Vera e falsa flessibilità

Esiste quella che priva di diritti esigibili i lavoratore e ostacola la programmazione della vita, c’è quella utile al lavoratore e all’azienda

Una frase perentoria esorcizzante sulla precarietà “..esiste un solo vaccino: l’abolizione del decreto Dignità”, di Marco Bentivogli (v.allegato), una replica di Gad Lerner volta più a demolire la persona anziché le idee o l’immaginario di Bentivogli, aggravata da un titolo all’articolo (suo o del direttore del FQ) indiziario e pericoloso, hanno acceso un dibattito serrato e talvolta aspro, soprattutto su chat e social.

Gad Lerner e Marco Bentivogli

Si dibatte e la cosa importante è ora quella di riportare il confronto su binari utili per i lavoratori, per il paese e lo sviluppo delle aziende.

Il lavoratore flessibile deve avere le stesse tutele e condizioni contrattuali di un lavoratore con contratto a tempo indeterminato? Di più? Di meno? O cos’altro?

Per noi significa eliminare – o  ridurre drasticamente – quelle tipologie di precarietà ( di cui i ripetuti rinnovi di contratti a termine sono una modalità) e nel contempo favorire quelle che consentono una reale positiva flessibilità, adeguatamente tutelata contrattualmente, come in parte è già e può essere ulteriormente migliorata, in particolare con la formazione continua, quella gestita dalle Agenzie del Lavoro, un tempo denominato lavoro interinale, poi trasformato in lavoro somministrato, termine infelice al pari di esuberanti.

E’ davvero sorprendete che né Bentivogli né Lerner – un sindacalista e un giornalista che ha fatto più inchieste operaie – non abbiano fatto riferimento a questa modalità della flessibilità, anche  – ripetiamo – per migliorarla soprattutto per il periodo in cui il lavoratore – con contratto a tempo indeterminato con l’Agenzia del Lavoro – è in attesa di una “missione” per un’azienda che ne faccia richiesta per un utilizzo temporaneo. Per più notizie clicca sul sottostante link di wikipedia.it

Marco Bentivogli replica a Gad Lerner, vedi allegato, e al termine così scrive  (…) Lerner mi indica come nemico e cerca di screditarmi e delegittimarmi. La storia dovrebbe insegnare a chi indica nemici e non idee da battere che questi atteggiamenti hanno portato sempre a spegnere la luce della dialettica democratica, non sono utili a nessun confronto. Ce quasi un milione di ragazzi/e a casa grazie al Covid e a quel decreto, penso sia più importante. Sono comunque disponibile a un dibattito pubblico con Gad Lerner sul decreto Dignità per entrare te nel merito e lasciare da parte lo scontro personale che a me personalmente non interessa.

Accetto volentieri il confronto pubblico che mi propone Marco Bentivogli. In  quella sede spero di convincerlo che abolire il decreto Dignità non sarebbe  un “vaccino” ma un veleno. Gad Lerner

https://it.wikipedia.org/wiki/Lavoro_interinale

In allegato tre articoli (Bentivogli, Lerner, Falasca) a cui seguiranno altri in via di selezione.

1 commento
  1. redazione
    redazione dice:

    Toni Ferigo – Da quando la Federazione di pensionati di Torino ha pensato che non servivo più,(quando operavo in zona non mi misero neppure nel consiglio generale della Fnp torinese) i miei rapporti con le persone che lavorano avvengono nei luoghi sociali nella zona, sono in prevalenza lavoratori e lavoratrici dei servizi, poi edilizia e piccole imprese. Chiacchierate sul più e sul meno ma anche di lavoro. Ebbene, è difficile incontrare qualcuno che abbia un rapporto di lavoro superiore ai sei mesi. Ho incontrato una signora all’Amazon con contratto a tre mesi. Naturalmente quelli in nero non contano. Non sono aggiornato sulla legislazione ma per me più che lavoratori flessibili sono precari. Nella ristorazione e nei servizi domestici e di cura agli anziani c’è molto turnover.
    Nelle fabbriche la flessibilità di orario è spesso grande,in qualche media impresa negoziata. Quando si parla di futuro la possibilità di fare progetti è minima di fronte ad un minimo di sicurezza e di stabilità nel lavoro.
    In quanto alla formazione s’impara l’ABC: esempio per la ristorazione di come si serve un caffé o un piatto al ristorante, e non pochi hanno diploma o una laurea.
    Situazione ancora più difficile per chi ha figli. Aumentare le tutele fondamentali sembra essere un traguardo impossibile!
    Giustamente qualcuno rimpiange i voucher per lavori ben circoscritti. Abolire il Decreto Dignità non sarebbe compreso senza un’alternativa definita e credibile. Solo con un sistema di governo reale del mercato del lavoro e una capacità di fare rispettare le norme – cosa oggi inesistente in moltissime realtà e flebile in altre – si possono immaginare interventi che garantiscano la flessibilità debellando la precarietà. La Val Susa è stretta e lunga, le mie chiacchierate mi portano a pensare che quello che vedo e sento sia una situazione generalizzata.
    Le dispute giornalistiche m’interessano sempre meno,suonano lontane e anche poco comprensibili. La lontananza dal sindacato da questo mondo di “invisibili” è sempre più accentuata, come pure per la politica. Non ho altra proposta da fare se non quella di riflettere,ascoltare,conoscere e sollecitare il sindacato – modificando il suo agire e il come sta nel territorio – a destinare più tempo e più attenzione di quanto fatto finora. Oltre ai comunicati e alle dichiarazioni, alle interviste, più (molte!!) iniziative nelle zone, nel territorio. Dalle esperienze di tanti anni, anche se cadenti nel Novecento, si possono trarre elementi utili e anche incentivo per un po’ di studio. Nel territorio e nei luoghi di lavora sta il primato dell’iniziativa del sindacato, per essere compreso e partecipato dagli iscritti e dai lavoratori. Ciao Toni Ferigo

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