LO SCIOPERO A ROVESCIO – L.Cappelli – antiche e moderne forme di lotta –

Ma in cosa consiste, precisamente, lo sciopero a rovescio? Luigi Cappelli dell’Università Tor Vergata di Roma ricostruisce – su www.rassegna.ituna sintesi della storia di questo originale e straordinario strumento di pressione, troppo trascurato dal movimento sindacale quando si opera nei servizi pubblici e più ancora con aziende in crisi e per dare forza ai disoccupati. Prima di tutto bisogna chiarire che questa forma di lotta appartiene al repertorio del movimento dei lavoratori, rappresentando una delle invenzioni più originali della sua storia. Si basa su un meccanismo apparentemente semplice la cui essenza, come spiegava Vittorio Foa, sta tutta nel rovesciamento del senso dello strumento classico di rivendicazione sindacale, lo sciopero. L’astensione dal lavoro, con le sue numerose varianti (generale, totale o parziale, a singhiozzo, a scacchiera e così via), non può essere, evidentemente, praticata da chi è senza impiego. Con lo sciopero a rovescio i disoccupati escono da uno stato di attesa e di forzata inattività, scegliendo di impiegare volontariamente la propria forza lavoro al servizio della comunità in opere di pubblica utilità.

La loro azione è, al contempo, simbolica e pratica. Nella riappropriazione del diritto al lavoro è racchiuso un triplice significato: quello della protesta, quello della denuncia, infine quello propositivo e progettuale. È esistita una fase della storia italiana in cui questo strumento di lotta si è diffuso in maniera capillare sul territorio nazionale, assumendo i caratteri di una mobilitazione di massa grazie alla partecipazione di migliaia di uomini e donne in numerose provincie.

Nel periodo compreso tra il 1949 e il 1952, infatti, divenne un formidabile mezzo di pressione sulle autorità centrali e periferiche per ottenere l’assorbimento della manodopera disoccupata tramite interventi statali nel settore dei lavori pubblici. Non fu, però, inventato in quell’occasione. Le sue origini, ancora poco chiare, vanno probabilmente rintracciate nella storia del movimento bracciantile e delle sue battaglie, come quella per l’imponibile di manodopera. (…)

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Allegato:
forme_di_lotta_lo_sciopero_a_rovescio_cappelli.doc

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