DODICI DOMANDE AL NUOVO GOVERNO – Gg.Migone – politica –

GianGiacomo Migone rivolge 12 domade al governo Letta ed alla maggioranza che lo sosrregge.  Il Governo deve fare fronte ad una crisi democratica acuta quanto quella sociale ed economica. Per questo è bene che risponda, nelle parole come nei fatti, ad alcuni interrogativi.

  1. Come affronterà conflitti d’interesse e corruzione nei settori pubblico e privato? Con la legge Severino?
  2. In che modo applicherà la legislazione vigente sugli spazi televisivi per garantire un effettivo pluralismo mediatico secondo criteri europei ed occidentali?
  3. Rispetterà l’indipendenza della magistratura, investendo nei servizi ai cittadini e nella riforma del sistema carcerario? S’impegna a non ricorrere al segreto di Stato nei casi di strage, terrorismo e mafia?
  4. Dispone di una proposta di legge elettorale che garantisca governabilità e diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti?
  5. Ridurrà il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali e abolirà le provincia, senza ricorrere a riforme costituzionali e ponendo fine alla pioggia di denaro pubblico a finanziamento della politica?
  6. Riconoscerà il diritto di cittadinanza degli immigrati in Italia e il diritto di asilo secondo la normativa internazionale?
  7. Risolverà le questioni dei così detti esodati e provvederà al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, evitando soluzioni demagogiche sull’IMU?
  8. In quale modo intende sollecitare l’Unione Europea a stimolare la ripresa economica, anche rinegoziando il rientro del debito italiano?
  9. Quali provvedimenti intende assumere per contrastare la disoccupazione specie giovanile (salario minimo come nel resto d’Europa? Agenzie di lavoro per la salvaguardia dei beni culturali ed ambientali?).
  10. Quali investimenti intende effettuare a sostegno della scuola, della ricerca, della valorizzazione e salvaguardia dei beni culturali ed ambientali?
  11. Per reperire le risorse necessarie, affronterà gli sprechi in tutto il settore pubblico (“spending review”) – non solo della così detta casta politica – che il governo Monti ha lasciato intatti?
  12. Costi complessivi delle istituzioni (Quirinale, Parlamento, Corte Costituzionale), stipendi e benefits degli alti funzionari (specie del Tesoro e della Ragioneria), stipendi e consulenze in enti pubblici come la RAI, usi ed abusi delle scorte, numero ed entità delle indennità di servizio all’estero, numeri eccessivi degli alti gradi delle forze armate, acquisti di armi eccessivamente costose e non rispondenti alle priorità strategiche europee dell’Italia (F 35).

g.gmigone@libero.it      

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