Ansie d’inizio anno

Che cosa ci riserverà il nuovo anno? La domanda inevitabile di questi giorni. C’è chi conserva a oltranza quello che c’è e chi fa fatica a prevedere quello che sarà. La possibile rivoluzione evangelica. Savino Pezzotta pubblica sul sito labarcaeilmare.it la riflessione che segue.

<< Penso che molti in questi giorni ci stiamo chiedendo: “cosa ci riserverà il nuovo anno?”. Un interrogativo che sorge dalla constatazione che la vita sul nostro pianeta ci appare sempre più a rischio, tra pandemia, guerre, minaccia nucleari, disastri climatici, crisi economiche, inclusa la vittoria di Donald Trump in Usa nelle recenti elezioni, accolta con reazioni contrastanti, a fronte di tutto questo è normale che ci si domandi:”possano esserci soluzioni positive a questo quadro mondiale tanto allarmante?”

I molti avvenimenti, le paure dei conservatori, lo smarrimento dei progressisti

Siamo pertanto obbligati per i doveri che abbiamo verso coloro che verranno dopo di noi a riflettere sui pericoli di un mondo in trasformazione che nello stesso tempo ci sollecita ad affrontare le nuove sfide cercando alternative costruttive. Le cose accadono tanto in fretta e si accumulano, ci circondano e mutano in continuazione l’insieme di ciò che ci circonda, da renderci impossibile fare delle previsioni. Non si tratta di una crisi del pensiero ma dalla sua impossibilità a concentrarsi, data la massa di informazioni che ci arrivano e che ci gettano in una sorta di sonnambulismo. 

Le nostre certezze e le nostre garanzie sono stravolte

Sono convinto che servirebbe una bussola per orientarci nel mare in cui siamo costretti a navigare. Una bussola che ci aiuti a comprendere la storia che stiamo vivendo, dalla marea della avanzata di nuovo conservatorismo dilagante in Europa che nell’affrontare le nuove sfide economiche rassicura e nel dire che intende conservare lascia che le nostre certezze e le garanzie sociali siano stravolte. Ci troviamo ad affrontare un conservatorismo che ignora e nega il degrado ambientale del nostro pianeta e i problemi umani legati all’immigrazione. Lo stesso progressismo vive una stagione difficile che lo rende incapace di interpretare e tradurre un disegno politico il malessere che vivono le persone comuni, quelle che per vivere dignitosamente hanno bisogno di un lavoro decente e retribuito con equità.   

L’idea stessa di democrazia è in discussione

Giorno dopo giorno ci rendiamo conto che non stiamo vivendo soltanto un periodo di crisi generalizzata che colpisce ogni proposta riformatrice ma ad essere colpita è stessa idea della democrazia che sembra precipitare nella spirale del burocratismo, sopraffatta dalla presa di potere dei superricchi e di società dominata dal desiderio di avere denaro dal denaro. Un desiderio così ampio e profondo che nega la stessa utilità del denaro come strumento per lo scambio dei beni. In questo clima non ci meravigliamo se l’umanesimo viene sopraffatto dall’odio, dalla violenza e dalle guerre, se viene negata la realtà di un pianeta devastato dall’onnipotenza del profitto, si ignora la possibilità che si possano riproporre delle epidemie.

Urge il problema ecologico. Il lavoro va rivalutato

Nel fare questo elenco non mi arruolo nell’esercito dei catastrofisti per i quali tutto va male , ma quotidianamente cerco di vedere il bene che sorge introno a noi, voglio solo cercare di rendere evidente la necessità di un risveglio delle coscienze e che ci si impegni a mettere in discussione le classi dirigenti spesso impreparate e sempre meno colte, a cogliere l’insorgenza del tema ecologico come centrale per il futuro a fa sì che il lavoro sia considerato il fattore sociale più significativo per la dignità delle persone. Questo con tutti i suoi problemi dobbiamo impegnarci a far sì che sia un tempo di speranze. 

L’intelligenza artificiale. Il grande rischio

Sappiamo che proprio durante le grandi crisi culturali siano le forze e i pensieri regressivi a diventare più potenti. Non possiamo più accettare, quindi, passivamente le nuove strategie del Potere che oggi rispetto al passato si serve di inedite e ancor più pericolose possibilità di controllo elettronico e tecnologico. Né possiamo trascurare, inoltre, i pericoli del transumanesimo e dell’intelligenza artificiale (IA) che se in futuro dovesse governare qualsiasi aspetto della nostra vita, finirebbe per dominare noi stessi.

Affrontare il dominio, spazio a idee nuove che aprano alla speranza

Dovremmo allora assistere a una metamorfosi antropologica nella quale l’umano diventerebbe allo stesso tempo metaumano, sovrumano e postumano: con le nuove possibilità di intervento biologico (cellule staminali, modifiche di Dna e telomeri, organi artificiali ecc.) questa visione transumana ci propone il disegno di un prolungamento della vita umana senza invecchiamento. Ma questa è solo una mitologia delle élite ricche.

Lo scopo della vita non può consistere nell’aumento della potenza dell’umano (che sta già provocando il degrado ecologico e la nostra rovina), ma nel rafforzamento delle relazioni umane. Contro il sogno del dominio, si tratta di dominare il dominio per fare spazio e fare emergere un pensiero nuovo fatto di conoscenze scientifiche e filosofiche, religiose in grado di promuovere coraggio e speranza. 

Una provocazione di Massimo Cacciari. I cristiani, il vangelo, le beatitudini

Nei giorni scorsi su La Stampa (vedi allegato) è uscita una intervista al filosofo Massimo Cacciari che è una provocazione per i cristiani. Cosa dice Cacciari commentando l’apertura del Giubileo che ritiene una bella notizia e che dovrebbe far gridare di gioia? Gli ultimi pontefici, secondo il filosofo, hanno cercato di restituire al Giubileo il suo significato perché conoscevano la situazione tragica del mondo. Ritiene che oggi sarebbero necessarie le parole del Vangelo, le Beatitudini, il Samaritano che oggi sono silenziate dal modo con cui sono state affrontate le ultime guerre, dai naufragi lasciati affogare.

Queste parole oggi non contano nulla non interpellano più le persone. Vanno pertanto riproposte senza altra pretesa che siano presenti. Cacciari presenta una provocazione che ci richiama come cristiani a gridare il vangelo sopra i tetti senza attenderci i risultati che soddisfino le nostre aspettative sociali, politiche e culturali. 

La trasformazione sociale legata alla trasformazione interiore

Ci sono affermazioni evangeliche che hanno implicazioni concrete per il modo in cui è organizzata la vita in società, e sono in diretta opposizione con le logiche economiche e politiche del liberalismo occidentale. Si tratta, infatti, di intendere il Vangelo come una lettura di domande che interpellano la nostra umanità e fare in modo che queste non si esauriscano, ma siamo costantemente presenti. Sono domande che suscitano l’esigenza di una trasformazione sociale legata alla trasformazione interiore e a una vera rivoluzione. Il termine rivoluzione è associato nella storia alle esplosioni di violenza omicida, quella che noi dobbiamo desiderare e praticare deve essere distinta da ogni connivenza con la violenza perché sappiamo che la violenza è contagiosa, che si sviluppa in vortici mortali.  

Una vera trasformazione è radicale solo se passa attraverso la nonviolenza. La fedeltà a questa filosofia e pratica – in questo mondo di guerre e catastrofi –  è la scelta più ovvia perché rifiuta, nega e ripudia la disperazione, l’apatia e l’attivismo violento. Contro tutti i nichilismi dobbiamo dedicarci alla realizzazione della giustizia, della solidarietà e della fraternità e avere fede nel futuro anche quando questo è grigio e incerto. >>

https://labarcaeilmare.it/persone-e-societa/ansie-di-inizio-anno/

SUL NUOVO SITO DI SAVINO l’articolo NOTE DI INIZIO 2025 https://orsobergamas.wordpress.com/2025/01/02/note-di-inizio-2025/

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