Guerre: teorie e realtà

Tante notizie a puntini, ne sappiamo sempre meno. La Russia verso l’economia di guerra per sostenere l’invasione – La Corte d’Appello ucraina ha messo al bando l’attività del Partito Comunista e trasferisce allo Stato «la proprietà, i fondi e altri beni del partito, le sue organizzazioni regionali e distrettuali». La Nato guida e coordina il conflitto armato in Ucraina. La Nato è un’associazione privata alla quale aderiscono 30 paesi. Lo Statuto assicura la guida americana: è americano il presidente, il segretario generale deve essere gradito al governo Usa.

Francesco Strazzari – professore di Relazioni internazionali presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa  in Le teorie di fronte alla realtà della guerra in Ucraina, un saggio pubblicato su Domani, esprime le sue considerazioni sullo scenario che si è determinato dopo i quattro grandi traumi dell’inizio del nostro  millennio: l’attacco alla  torri gemelle, il crollo di Lehman Brother, la pandemia di coronavirus, e – dopo otto anni di conflitto armato limitato al Donbass – la guerra russo-ucraina.

La bandiera che manca! La bandiera delle Nazioni Unite è composta dall’emblema ufficiale in bianco su campo blu luminoso. Il colore di sfondo fu scelto come “l’opposto del rosso, il colore della guerra”. I rami d’ulivo sono simbolo di pace, mentre la mappa rappresenta tutti i popoli del mondo

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina diverse narrazioni hanno attraversato lo spazio del dibattito pubblico sul conflitto Un diffuso anti intellettualismo induce a trascurare una serie di problemi teorici, che non sono però eludibili. (…) L’autore così conclude “…La storia della disciplina “relazioni internazionali” è spesso raccontata attraverso la vicenda che nel 1919  portò, direttamente dai tavoli del Trattato di Versailles, alcuni pensatori  liberali a fondare istituzioni di ricerca nel mondo anglosassone con l’esplicito obiettivo di impedire che l’incubo di un conflitto mondiale si ripetesse. Si trattava, a tutti gli  effetti, di un progetto intellettuale per la pace mondiale. C’è voluto un secolo perché questa narrazione venisse messa in dubbio: in The Imperial Discipline Alexander  Davis, Vineet Thakur e Peter Vale mostrano oggi come al centro piuttosto esplicito della preoccupazione del tempo ci fosse non tanto la pace, quanto l’impero. Il predecessore della rivista Foreign affairs, sul quale si susseguono prese di posizione sulla guerra in Ucraina, si chiamava in effetti Journal of race development. Non esiste una sola storia della teoria delle relazioni internazionali, non esiste un singola teoria, ma non se ne può fare a meno. Mentre la guerra interroga la teoria, la teoria interroga questa guerra, ponendo domande che ci chiedono chi siamo e verso dove andiamo. Il testo otto cartelle, è articolato nei seguenti capitoli”. Il saggio, 8 cartelle, è articolato nei seguenti capitoli, aprire l’allegato

Su L’Espresso, numero 26, Sabina Mainardi in “La guerra invisibile” pubblica un interessante dialogo tra Lucio Caracciolo e Antonio Scurati che riflettono sulla guerra in corso. Così inizia. Brutale, ma decisiva. Dolorosa, ma rivelatrice: la guerra accompagna la nostra civiltà. Però, mentre la tradizione classica considera il combattimento un momento che avvicina alla verità, noi siamo immersi nella nebbia: la guerra in Ucraina è raccontata in modo deviante, senza visione d’insieme né profondità. Condannati a non capirne granché, ne sappiamo sempre meno, assistiamo al contrario all’inesorabile messa in discussione di categorie come spazio e tempo, allo sgretolamento dell’idea di Occidente, alla prova da sforzo dell’Europa. (…) per proseguire aprire l’allegato

Vedi anche articolo di Federico Fubini, Corriere della Sera, ” I messaggi di Kissinger a Kiev”: Il dilemma di Zelensky. Quando negoziare con Mosca la tregua?

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