Salviamo l’Italia dall’ignoranza – La professoressa Vittoria Gallina, 80 anni, fa parte di quella generazione di studiosi che ha a cuore la crescita culturale dei cittadini del nostro paese. E’ stata intervistata da Simonetta Fiori, su La Repubblica, per parlare degli oltre undici milioni di analfabeti funzionali. Di che si tratta? La studiosa spiega perchè a rischiare è anche la democrazia e sottolinea che, nel nostro paese, basta il Cap postale per valutare le competenze dei ragazzi: dal quartiere intuisci il livello di istruzione. Se ne parla poco, anche nel Recovery Plan di Mario Draghi, è un fenomeno epocale diverso dalla dispersione scolastica; le Confederazioni sindacali ben potrebbero – stante l’esperienza passata – assumerlo come una priorità per cambiare l’Italia. Così inizia l’articolo.

Il maestro Alberto Manzi

Si chiama analfabetismo funzionale. È un fenomeno che incide molto sulla coscienza democratica di un paese ma del quale si parla poco, come un imba­razzante segreto di famiglia.

Ap­partengono alla categoria più di undici milioni di italiani, tra i 15 e i 64 anni, più maschi che femmine. Non sono analfabeti totali, riconoscono le let­tere dell’alfabeto e le singole parole, ma non colgono il significato di un testo elementare.

Non sanno orien­tarsi nel mondo digitale e di conse­guenza non sono capaci di cavarse­la sul lavoro, nelle relazioni sociali, nella tutela della salute. Di questa in­visibile moltitudine esclusa dal pie­no esercizio della cittadinanza, e condannata dalla pandemia ad allar­garsi, si occupa da quarant’anni Vit­toria Gallina, autrice di importanti ricerche internazionali.

Classe 1940, la professoressa Galli­na appartiene a quella generazioni di democratici che s’è presa a cuore la crescita culturale degli italiani: prima con il sindacato della scuola voluto da Vittorio Foa alla Cgil, poi seguendo gli insegnamenti di Aldo Visalberghi e Tullio De Mauro sulla formazione degli adulti.

A ottantan­ni continua ad accumulare docu­menti e numeri sull’emergenza edu­cativa, in stretto contatto con i colle­ghi europei del progetto Piaac {Pro­gramma for thè International Assessmentoj Aduli Competencies), che do­vrebbe ripartire quest’anno allar­gando l’indagine agli aspetti emoti­vi degli intervistati. E non nasconde la sua preoccupazione sugli effetti dell’ “uragano Covid” in un paese culturalmente molto arretrato.

Professoressa, chi sono gli analfabeti funzionali?

«Sono persone che, pur dotate di un titolo di studio, non sanno usare le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle varie situazioni della vita quotidiana. E di conseguenza non sono in grado di orientarsi nella società contemporanea». (…) per proseguire aprire l’allegato

E può servire ancora l’esperienza di quel maestro per cui sconfiggere l’ignoranza non era mai troppo tardiAlberto Manzi l’attualità di un maestroNon è mai troppo tardi, corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta, fu un programma televisivo prodotto della Rai, condotto da Alberto Manzi.

Realizzato in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, il programma che prese il via il 15 novembre del 1960, fino al 1968, andava in onda dal lunedì al venerdì, inizialmente sul Primo Canale Nazionale e successivamente, sul Secondo.
Alberto Manzi divenne un volto noto e il programma, ebbe grande successo.  Non è mai troppo tardi, riproduceva in tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative. Sappiamo che Manzi al suo provino, strappò il copione che gli era stato dato e improvvisò una lezione alla sua maniera, dinanzi a classi composte di adulti analfabeti o quasi. https://www.raiplay.it/video/2019/09/1-NUVOLE-4c1a472b-716a-4e20-8643-5d78056d8108.html

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