QUEL POPOLO IN RIVOLTA – Forconi e tanti altri – analisi su Torino –

Quel popolo che si è rivoltato anche con rabbia, ha alle proprie spalle uno stillicidio di provvedimenti governativi che hanno messo e mettono in ginocchio una gran parte del cosiddetto "popolo delle partite Iva". Nell'ultimo periodo: aumento dell'Iva, aumento delle accise con l'abusata clausola di garanzia, anticipazione degli acconti che vanno ben oltre il 100%, una vezzazione!

Il movimento del “9 Dicembre” più noto come dei “Forconi” ha guidato la protesta. Ora si è diviso sulla scelta della manifestazione a Roma. Molti hanno tirato un sospiro e la memoria …si è fatta nuovamente corta. Eppure il popolo delle partite Iva ( vere e fasulle) non ha ricevuto alcuna risposta. I tanti “senza casa” sono ancora lì. Giorni fa  Torino è stata l’epicentro della cosid­detta “rivolta dei for­coni”. Ora sembra farsi spazio nuovamente l’oblio sulle cause “incendiarie” -sociali e economiche- che hanno consentito a scafati o improvvisati piromani di innescare “incendi” di protesta qua e là nella città e dintorni, con la parola d’ordine “si ferma l’Italia”.

E' un movimento di protesta senza leader e senza piattaforma rivendicativa? Oppure ci sono tanti leader, anche spontanei, a supporto di richieste tanto diverse? Perché Torino è diventata il centro della protesta? Perché all’inizio si è visto o intravisto solamente il "colore nero" dei partecipanti? Perché si è dimenticato il dibattito rimasto a mezz’aria sul declino o no di Torino? Perché non sempre si ricorda  che Torino è la capitale degli sfratti? Colti alla sprovvista, perché?

Il dibatto politico si è infuocato sul problema dell’ordine pubblico, tanto da registrare un rapporto “ai ferri corti” tra il Sindaco di Torino e il Prefetto che ha offerto le proprie dimissioni al Ministro degli Interni. Ed altro ancora……

Alleghiamo alcuni articoli di analisi e di commento, quelli di Giorgio Airaudo, Mario Dellacqua, Paolo Ferrero, Paolo Griseri, Bruno Manghi e Marco Revelli, che hanno cercato risposte.

Marco Revelli fa parlare le cifre per suffragare la sua  valutazione. Scrive: “ Con i suoi quasi 4000 prov­ve­di­menti ese­cu­tivi nel 2012 (circa il 30% in più rispetto all’anno pre­ce­dente, uno ogni 360 abi­tanti come cer­ti­fica il Mini­stero), Torino è stata defi­nita la “capi­tale degli sfratti”. Per la mag­gior parte dovuti a “moro­sità incol­pe­vole”, il caso cioè che si veri­fica «quando, in seguito alla per­dita del lavoro o alla chiu­sura di un’attività, l’inquilino non può più per­met­tersi di pagare l’affitto». E altri 1000 si pre­an­nun­ciano, come ha denun­ciato il vescovo Nosi­glia, per gli inqui­lini delle case popo­lari che hanno rice­vuto l’intimazione a pagare almeno i 40 euro men­sili impo­sti da una recente legge regio­nale anche a chi è clas­si­fi­cato “incol­pe­vole” e che non se lo pos­sono per­met­tere.

“Maglia nera” anche per le atti­vità com­mer­ciali: nei primi due mesi dell’anno hanno chiuso 306 negozi (il 2% degli esi­stenti, 15 al giorno) in città, e 626 in pro­vin­cia (di cui 344 tra bar e risto­ranti). E’ l’ultima sta­ti­stica dispo­ni­bile, ma si può pre­sup­porre che nei mesi suc­ces­sivi il ritmo non sia ral­len­tato. Altri quasi 1500 erano “morti” l’anno prima. Men­tre per le pic­cole imprese (la cui moria ha mar­ciato nel 2012 al ritmo di 1000 chiu­sure al giorno in Ita­lia) Torino si con­tende con il Nord-est (altra area calda della rivolta dei “for­coni”) la testa della clas­si­fica, con le sue 16.000 imprese scom­parse nell’anno, cre­sciute ancora nel primo bime­stre del 2013 del 6% rispetto al periodo equi­va­lente dell’anno prima e del 38% rispetto al 2011 quando furono por­tate al pre­fetto di Torino, come dono di natale, le 5.251 chiavi delle imprese arti­giane chiuse nella provincia”.

Paolo Ferrero pubblica la sua dettagliata analisi sul sito di rifondazione (www2.rifondazione.it)  iniziando con la seguente premessa “ A sinistra la valutazione del movimento dei forconi è stata ed è assai differenziata. Per semplificare, da chi ha sostenuto che era un movimento fascista e golpista a chi ha sostenuto che si tratta di un genuino movimento di ribellione contro il neoliberismo. Non concordo con queste interpretazioni (omissis)..considero necessaria una nota metodologica: di fronte a movimenti compositi…è assolutamente necessario distinguere i fenomeni sociali dai fenomeni politici e distinguere all’interno di questi tra i comportamenti politici antagonisti (di vario colore e natura) dai comportamenti del potere costituito. Senza questa elementare distinzione sul piano analitico a mio parere non si capisce letteralmente nulla perché si tendono a fare delle equivalenze che forse potevano avere una loro validità nella fase precedente ma che oggi risultano false”. Con questa attenzione Paolo Ferrero espone il suo punto di vista sulla natura del movimento dei Forconi che “ …non sono un corpo unico e hanno al loro interno significative forze di destra…ma non è identico in tutta Italia ed ha raccolto un grado di consenso assai ampio”. Poi esamina il caso di Torino, la città più impoverita del Nord Italia.

Per approfondire vedi i cinque allegati 

Per la denucia su Torino capitale degli sfratti e sul "laboratorio esploso Torino a rischio povertà" attiva i link sottostanti con un clic

http://www.sindacalmente.org/content/perdere-casa-e-sfratti-programmi-carenti-elezioni-2013

http://rassegnastampa.comune.torino.it/rassegna/imgrs.asp?numart=2BKI9P&annart=2013&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0

 

 

Allegato:
i_ribelli_senza_leader_griseri_13-12-13.pdf
qui_lepicentro_della_protesta_perche_manghi_12-12-13.pdf
linvisibile_popolo_dei_nuovi_poveri_revelli_manifesto.doc
crisi_di_rappresentanza_airaudo_13-12-13.pdf
nota_forconi_ferrero_13122013.pdf
troppo_tricolore_dapertutto_dellacqua.doc

1 commento
  1. operai liberi fim cisl
    operai liberi fim cisl dice:

    Cari compagni, al fantomatico “movimento 9 dicembre” hanno dato (secondo voci) la possibilità di incontrare i rappresentanti del governo e hanno dato la possibilità di fare il sit-in a Roma, ed invece è stato proibito al Movimento dei migranti e del “Diritto alla Casa” (movimenti fatto veramente da sindacati dei lavoratori italiani e stranieri, disoccupati e famiglie in difficoltò) ed anche agli studenti dell’Università la Sapienza che hanno già subito ingiustamente le cariche dei celerini di fare le manifestazioni a Roma!
    Che cosa non vi è chiaro?
    A noi sembra tutto ben chiaro e pericoloso!!

    Rispondi

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