GRAZIE, NON FUMO di Mario Dellacqua (Salute & Sicurezza 8-12-09)

A None, vivace cittadina dell’hinterland torinese, una ventina di cittadini, tra cui Mario Dellacqua, hanno affisso in bacheca un appello per la firma di una petizione popolare con lo slogan “Grazie, io non fumo”. Non si tratta però di una campagna per contenere il fumo delle sigarette in locali e luoghi pubblici, ma contro l’inquinamento che porterebbe una nuova centrale termica anche se alimentata con biomasse. I promotori chiedono al Sindaco e all’Amministrazione comunale di opporsi ufficialmente a questo progetto e di difendere il territorio da impianti che implicano un enorme spreco di risorse naturali, non recano alcun beneficio alla collettività, assicurano alle imprese profitti di tipo puramente speculativo e potrebbero minacciare la salute nostra e delle future generazioni.


 

I  motivi dell’ opposizione ad una fonte energetica,  sponsorizzata come alternative e pulita anche quando non sussistono i requisiti di una corretta progettazione territoriale, sono ben richiamati nel volantino che riproduciamo. Inoltre bisogna tener conto che in quell’area esiste già un grande centrale a cippato per produrre calore ed energia elettrica per lo stabilimento della SKF di Airasca per la quale sono stati disattesi gli impegni di approvvigionamento di biomasse provenienti da un bacino locale, comprendente anche la manutenzione boschiva. Una buona parte della biomassa proviene da lontano, anche dalla Francia. Non basta dire biomassa per far parte dell’energia alternativa e non inquinante.

 

Centrale a biomasse a None?Ma chi ci guadagna?

·         Un impianto che utilizza come combustibile grosse quantità di materiale legnoso (cippato), può aver senso in zone altamente boscose mentre è sicuro che nel raggio dei prescritti 70 km. non c’è legname sufficiente per alimentare una centrale che brucerebbe 70mila tonnellate di cippato ogni anno (e si propone di essiccarne più o meno altrettante): perciò sarebbe forte il rischio di ricorrere per l’approvvigionamento a legname, contaminato da sostanze tossiche, proveniente dall'estero.

·         Oltre allo spreco energetico legato al trasporto della legna su gomma per centinaia/migliaia di chilometri (e alle ripercussioni sul traffico di mezzi pesanti a None) vi sarebbe quello ben maggiore legato al bassissimo rendimento elettrico della centrale (del 20% circa). Le decine di migliaia di tonnellate di legno (anche se di scarto) necessarie all'alimentazione di tale impianto potrebbero essere sfruttate in modo ben più redditizio ed ecocompatibile.

·         Vista l'enorme quantità di legname da impiegare non ci può essere alcuna garanzia di controlli efficaci in merito alla qualità dello stesso, con evidenti rischi di possibili ripercussioni sulla qualità dell’aria che respiriamo e faremo respirare alle nuove generazioni.

·         Dietro alle numerose richieste di insediamento degli impianti a biomasse, tutte estranee ad ogni programmazione, è evidente l’interesse dei gruppi imprenditoriali di puntare all’accaparramento selvaggio a scopo speculativo dei “certificati verdi” che finanziano la produzione di energie cosiddette alternative con ingenti contributi pubblici.

·         Visti gli altissimi costi (700-800mila euro al km.) vi sono notevoli dubbi sulla effettiva disponibilità dell'imprenditore alla realizzazione di una rete di teleriscaldamento per None. E quale sarebbe il vantaggio per le famiglie, già allacciate ad un’efficiente rete di gas e crediamo poco inclini a sobbarcarsi le spese di riconversione degli impianti attuali? Anche senza tener conto della necessità di sventrare il paese per le opere di allacciamento, quale sarebbe la convenienza economica di tale operazione?

·         L’iter di questo progetto presentato da Benarco è già stato avviato in Provincia e nessuno lo sta contrastando con la necessaria determinazione.

·         Il progetto in questione non ci risulta facesse parte di alcun programma elettorale e, a giudicare dal parere del PD nonese, di autorevoli membri della Giunta e dell'intera minoranza, non pare avere grandi sostenitori (anche non tenendo conto dell'opposizione nostra, dei gruppi ambientalisti e dei sindaci dei paesi limitrofi).

·         Non è vero che il Comune è obbligato a subire queste operazioni speculative. Può e deve usare tutti gli strumenti che la legge gli attribuisce per negare ogni richiesta di autorizzazione.
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