RISCRITTO IL DIRITTO DEL LAVORO – A.Serafino – sindacato & politiche 25/10/10

La Camera dei deputati, in seconda lettura il 19 ottobre, ha definitivamente approvato il “Ddl lavoro” dopo un lungo iter legislativo (Commissioni, Camera e Senato). Questa notizia è stata soppiantata nei commenti sui media, molto brevi, da quelle riguardanti la giustizia pro-Berlusconi (la legge Alfano). Eppure la nuova legge sul lavoro cambierà significativamente alcune parti del diritto del lavoro e dell’istruzione obbligatoria. Alla Camera hanno votato contro solamente il Pd e l’Italia dei Valori. I commenti politici vanno dall’elogio governativo che con una certa disinvoltura e spudoratezza ripete “…onorata la memoria di Marco Biagi” a quelli severamente critici che ravvisano in quel provvedimento “…uno degli atti più gravi di questa legislatura». Divaricati i commenti, anche in questa circostanza tra Cisl e Uil (favorevoli) e la Cgil (contraria). Raffaele Bonanni ha, il giorno dopo, ribadito il suo apprezzamento per l’approvazione della legge ed in particolare dell’arbitrato; di contro Gugliemo Epifani ha replicato sostenendo che ci sono gravi lezioni al diritto costituzionale, che è stata limitato la libera scelta del lavoratore a rivolgersi al giudice. Al riguardo sono previsti ricorsi alla Consulta. Le ragioni della grande divaricazione tra Cisl e Cgil sono riconducibili principalmente a due punti.

Il primo. Le nuove norme sull’«arbitrato» che introducono la scelta del « canale della conciliazione», non più modificabile nel corso del rapporto di lavoro, prima ancora che insorgano le vertenze.Per di piùquesta scelta è d’obbligo che sia effettuata al termine del periodo di prova, con la lettera di assunzione che definisce il rapporto di lavoro.

La Cisl declama ( vedi titoli a sei colonne su Conquiste del Lavoro del 21 ottobre,  tre pagine allegate) che “Da oggi il lavoratore è più libero di scegliere”.

La Cgil afferma che si coarta la decisione in un periodo in cui il lavoratore è sicuramente nella situazione di maggior debolezza e scarsa autonomia decisionale, inoltre esprime ferma contrarietà a scegliere prima che sia insorta un’eventuale vertenza, lasciando al lavoratore la possibilità di valutare caso per caso sull’opportunità o meno di scegliere l’arbitrato o il giudice. Valutando caso per caso.

Su questo punto in una precedente votazione al Senato era stato accolto un breve emendamento del Pd ( Cesare Damiano) che rinviava la scelta al momento dell’insorgere di una vertenza. La Cisl non ha fatto alcuna battaglia perché quell’emendamento fosse recepito dal Governo (Sacconi) che invece ha riaperto l’iter rimodificandolo. La Conquiste del Lavoro e le dichiarazioni di Raffaele Bonanni contengono non solo gravi omissis ma anche bugie neppure lievi.  

Il secondo.  La nuova legge ha invece recepito un emendamento, proposto dal deputato ( ex-sindacalista Cgil) Cazzola ora del Pdl, che depotenzia una delle principali conquiste del centro-sinistra degli anni passati: l’innalzamento a sedici anni dell’obbligo scolastico. Ora, già a quindici anni sarà possibile entrare al lavoro, naturalmente con un rapporto da «apprendistato», reale o meno che sia.

La Cisl nel corso del lungo iter si è limitata a dire la sua nel corso delle ripetute audizioni di fronte alle apposite Commissioni; diversamente dalla Cgil non ha messo in atto alcun tipo di mobilitazione, la sua informazione è stata ambigua, sulla falsariga dell’ultimo articolo di commento di Conquiste sopracitato.

Un bel guaio, specie per tutti coloro che credono che lo strumento dell’arbitrato e della conciliazione sia molto utile ai lavoratori per accorciare i tempi del contenzioso legislativo, purché sia effettivamente libero e calibrato alle scelte, di volta in volta. Non è certo sufficiente dire che l’arbitrato non riguarda i licenziamenti, esistono casi in cui può essere preferibile rivolgersi al giudice. 

Infine invitiamo a leggere l’articolo, ancora di Conquiste del Lavoro, del 20 ottobre (allegato) in cui si parla dell’iniziativa dell’Università Tre di Roma per un master che formi una nuova leva di consulenti del lavoro per la certificazione dei contratti, condizione necessaria per un’efficacia attività degli arbitri.

A Raffaele Bonanni ed alla Cisl crescerà ( metaforicamente) un lungo naso da Pinocchio, se per ogni divergenza con la Cgil continuerà ha chiamare in causa “la scelta partecipativa” ( attribuita alla Cisl) e “la scelta conflittuale-antagonista” ( appiccicata alla Cgil). Nel caso è addirittura falso dire che la Cgil si oppone all’arbitrato, lo vuole libero nella scelta di volta in volta, come ad esempio prevedeva l’emendamento di Cesare Damiano accolto dalla Camera e poi ricusato dal Governo.

La Cisl ha scelto per questa legislatura la strategia filo-governativa, di non mettersi mai di traverso perché ha valutato che ciò non sarebbe conveniente per il sindacato e per i lavoratori.  I cartelli che accusano Bonanni di essere “un venduto” perché collabora con aziende e con governo non solo sono un’ingiusta e gratuita accusa ma testimoniano di quel fare politica con l’accetta, bianco e nero, chi non è con me e contro di me, dall’altra parte.

La debolezza strategica e gli errori gravi della Cisl, nell’era del Berlusconi IV, sono riconducibili al fatto di aver smarrito il caposaldo dell’essere sindacato: l’autonomia di proposta verificata con i protagonisti sindacali e con i lavoratori tutti. Quell’autonomia del sindacato che consente una risposta diversa dall’ideologia  sull’organicità della “classe” che agirebbe per il bene dei lavoratori, indispensabile per quel sindacato moderno che si misura con “controparti” politiche, governative, padronali, verso le quali permangono sempre “conflitti d’interessi” in quanto rappresentanti di parti sociali assai diverse con in testa, o meno, l’interesse comune del paese.

L’esempio ultimo proprio in Fiat? Si premiano le azioni, i detentori di capitale e si lasciano a zero ( per la parte variabile del Premio aziendale) i lavoratori, coloroo che conferiscono all’azienda “solo” la partecipazione con il lavoro, con gran parte della loro vita.

La Cisl del 2.000 ha una buona pratica di documenti, d’intenzioni ma è un guaio nella strategia, nelle decisioni sull’oggi….di questo passo finisce sulla strada dell’inferno, lastricata di buone intenzioni. E’ del tutto evidente, se si leggono i testi del dibattito parlamentare, delle audizioni sindacali, che nel caso della legge approvata la ragione sta più dalla parte di Guglielmo Epifani che di Raffaele Bonanni.

Alleghiamo i seguenti articoli

·       “Ingiustizia è fatta” di M.Roccella Il Manifesto 21 ottobre 

·       “Da oggi il lavoratore è più libero di scegliere”  di M.Masucci su Conquiste del lavoro del 21 ottobre

·       “Ddl lavoro: via libera definitivo dalla Camera” di G.Gagliano su  Conquiste del lavoro del 20 ottobre

Allegato:
Diritto del lavoro riscritto da destra_23-10-10.doc
Da oggi il lavoratore è più libero_Conquiste 21-10-10.pdf
Conciliazione_Conquiste 21-10-10.pdf
Capitolo per capitolo_ Conquiste 21-10-10.pdf
Ddl lavoro via libera alla Camera_Conquiste 20-10-10.doc

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