Propaganda ingannevole

La proposta di legge C. 1573-A – di iniziativa popolare – recante disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa è stata approvata in prima lettura dalla Camera e, il 14 maggio 2025, anche dal Senato in seconda lettura. Il dossier con questo link https://temi.camera.it/leg19/temi/disposizioni-in-materia-di-partecipazione-dei-lavoratori-al-capitale-alla-gestione-e-ai-risultati-dell-impresa-a-c-1573-a-e-abb.html. Il testo definitivo della legge in allegato.

E’ sorprendente quanto avviene nei Congressi Cisl in svolgimento, un preludio dello scenario del Congresso Confederale Nazionale conclusivo. La Cisl si intesta una svolta storica molto ipotetica e teorica. La legge approvata è oggettivamente un fatto storico, in quanto per la prima volta si è definita una legge in attuazione dell’art.46 della Costituzione. Dare per scontata la svolta storica delle relazioni industriali e tutt’altra cosa. Potrebbe cabiare poco o nulla. Bisogna fare i conti su come è stata proposta, sul dibattito che l’ha preceduta, sulla realtà della nostra contrattazione, sullle riserve e sulle contrarietà registrate, e altro ancora. Ci ritorneremo. Sorprende il grande entusiasmo per un testo iniziale della proposta di legge popolare poco conosciuta e ancora meno per quello finale votato alla Camera e al Sentato, pochi conoscono che gli articoli sono stati ridotti a 15 e il testo finale risulta mutilato e depotenziato su punti importanti.

La lettera della Segretaria Generale della Cisl Daniela Fumarola esprime valutazioni tanto positive sul merito dei 15 articoli da sfociare in una sorta di propaganda ingannevole se le mettiamo a confronto con la comparazione del testo iniziale e di quello finale. Vedi articolo su questo sito https://sindacalmente.org/content/partecipare-o-collaborare/ che include un giudizio del prof.Tiziano Treu.

La distanza tra propaganda e valutazione nel merito (pesando i tanti “possono” e gli scarsi “debbono”) emerge chiaramente anche leggendo due interessanti articoli della ricercatrice Sara Zuccoli sui bollettini di Adapt.

In Partecipazione dei lavoratori: cronaca di una legge di attuazione della Costituzione (art. 46), Bollettino Adapt n.19, così inizia << Mercoledì 14 maggio 2025 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese (qui il fascicolo iter del provvedimento). Si tratta di una delle pochissime leggi di iniziativa popolare ad aver ricevuto l’approvazione da parte del parlamento: sono solo 5 nelle ultime 7 legislature.

Rinviando ad altra sede la valutazione tecnica del testo di legge varato dal Parlamento (qui un primo commento articolo per articolo a cura dei ricercatori di ADAPT) pare di un certo interesse fornire un resoconto del dibattito parlamentare. Fatte le debite proporzioni, tornano infatti temi, problemi e conflitti che erano già emersi nel dibattito alla Assemblea costituente quasi ottanta anni fa in merito alla formulazione dell’articolo 46 della Costituzione (ne abbiamo dato conto in S. Zuccoli, Verso l’attuazione dell’articolo 46 Cost. Appunti di un dibattito in seno alla Assemblea costituente che torna attuale, in Bollettino ADAPT 5 maggio 2025, 17).

Dopo una fredda e molto elementare relazione del provvedimento il primo intervento è stato quello della senatrice Furlan (Italia Viva) che, pur sostenendo l’approvazione della legge e il suo significato per il mondo del lavoro, ha evidenziato le criticità delle modifiche apportate al disegno legge originario della CISL, e in particolare: l’indebolimento del ruolo della contrattazione collettiva a vantaggio degli statuti aziendali; l’esclusione della partecipazione dei lavoratori nel settore bancario e nelle aziende pubbliche.

In linea con questa posizione, anche il senatore Lombardo (Misto-Azione) ha evidenziato la necessità di intervenire nuovamente sul testo per rafforzare gli articoli dedicati alla contrattazione collettiva che non garantiscono l’obbligatorietà della partecipazione. Il partito (Azione) ha espresso comunque il suo convinto sostegno alla legge, considerandola un passo importante verso la realizzazione del primo articolo della Costituzione, secondo cui “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.

Ad ogni modo, come correttamente osservato dal senatore Spagnolli (Gruppo per le Autonomie), le questioni ancora irrisolte toccano aspetti che vanno oltre la contrattazione collettiva. La legge avrebbe dovuto rafforzare la contrattazione collettiva, invece di demandare la regolamentazione della partecipazione agli statuti aziendali con il rischio, dunque, che l’applicazione rimanga limitata, soprattutto nelle piccole e medie imprese.

Inoltre, la partecipazione economica non è stata regolata adeguatamente nemmeno dal punto di vista fiscale e questo potrebbe comportare effetti negativi su strumenti fiscali come l’ISEE, rendendola svantaggiosa per i lavoratori. A completare il quadro, manca anche un sistema di formazione professionale che permetta ai lavoratori di svolgere un ruolo attivo e non meramente simbolico nella gestione dell’impresa.(…) >> Per proseguire aprire l’allegaato