Covid: è allarme rosso!

Perchè si è perso il controllo dei contagi. Si può ancora porre rimedio.

Gli articoli selezionati fanno ben capire perché siamo all’allarme rosso, con la pandemia galoppante e in molte aree del paese già fuori controllo, come informano i media e come lo possono constatare chi si reca al Pronto soccorso e cerca di metetrsi in contatto telefonico con il medico di famiglia. Per quanto si legge negli articoli allegati si può per un verso capire le cause che hanno determinato l’emergenza attuale, per l’altro si possono individuare i provvedimenti urgenti per riportare sotto controllo i contagiati (curando quelli leggeri anche a casa e in alberghi covid)  frenando così la diffusione del virus.

Potenziare la medicina di comunità, coinvolgere i medici di famiglia, incentivare la telemedicina. Così l’infezione si può curare prima e meglio, senza intasare i pronto soccorso. Perché la guerra contro il Covid si vince sul territorio, non negli ospedali. Quante volte abbiamo sentito questa formula magica? Se diagnosi e terapia arrivano entro 72 ore dai primi sintomi, nel 95 per cento dei casi bastano tre pastiglie al giorno e un po’ di ossige­no. Aspettare l’esplosione della carica virale e l’ospedalizzazione, è un errore che in Italia sta costando caro.

Reaparti di terapia

I ruolo dei medici di famiglia (44.000) è fondamentale ma oggi non sono posti nella condizione per operare in sicurezza e con tempestività in caso di epidemie. Nel corso del 2020 circa 9 milioni di italiani sono rimasti senza medico di base perché quello di fiducia è andato in pensione, perdendo la consuetudine e la conoscenza della storia clinica dei pazienti.

La competizione partitica/elettorale, oltre alla lentezza delle decisioni esecutive, sono un gran ostacolo sia per la  diffusione dei dati per conoscere sia per decidere tempestivamente con cognizione di causa.

1 – Il bando della Protezione Civile del 24 ottobre per immediate 2.000 assunzioni nelle ASL, per potenziare il sistema di tracciamento e di assistenza ai contagiati, pur avendo registrato ben 49.000 risposte (di medici, infermieri, assistenti e amministrativi)  ha finora fatto registrare solo  428 assunzioni per la nota lentezza italiana, in questo caso delle Regioni, a produrre fatti. Le risposte al bando sono state molte a dispetto di chi afferma che non ci sono medici e infermieri da assumere!!! (vedi allegato)

2 – Il ruolo attuale e quello potenziale dei medici di famiglia, sono 44.000, non dipendenti ma liberi professionisti convenzionati con il SSN, descritto nella lunga intervista di Adriano Sofri, 3 pagine su Il Foglio, al dottor Antonio Fanti, per trent’anni segretario nazionale dei medici di famiglia, dal 2017 in pensione.  L’intervista è a tutto campo sulla pandemia e sul sistema di sanità pubblica. La pandemia fuori dai Pronto soccorso e dalle terapie intensive. Le visite a casa in mancanza  di terapie ufficiali, perché le linee guida sono riservate agli ospedali. Il negoziato sui tamponi. La solitudine, in certe regioni, e la fiducia dei pazienti. Nuove cronache di un mestiere antico. Organizzarsi, curare a casa si può – “Le epidemie sono state sempre curate dai medici di territorio, al lazzaretto si andava a morire”. La casa della salute, le Unità speciali di continuità assistenziale. E molti altri punti….. ( vedi allegato)

3 – Cosa possiamo imparare dalla memoria storica delle epidemie, cosa dalla terribile Spagnola che può essere ben utile anche oggi. Intervista di Lucia Bellaspiga, su L’Avvenire, a Paolo Bonanni, medico di sanità pubblica, epidemiologo. Si sofferma sul problema delle rinunce necessarie a comprtamenti limitativi delle personali libertà. (…) Siamo un po’ diseducati a un comportamento che sia socialmente utile, siamo molto individualisti, dire che tu per tutelare gli altri devi sottometterti a determinati comportamenti è politicamente scorretto. D’altra parte l’educazione civica è stata espulsa da scuola, e per paradosso ci si disinteressa del prossimo al punto da arrecare danno anche a se stessi, il discorso delle mascherine abbassate o degli assembramenti serali è emblematico. La conseguenza? Tutti costretti a nuove chiusure per il comportamento di pochi.(…)   vedi allegato

MEDICI DI FAMIGLIA E MEDICINA TERRITORIALE – Negli articoli allegati  ben si evidenzia la lacuna più grave della cultura sociale e della politica italiana: la grave carenza di sistemi e di spesa (che a ben pensare sono investimenti!) per la prevenzione che per essere tale ed efficace deve operare con modalità organizzative decentrate nel territorio, fino ai Comuni, e con sensori primari proprio i medici di famiglia, ripristinando un loro ruolo – e diverso inquadramento –  depotenziato già all’avvio del SSN del 1978, una grave sottovalutazione di quella grande riforma.  I medici di famiglia sono liberi professionisti che ricevono 86 euro/anno per ogni assistito, per un massimo di 1.500 utenti; debbono garantire tre ore di ambulatorio al giorno, per 5 giorni e fare visite e seguire a domicilio chi non può recarsi in ambulatorio. I medici convenzionati ricevono, nella media, un compenso di 107.000 €/annui (il max per chi raggiunge i 1.500 assistiti è di 129.000 € lordi). La convenzione non prevede pagamenti per ferie, festività, malattia, per locali, per collaboratori. I medici di famiglia vanno in pensione ( 2.800 nell’ultimo anno) e sono rimpiazzati solo in parte.

Per altri dati e per ascoltare la puntata del Dataroom di Milena Gabanelli del 9 novembre, fare un clic su  questo link   https://tg.la7.it/cultura-e-societa/gabanelli-nella-seconda-ondata-limpreparazione-ha-coinvolto-anche-il-ruolo-dei-medici-di-base-09-11-2020-155239

Per più informazione aprire gli allegati

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