DAL SINODO ALLA CHIESA SINODALE – R. La Valle – due articoli – recensione di G.Montanari –

Due articoli di Raniero La Valle sul Sinodo, pubblicati su Rocca. Il 19 ottobre si è conclusa la prima parte del Sinodo straordinario sulla famiglia voluto da papa Francesco in preparazione della sessione deliberativa che si terrà nell'ottobre 2015. Si è trattato di un'importante novità per la consultazione di base preparatoria che ha coinvolto  la comunità dei credenti. Il documento conclusivo del 18 ottobre è più prudente rispetto a quello intermedio, esposto nel corso dei lavori dal cardinale ungherese Peter Erdö, che aveva fatto dichiarare a Raniero La Valle: Il Sinodo dei Vescovi è esploso nella libertà.

Libertà, dovuta proprio a papa Francesco, sia di metodo che di merito: infatti il metodo adottato è quello della libertà d'espressione dei vescovi, che non si sono trovati davanti (com'era consuetudine in passato) documenti già pronti prima del dibattito; nel merito la liberazione è stata proclamata da papa Francesco nell'omelia a Santa Marta del 13 ottobre scorso, quando, parlando dei dottori della legge nel Vangelo, ha detto che non erano capaci di vedere i segni dei tempi, erano chiusi nel loro sistema; per loro erano cose strane quelle che faceva Gesù, che andava con i peccatori, pranzava con i pubblicani… Avevano dimenticato che Dio non è il Dio della legge, ma è il Dio della sorpresa.

Per La Valle questo sinodo ha segnato una svolta simile a una rivoluzione copernicana: se, fino ad oggi, il "deposito" che la Chiesa deve custodire era la dottrina, ora il "deposito" sono le persone, amate da Dio, di cui la Chiesa deve avere cura. Di conseguenza, sono state viste in modo diverso le persone messe ai margini, come gli omosessuali o i divorziati risposati, considerate fin qui in una condizione di peccato e di disordine oggettivo. Di tutti si è parlato con comprensione e amore; da qui discendono le parole presentate nella relazione del cardinale Erdö, parole di misericordia, non di esclusione. La svolta è tutta qui: dalla dottrina alle persone, dal giudizio alla misericordia.

Riguardo al tema dell'indissolubilità del matrimonio Raniero La Valle descrive le posizioni del Sinodo circa la riammissione dei divorziati risposati all'eucarestia, esaminando sia le argomentazioni  teologiche che quelle storiche e giuridiche, sottolineando, tra l'altro, che oggi il divorziato può essere riammesso ai sacramenti solo in caso della morte del coniuge. «Ma può accadere nella Chiesa? …. Non può essere la morte l'amministratrice dei doni di Dio. Tocca al Sinodo, ora spodestarla».

Questa la chiusura dell'articolo del 1° novembre. Nell'articolo successivo del 15 novembre, alla luce del documento finale, nonostante che non sia stata raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi dei vescovi sui tre punti riguardanti il riconoscimento delle coppie omosessuali e l'eucarestia ai divorziati risposati, La Valle ribadisce tuttavia la novità di questo Sinodo, che ha trasformato il ruolo dei vescovi nel loro rapporto col Papa: si è passati dal Sinodo dei vescovi alla Chiesa sinodale. Papa Francesco ha "rifondato" il Sinodo, che Paolo VI aveva fondato nel 1965 «dopo  aver scrutato attentamente i segni dei tempi». «Avendo anch'io perscrutato i segni dei tempi – dichiara papa Francesco in una lettera dell'8 aprile 2014 al Segretario generale del Sinodo, cardinale Baldisseri – ….. desidero valorizzare questa preziosa eredità conciliare».

Il significato della sinodalità parte dalla domanda che papa Francesco si era posto: «Chi sono io per giudicare?». E la risposta era che neanche il Papa può giudicare da solo, ha bisogno del consiglio, della prudenza e dell'esperienza dei confratelli Vescovi. Di qui  deriva che sinodalità è in primo luogo collegialità; e questa è una ripresa forte dei temi del Concilio Vaticano II; collegialità e sinodalità che per essere vere richiedono libertà e parresia, ovvero coraggio; da qui deriva l'invito del Papa ai cardinali a parlare liberamente, senza timore né rispetto umano: «Con questi due atteggiamenti si esercita la sinodalità: parlare con parresia e ascoltare con umiltà».

L'esperimento, secondo Francesco, è riuscito: i vescovi hanno sperimentato la vera sinodalità, che è libertà, solidarietà, cammino insieme, nonostante momenti di desolazione e di tensione, nonostante due opposte tentazioni abbiano preso campo, quella dell'irrigidimento ostile e al contrario, "la tentazione di scendere dalla croce per accontentare la gente".

Così, nonostante il "passo indietro" fatto dal Sinodo nella dichiarazione finale (d'altra parte tutto è rimandato al 2015), per Raniero La Valle, Francesco ha già vinto: la sinodalità è stata rifondata, basata sul dialogo ma anche sul conflitto, che non deve spaventare. In più, le parole di compassione e comprensione per gli "irregolari" sono state pronunciate, e difficilmente si tornerà indietro.

Gianna Montanari

Allegati

Il Sinodo esploso  Raniero   La Valle   Rocca,  n. 21  1-11-2014, pp. 38-40

Dal Sinodo dei vescovi alla Chiesa sinodale  R.La Valle Rocca,  n. 22 15-11-2014, pp. 31-34

Allegato:
il_sinodo_esploso_la_valle_da_rocca_21.doc
dal_sinodo_alla_chiesa_sinodale_la_valle.doc

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