O.M.S. accordo sulle pandemie
Sanità mondiale: semaforo verde allo storico accordo sulle pandemie. Ma l’Italia si sfila. Barbara Gobbi, su il Sole, riassume i 35 articoli del Piano pandemico dell’Oms, e spiega il mancato Sì dell’Italia (con altri 10 paesi) all’insegna della necessità di “riaffermare la sovranità nazionale”, ribadita dal ministero della Salute Schillaci. Eppure, l’Accordo garantisce da possibili ingerenze nelle autonomie dei singoli Stati.

Di seguito l’articolo di Barbara Gobbi << La parola-chiave è “sovranità”: a questo concetto fortemente caro al Governo Meloni l’Italia rappresentata dal ministro della Salute Orazio Schillaci ha ricondotto la scelta di astenersi sul Piano pandemico dell’Organizzazione mondiale della sanità, nella votazione a Ginevra per la 78ma Assemblea Oms. Un documento che era stato proposto tre anni fa, con il mondo ancora drammaticamente scosso dal terremoto Covid, e che anche noi avevamo caldeggiato. Ma il sì finale – complici il cambio al vertice del Paese e il nuovo corso imposto dalla rilettura della gestione della pandemia – non è arrivato, malgrado i tanti aggiustamenti al testo.
Una scelta politica
Dopo molteplici revisioni e trattative, il documento in 35 articoli che ha incassato 124 sì e nessun voto contrario ma 11 astensioni tra cui la nostra in buona compagnia con Russia, Iran, Singapore, Romania e Bulgaria e che punta a mettere in campo una rete di sicurezza preventiva in vista di una probabile nuova pandemia, vede decisamente attutite le istanze di cessione di quella sovranità che l’Italia continua però a rivendicare. «E che è l’unica spiegazione possibile – come osservano fonti ministeriali – alla base del mancato voto positivo. Quindi, una scelta strettamente politica».
Ad analizzare il Piano, infatti, è evidente come l’Oms guidata dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus – alle prese con la propria stessa sopravvivenza in un momento di estrema crisi anche finanziaria – pur di incassare il via libera abbia scelto decisamente la via della diplomazia e della discrezione sui confini degli Stati membri. Il rispetto della sovranità, appunto: dall’Organizzazione hanno tenuto a pecisare che “nulla nell’Accordo pandemico dell’Oms deve essere interpretato nel senso di conferire al Segretariato dell’Oms, incluso il direttore generale, alcuna autorità per dirigere, ordinare, modificare o altrimenti prescrivere la legislazione nazionale e/o interna, a seconda dei casi, o le politiche di qualsiasi Parte, o per rendere obbligatorio o altrimenti imporre qualsiasi requisito affinché le Parti intraprendano azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre mandati di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare lockdown”.
Lo Statement dell’Italia
Eppure, con una scelta che appare asincrona rispetto a queste dichiarazioni, il nostro Paese pur riportando le dichiarazioni Oms ha perseverato sulla difesa a oltranza dell’auto-tutela: “Con l’astensione odierna, l’Italia intende ribadire la propria posizione in merito alla necessità di riaffermare la sovranità degli Stati nell’affrontare le questioni di salute pubblica. Apprezziamo – si legge nella dichiarazione – che questo principio sia stato incluso nel testo dell’Accordo sulla pandemia. Accogliamo inoltre con favore che, nell’annunciare la conclusione dei negoziati, l’Oms abbia specificato che l’Accordo sulla pandemia non autorizza l’Oms a dirigere, ordinare, modificare o prescrivere leggi o politiche nazionali, né a imporre agli Stati di adottare misure specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre vaccinazioni o misure terapeutiche o diagnostiche o attuare lockdown. Riteniamo incoltre che l’Accordo debba essere attuato nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e tutela dei diritti fondamentali, inclusa la protezione dei dati personali e delle libertà individuali».
Le “questioni in sospeso”
La conclusione: «Tenendo fermi questi principi, l’Italia auspica di continuare a collaborare con gli altri Stati membri dell’Oms per definire le questioni in sospeso che, a nostro avviso, meritano ulteriori approfondimenti».
Quali siano le questioni in sospeso, dal ministero della Salute non viene chiarito. Certo è che la scelta dell’astensione ha avuto l’effetto di polarizzare il mondo politico: tra tutti, da una parte il senatore Marco Lisei, presidente della Commissione Covid, secondo cui «L’Italia, anche sul fronte delle strategie di profilassi sanitaria, è finalmente tornata a svolgere un ruolo non più da gregario ma da protagonista nel consesso internazionale e tale episodio lo dimostra». Il senatore di Fratelli d’Italia ammette che «Il testo ora grazie anche agli interventi dell’Italia è migliorato, ma ancora non a sufficienza. E’ stato giusto astenersi, anche in vista dei prossimi appuntamenti e negoziati».
Dall’altra parte, c’è la voce delle opposizioni: «La scelta di astenersi sul piano pandemico mondiale promosso dall’Oms è gravissima. Il governo Meloni decide di isolare il Paese per seguire le sirene negazioniste e antiscientifiche. Nessuna lezione dal Covid, anzi una chiusura di fronte alle ragioni della scienza e alla necessità di coordinare a livello globale strategie, risorse e ricerche», ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera. Mentre anche la già ministra Beatrice Lorenzin, vice presidente dei senatori Pd, parla di «scelta incomprensibile e antistorica» e Andrea Quartini, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali alla Camera e Coordinatore del Comitato Politico Salute e Inclusione Sociale del M5S, si spinge a dire che «Schillaci prenda le distanze dal sovranismo o lasci».
Scienziati schierati per il sì
Compatto invece il fronte della scienza. «Avrei preferito che il nostro Paese non stesse dalla stessa parte di Paesi come Iran, Russia e Israele», ha riferito l’infettivologo Matteo Bassetti. Mentre l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi ricorda che l’astensione dell’Italia stupisce perché il nostro Paese era stato tra i promotori del trattato pandemico tre anni fa. «Questo cambio di passo non ha nessuna spiegazione né scientifica né di sanità pubblica, ma evidentemente si tratta di una scelta di natura politica, basta vedere la cattiva compagnia dei Paesi con cui l’Italia ha votato. Paesi che non hanno a cuore il bene comune ma tengono di più alle sensibilità politiche dei propri elettori sovranisti e populisti».
Si è dichiarato «un po’ incredulo e stupefatto» anche il virologo Fabrizio Pregliasco. «D’accordo avere la necessità di precisarlo meglio – è la considerazione – ma ribadire la sovranità di una nazione in un contesto in cui il Covid ci ha fatto vedere che bisogna lavorare insieme mi sembra un elemento non molto chiaro».
Per Giovanni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, l’Accordo pandemico dell’Oms «è sicuramente una importante novità anche se, rispetto al trattato originariamente proposto, è molto meno ambizioso. La stessa definizione di ’accordo’ è molto più morbida rispetto a quella di ’trattato’. Pesa inoltre sull’accordo la freddezza di alcuni Paesi, fra i quali il nostro, e l’incertezza sull’eventuale adesione da parte degli Stati Uniti». Rezza ha sottolineato come il punto saliente dell’accordo «è rappresentato dal Pabs, una sorta di meccanismo di scambio o compensazione in base al quale i Paesi poveri di risorse – fra l’altro a maggior rischio per quanto riguarda l’emersione di nuovi virus pandemici – favorirebbero la disponibilità di campioni biologici in tempi rapidi in cambio di un accesso a una quota di farmaci e vaccini ancora da definire».
L’Oms in ripresa sui fondi
In questo contesto, l’Oms che dopo l’uscita degli Usa di Trump pareva moribonda sta rialzando la testa: il Piano pandemico è di per sè un successo come secondo accordo giuridico internazionale negoziato ai sensi dell’articolo 19 della Costituzione dell’Organizzazione, dopo la Convenzione-quadro per il controllo del tabacco entrata in vigore nel 2005 dopo essere stata adottata nel 2003.
E sono ottime le notizie sul fronte dei finanziamenti: sempre nell’ambito della 78ma Assemblea, i leader mondiali tra Stati ed enti filantropici si sono impegnati a stanziare almeno altri 170 milioni di dollari per l’Oms. Prosegue quindi la raccolta-fondi per la strategia dell’Oms per la salute globale, il Quattordicesimo Programma Generale di Lavoro, il cui intento è “salvare ulteriori 40 milioni di vite nei prossimi quattro anni”.
Inoltre, gli Stati membri hanno approvato un aumento del 20% delle quote associative, approvando il bilancio dell’Organizzazione per il 2026-27 di 4,2 miliardi di dollari. Si tratta del secondo aumento del 20% dei contributi fissi, dopo quello concordato nell’ambito del bilancio 2024-2025. “Questo aumento – rilevano dall’Organizzazione – avviene in un momento in cui i governi si trovano ad affrontare vincoli finanziari e difficoltà economiche, a dimostrazione del fondamentale sostegno degli Stati membri alla solidarietà sanitaria globale e al ruolo cruciale dell’Oms”.
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https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/pandemia-lezione-ignorata?
Il sindacato confederale non trova la strada per un posizione unitaria di critica alla improvvida e pericolosa motivazione governativa di astensione per salvaguardare la sovranità nazionale in tema di epidemie?
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