Clamoroso documento della Conferenza delle Regioni. E’ grave la rottura che si è determinata tra Regioni e Governo dopo il negativo confronto di Giovedi 24 a Roma. Tutti i governatori (di centro-sinsitra e di centro-destra) hanno sottoscritto all’unanimtà un ordine del giorno in cui affermano che i tagli dei trasferimenti da Stato a Regioni sono inaccettabili, pertanto per determinate materie sono “pronti a restituire le competenze".
Senza soldi non è possibile gestire tante competenze: per questo le Regioni e le Province autonome hanno annunciato l’intenzione di chiedere una Conferenza Stato-Regioni straordinaria per riconsegnare le deleghe che hanno ottenuto grazie ai provvedimenti attuativi della legge 59 del 1997, ovvero il decentramento Bassanini.
Si tratta di una serie di materie che vanno dal trasporto pubblico locale alla viabilità, passando per agricoltura, protezione civile, energia, incentivi a imprese e altro ancora «che costano 3.1 miliardi di ero mentre il taglio previsto nel solo 2001 è di 4 miliardi», spiega il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani.
Un modo insomma per evidenziare come per il federalismo fiscale, con questi tagli, non c’è spazio, «perchè questa manovra uccide le Regioni ed è difficile fare il federalismo con il morto», osserva il governatore della Puglia, Nichi Vendola. Le Regioni, che mostrano ancora una volta la propria compattezza non solo parlando con la stampa, al termine della Conferenza delle Regioni odierna, ma anche in un ordine del giorno che hanno approvato all’unanimità, chiedono a Berlusconi di essere ricevute e udienza anche ai presidenti di Camera e Senato, dicendosi poi pronte a «dare una doverosa informazione al presidente della Repubblica».
E’ un documento molto critico e severo contro le decisioni del governo ed il suo comportamento. Scrivono sulle « gravi ripercussioni che la manovra comporterà per l’intero Paese», protestano «per le mancate risposte del governo alle loro richieste e proposte» e per i «tentativi di creare divisioni tra le Regioni ad autonomia ordinaria e speciale».
Non si danno per vinte, insomma, e per di fugare i dubbi su sprechi e costi eccessivi che, secondo le accuse, caratterizzano le loro amministrazioni, chiedono l’istituzione di una commissione straordinaria, Governo-Regioni, con il compito di verificare i costi di gestione delle pubbliche amministrazioni per trovare altri risparmi da investire in chiave anti crisi.
Il presidente Errani ha anche chiesto ad Anci e Upi, rispettivamente le associazioni di Comuni e province, di costruire insieme una piattaforma per gestire la difficile situazione che si è venuta a creare.«Le ricadute dei tagli alle Regioni – ha detto Errani – pioveranno ovviamente su Province e Comuni». Pronta la risposta del presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Sergio Chiamparino, il quale ha dichiarato:«L’Anci accoglie la sollecitazione che arriva dalle Regioni segnalando la necessità di una sempre maggiore compattezza del comparto Regioni ed Enti locali, utile per il necessario confronto con tutti i livelli istituzionali e con le forze politiche e sociali».
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