Nonviolenza vs guerre e odio
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, da anni Patriarca di Gerusalemme dei Latini, racconta nell’intervista pubblicata il 30 settembre, quanto è successo in questi anni nella striscia di Gaza e quanto succede oggi in Israele e nei territori della Palestina come configurati dall’Onu, rimarcando che l’odio e il risentimento perdureranno tra ebrei e palestinesi anche dopo lo stop alle bombe. Il cardinale ha inviato il 5 ottobre una lettera ai fedeli della Diocesi del Patriarcato nella quale riprende molte delle valutazioni dell’intervista (vedi allegato). Savino Pezzotta, vecchio dirigente di un sindacato oggi diviso, è una delle bandiere del pacifismo innervato con la cultura della nonviolenza, che nei giorni scorsi ha “battuto un colpo” con successo con la coraggiosa iniziativa della Flotilla e le fiumane pacifiche di cortei nelle città italiane. (vedi allegati)
Il cardinale Pizzaballa, nella lunga intervista : «A Gaza c’è un patrimonio civile da custodire: di dignità e umanità» – rilasciata a Daniele Rocchetti per L’Eco di Bergamo (vedi allegato) ricostruisce il contesto storico in cui si è sviluppata l’ immane tragedia della distruzione di Gaza e dello sterminio dei palestinesi, si sofferma su molti aspetti tra i quali questi:

- Nella parrocchia della Sacra Famiglia manca tutto. I topi hanno invaso i locali dove vive la gente.
- Quanto accaduto il 7 ottobre 2023 è uno spartiacque: nulla sarà come prima. La fine della guerra non sarà la fine del conflitto. Le conseguenze le pagheremo per molto tempo. l’odio resterà, le soluzioni politiche nel breve non arriveranno e i problemi di fondo resteranno. Mancano, da una parte e dall’altra, leadership credibili e autorevoli. Sarà molto difficile se non ci sarà un cambiamento, se non si arriva ad una lingua diversa, un linguaggio inclusivo. Che non significa“viviamo insieme felici e contenti”, perché non sarà mai così, ma riconoscere che l’altro esiste e ha dignità e diritti. L’ho ripetuto più volte. Ciò che è avvenuto il 7ottobre di due anni fa è frutto di un linguaggio e di un pensiero iniziati molto prima da entrambe le parti. Le polarizzazioni sono esplose ora, ma provengono da molto lontano. Abbiamo alle spalle una lunga storia di guerra e di occupazione che durano da molti decenni.
- Le conseguenze le pagheremo per molto tempo, l’odio resterà, come i problemi di fondo.
- Abbiamo alle spalle una storia di guerra e di occupazione che durano da decenni.
- La reazione è andata ben oltre, ha avuto obiettivi diversi: la distruzione sistematica di Gaza.
- Grazie a Dio, il mondo si regge ancora sulla coscienza dei popoli. Spesso mi sento dire: “Dov’è Dio? A che serve la fede?’’ Credo che la fede aiuti a ritrovare quel filo di umanità anche nelle situazioni più drammatiche. Ho visto le persone della parrocchia impegnate a disfare i pallet con gli alimenti per preparare pacchi da dividere con i vicini mussulmani, donne attente ai propri figli e a quelli degli altri rimasti senza famiglia. Non ho sentito da parte di nessuno dei nostri ima parola di odio e di rancore. Soltanto parole di stanchezza, di incomprensione, di desiderio che tutto finisca presto. Sono segni di umanità bella, che per me sono di grande conforto e consolazione».
- Non sappiamo cosa hanno in mente i grandi. Una cosa posso dire: i palestinesi non lasceranno Gaza. Si, certo, qualcuno partirà, ma Gaza non sarà svuotata. Bisognerà capire se creeranno delle zone, al Sud piuttosto che al Nord. Però – ne sono convinto – se qualcuno presume di riuscire a scacciare i due milioni di palestinesi da Gaza e i tre milioni da Cisgiordania si illude. Resteranno lì, più determinati di prima a ricostruire là dove tutto è stato distrutto, con maggiore caparbietà, forse con maggiore rabbia. Il futuro è incerto, difficile da decifrare.
- Di una cosa sono certo: i palestinesi sono stanchi di sentirsi dire dagli altri quale sarà il loro futuro, sono stanchi di sentirsi dettare dagli altri il loro futuro. Non ci sarà nessun futuro, nessuna prospettiva che non tenga conto del dialogo con loro, senza la loro partecipazione diretta.
Articolo correlato – intervista, del 4 ottobre, di Mario Calabresi al Cardinale Pierbattista Pizzaballa https://mariocalabresi.com/intervista-cardinale-pizzaballa-podcast/

Savino Pezzotta in “La nonviolenza in azione”, sulla sua pagina Facebook, scrive << sulla nonviolenza come strumento di cambiamento. La nonviolenza adottata dalla Flottiglia della Libertà ha indubbiamente avuto un impatto significativo nel sensibilizzare l’opinione pubblica, non solo a livello locale, ma anche su scala globale. Sebbene non abbia ancora portato a una risoluzione immediata del conflitto israelo-palestinese o alla fine del blocco di Gaza, la forza della nonviolenza si è concretamente manifestata nel riuscire a scuotere le coscienze e a mobilitare l’opinione pubblica in Europa, in Italia e nel resto del mondo. (…) Le missioni della Flottiglia hanno contribuito a far emergere il problema delle violazioni dei diritti umani in modo potente, non attraverso azioni violente o provocazioni, ma con il gesto simbolico di persone che, a bordo di imbarcazioni non armate, cercavano di portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Questo approccio ha suscitato una forte reazione emotiva e intellettuale, facendo leva sul contrasto tra la violenza del blocco e la purezza del gesto nonviolento (…) vedi testo completo in allegato
Articolo correlato – PRENDERE PAROLA – Lo sciopero generale del tre ottobre: un importante segnale, ma si devono consultare prima RSu e lavoratori. Un documento sul quale vi invitiamo ad esprimere un commento e suggerire integrazioni. Un clic qui https://www.prendereparola.it/2025/10/07/lo-sciopero-generale-importante-segnale-ma-si-devono-consultare-rsu-e-lavoratori/
Segnaliamo i link di alcuni articoli correlati, pubblicati in questi giorni da Savino Pezzotta
Verso una tregua possibile: la fragile speranza a Gaza https://savinopezzotta.wordpress.com/2025/10/04/verso-una-tregua-possibile-la-fragile-speranza-di-pace-a-gaza/
https://savinopezzotta.wordpress.com/2025/10/04/una-lettura-da-vecchio-sindacalista-sul-movimento-pro-palestina/ ripubblicato su https://www.laportadivetro.com/post/l-urlo-pro-palestina-pensieri-di-un-vecchio-sindacalista
La lezione della flottiglia per Gaza https://savinopezzotta.wordpress.com/2025/09/30/5841/
La fiumana umana del lungo corteo nel pomeriggi del 4 ottobre a Roma è stata un’ espressione di massa della nonviolenza, anche in grado d’isolare e d’espellere dal corteo un manipolo di violenti che in seguito hanno innescato atti di vandalismo e scontri con le forze dell’ordine. Avevano già fatto la loro apparizione con atti vandalici fine a se stessi nel corso dei cortei del 22 settembre; il giorno dopo Michele Serra,su L’amaca, ha scritto un commento con il titolo “Quelli che rubano le manifestazioni”. (vedi allegato)
Servirà tempo, ma l’obiettivo di barche – o di cortei – che sventolino sul pennone come sulla stessa asta quattro bandiere – palestinese, israeliana, arcobaleno e Onu, sta in quell’rizzonte delle “utopie possibili” nel tempo in cui viviamo, nelle nostre capacità e per questo i tempi si possono abbreviare costruendo l’unità d’azione dei sindacati confederali e delle categorie. La cultura e le azioni della nonviolenza saranno sempre più estese e efficaci ripristinando e riformando l’Onu, dotandolo di autonomia decisionale senza nazioni con diritto di veto e con autonomi e consistenti contingenti di intermediazione e di polizia internazionale.

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