uomo. Le innovazioni industriali avviate all'inizio del 1780 (prima con il motore a vapore, e via via l'elettricità) hanno avuto una caratteristica comune: fare aumentare sì la produttività del lavoratore, sempre però indispensabile per avviare un macchinario, un motore.

Nella nostra era (iniziata molti anni fa con l'informaticva e i primi macchinari a controllo numerico e/o a distanza) non è più così, questo paradigma è mutato, e sono ancora pochi coloro (economisti, ricercatori, manager, sindacalisti, politici) che ne hanno preso atto – in particolare negli anni più recenti con le tecnologie 4.0 – suggerendo i necessari radicali cambiamenti delle strategie sindacali e di quelle economiche dello stato.

Alleghiamo 11 articoli, con opinioni diverse, sul discorso di Francesco ai delegati Cisl

 

Allegato:
stolto_far_lavorare_vecchi_al_posto_di_giovani_accattoli_corsera.doc
il_papa_e_il_ruolo_del_sindacato_riccardi_avvenire.doc
la_disoccupazione_naturale_terzi_avvenire.doc
papa_francesco_sbaglia_sulla_staffetta_anziani_mingardi_stampa.doc
il_vero_sindacalista_e_il_papa_franchi_manifesto.doc
il_linguaggio_del_profeta_9marzo.doc
assegni_dorati_mazza_avvenire.doc
la_staffetta_bloccata_ma_serve_crescita_mania_repubblica.doc
non_costringere_i_ragazzi_rosina_repubblica.doc
conquiste_del_lavoro_29-6-17_prime_5_pag.pdf
speciale_congresso_sito_cisl.doc

2 commenti
  1. Bruno Ranucci
    Bruno Ranucci dice:

    I musicanti di Brema andarono per suonare e…furono suonati!
    Mille congressisti, mille come quelli che con Garibaldi riuscirono a conquistare il Sud (regalandolo, poi, purtroppo, ai Savoia) erano convenuti a Roma ricevuti dal Papa per essere benedetti e…per poco non sono stati scomunicati!
    La “lezione” papale impartita loro avrebbe potuto indurli, in uno scatto di dignita’(?) coerenza(??) e liberta’(???) ad orientare il dibattito congressuale sui temi sollevati nell’udienza papale e, addirittura, criticamente, proporre di approfittare del conclave cislino, per sciogliere la Cisl e rifondarla sulle basi ormai abbandonate, cioe’ la democrazia, l’etica, la solidarieta’ verso i non rappresentati…
    Come era prevedibile, tutto questo, purtroppo non e’ avvenuto ed il XVIII Congresso sara’ ricordato, tra qualche anno, solo come la grande occasione perduta di fermare l’inarrestabile declino di un’organizzazione che pure contribui’ a rendere, in tempi difficili, tutto il mondo del lavoro e anche la societa’ piu’ giusta e piu’ equa. Bruno Ranucci

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