Teologia e modernità
Andrea Monda e Roberto Cetera hanno titolato “La tragedia dell’uomo moderno” la lunga intervista al teologo monaco benedettino Elmar Salmann, pubblicata su L’Osservatore romano, sul rapporto tra la teologia e la modernità. Pensare è certamente impegnativo ma serve, molto. Di seguito riproduciamo l’inizio dell’articolo e le domande poste. Il testo completo lo trovate in allegato o con questo link https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-06/quo-136/la-tragedia-dell-uomo-democratico.html
<< Elmar Salmann, monaco benedettino tedesco dell’abbazia di Gerleve in Westfalia, è un’icona vivente della teologia sapienziale. Al suo insegnamento di circa trent’anni all’Anselmianum e alla Gregoriana si sono formati decine di giovani teologi che nei loro scritti sono immediatamente riconoscibili per le tracce derivanti dal suo pensiero. Un pensiero, sì sapienziale, ma che si sostanzia anche di originalità, creatività, ironia, e un appassionato gusto del paradosso. Ingredienti che hanno fatto di padre Salmann una delle voci più autorevoli della teologia contemporanea.
Il 16 maggio scorso molti dei suoi ex allievi si sono ritrovati nell’aula capitolare dell’Ateneo di Sant’Anselmo per celebrare, in un evento organizzato dal rettore Bernhard Eckerstorfer osb, il 75° genetliaco di padre Salmann, con i contributi dell’abate primate benedettino Gregory Polan, di monsignor Armando Matteo, segretario al Dicastero per la Dottrina della Fede, e della teologa Isabella Bruckner, docente a Sant’Anselmo e premio Rahner 2022. A margine di questo incontro il padre Salmann ha accettato di dialogare a tutto campo con «L’Osservatore Romano». Ciò che negli anni ha reso padre Salmann particolarmente apprezzato nel mondo accademico e teologico, insieme alla profondità e originalità delle sue riflessioni, è senz’altro il colore, insieme arguto elaborato ed ironico, del suo linguaggio, che non ha mancato di usare anche in questo dialogo. (…)
- Padre Salmann, è ormai già qualche anno che lei si è ritirato dall’insegnamento, e rientrato nel suo monastero, centellina le occasioni pubbliche. Per questo siamo curiosi di interpellarla su tre questioni in qualche modo fondamentali: come sta il mondo, come sta la Chiesa e… come sta lei? (…)
- Cominciamo dal mondo; un mondo che sta cambiando con una velocità inusitata e in profondità. Soprattutto ci interroghiamo su quello che ci sembra il cambiamento più importante, ben oltre la globalizzazione o la digitalizzazione, cioè il cambiamento antropologico. In una recente intervista al nostro giornale il cardinale Hollerich ha detto «Ho paura che la nostra pastorale parli ad un uomo e una donna che non esistono più».(…)
- Ogni Papa è un unicum, con un proprio stile. E questa è senz’altro una ricchezza. In fondo è una storia che si è ripetuta anche 10 anni fa. (…)
- Se questa quindi è la sua visione del mondo attuale, passando alla seconda questione: come stanno oggi le religioni, come sta la Chiesa? (…)
- Papa Francesco questo lo ha evidenziato senza mezzi termini. La cristianità è finita. E forse questo è anche provvidenziale, perché ci offre un’opportunità di purificazione… (…)
- Questa sua ultima affermazione ci suscita un’ulteriore domanda: i cambiamenti epocali, come quello che stiamo vivendo, hanno sempre visto una presenza attiva dei monaci che facilitavano il transito al nuovo con la preservazione della ricchezza dell’antico. Oggi questo non sembra più proponibile, il monachesimo istituzionale è anch’esso in profonda crisi. (…)
- Insomma sembrerebbe che fu buon profeta suo padre, secondo il noto aneddoto per cui quando lo informò della sua decisione di farsi monaco cattolico, rispose, pur rispettando la sua scelta, «Elmar ti imbarchi su una nave che sta affondando», o no? (…)
- Questa sua visione dell’uomo democratico che consuma la democrazia, e, in parallelo, del cristiano spiritualizzante e umanizzato, fa tornare alla mente quel Umano, troppo umano di Friedrich Nietzsche. Troppo umanesimo disumanizza? (…)
- Aveva quindi ragione Heidegger che diceva che solo un Dio ci può salvare? (…)
- Papa Francesco è dunque il primo capitolo di questa nuova avventura del cristianesimo? (…)
- E allora veniamo alla terza questione: cioè a lei padre Salmann, al suo percorso. Ci sembra di capire che il suo sguardo teologico si rivolga oggi sempre più ad ovest, verso la Francia, giusto? (…)
- In tutti questi aggettivi che si è attribuito manca però quello che più le è riconosciuto: padre, lei che è acclamato “padre” di una generazione di teologi. (…)
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